Plastic Bank è un’iniziativa che mira a ridurre l’inquinamento plastico, sensibilizzando le popolazioni più fragili sull’importanza della tutela ambientale.

Il progetto, ideato da David Katz, permette alle zone più povere del pianeta di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e migliorare le condizioni sociali dei propri abitanti.

Ogni anno si producono oltre 400 milioni di tonnellate di polimeri sintetici di cui almeno 8 finiscono in mare.

Non solo, in 60 anni sono state immesse sul mercato 8 miliardi e 300 milioni di tonnellate di plastica, molte delle quali galleggiano ancora intatte nelle acque di tutto il mondo. Infatti, solo il 21% del totale uscito dalle fabbriche è stato riciclato.

Entro il 2050, negli oceani ci saranno più rifiuti che pesci e, intervenendo nella raccolta degli OBP (Ocean bound plastic), sarà possibile rallentare questo fenomeno disastroso per il pianeta.

Perché nasce Plastic Bank

Era il 2014 quando David Katz ad Haiti si è fatto portavoce di un cambiamento sostenibile. Riflettendo sul problema dell’inquinamento plastico, l’imprenditore ha cercato una soluzione che creasse benefici economici, ambientali e sociali anche nelle zone più povere del mondo.

Se nei Paesi industrializzati l’importanza della raccolta differenziata è nota a tutti, nelle aree meno sviluppate nessuno è a conoscenza dei danni provocati dal cattivo smaltimento dei polimeri sintetici.

Dove c’è mancanza di istruzione e le popolazioni vivono in condizioni di estrema povertà, i rifiuti plastici vengono spesso gettati in corsi d’acqua, su spiagge o direttamente nel mare.

Nei villaggi di pescatori, nel cuore delle foreste tropicali, sulle vette delle catene montuose più alte e nei deserti, si trovano accumuli di inquinamento plastico preoccupanti.

Questo perché, oltre alla mancanza di informazione, non esistono sistemi di raccolta differenziata, riciclo e corretto smaltimento.

Che cos’è il progetto Plastic Bank

Mettendo insieme tutte queste considerazioni, Katz ha creato un sistema di recupero dei rifiuti plastici che contribuisce al contempo a contrastare la povertà.

I principali Paesi dove è attivo sono le Filippine, Haiti, l’Indonesia e il Brasile.

Il progetto Plastic Bank si appoggia a una rete di negozi in cui la popolazione può consegnare plastica raccolta nell’ambiente, ricevendo in cambio denaro o un credito digitale.

Questi si trovano non più lontani di 50 km dal mare o da fonti di acqua primarie e a oggi se ne contano oltre 500.

La plastica raccolta viene scambiata anche con generi alimentari, acqua potabile e strumenti di istruzione per i più piccoli. Assicurazioni sanitarie, assistenza sociale e connessione digitale sono altri benefici per i “raccoglitori”.

La moneta digitale è la preferita dalle popolazioni locali, poiché mette al riparo dalla microcriminalità e da furti indesiderati.

Che cos’è il Social Plastic

Il materiale raccolto nei punti affiliati a Plastic Bank viene venduto alle industrie che lo riciclano e lo riutilizzano nei processi produttivi.

Ciò che si ottiene viene certificato con il marchio Social Plastic® e reintrodotto nella catena di approvvigionamento globale della plastica.

In questo modo vengono prodotti PET, LDPE, HDPE in forma di scaglie o pellet.

I numeri di Plastic Bank

L’iniziativa di Katz, dalla sua fondazione, ha recuperato oltre 40mila tonnellate di plastica, collezionando più di 2 miliardi di bottigliette in PET.

Grazie alla vendita dei rifiuti raccolti, il reddito delle famiglie che partecipano attivamente al progetto è cresciuto di almeno il 40%.

A oggi quasi 40mila persone si occupano quotidianamente di combattere l’inquinamento plastico, creando reddito per il proprio nucleo familiare.

L’auspicio del fondatore di Plastic Bank è quello di diffondere nelle zone più disagiate del pianeta questo sistema sostenibile e socialmente utile. Per sensibilizzare tutti sulla riduzione dell’inquinamento plastico e migliorare le condizioni di vita delle popolazioni più povere.

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