Dopo i due indizi arrivati negli ultimi giorni, non è necessario neanche attendere il proverbiale terzo per capire dove verrà ricollocata la Golar Tundra, il rigassificatore ad oggi presente nel porto di Piombino.
La corsa settimana il Governo ha proceduto alla nomina del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti quale commissario straordinario di governo per il nuovo posizionamento della nave; il presidente toscano, Eugenio Giani, ha invece ricevuto sabato da Snam la relazione tecnica sul progetto relativo agli interventi necessari per la dismissione del rigassificatore dal porto piombinese.
Se ne deduce «la decisione del governo di ricollocare entro il termine di 3 anni in off-shore nel mar Ligure la nave rigassificatrice Golar Tundra», come dichiarano dalla Giunta toscana.
«Sin dal momento della mia nomina a commissario straordinario per la realizzazione dell’opera, avevamo detto che la nave sarebbe rimasta a Piombino per un tempo molto limitato, e questo impegno è stato mantenuto», sottolinea Giani.
Resta però intatto il fallimento del sistema-Paese, che continuerà ancora ad affidarsi all’importazione di un combustibile fossile come il gas naturale liquefatto (Gnl) senza aver ancora intrapreso la necessaria accelerazione sul fronte delle fonti rinnovabili.
L’anno scorso sono stati appena 3 GW i nuovi impianti rinnovabili installati, mentre il computo dall’inizio del 2023 è arrivato ad altri +2 GW; ancora troppo poco per rispettare la marcia indicata dall’iniziativa europea RePowerEu, per la quale servirebbero almeno +10 GW di impianti rinnovabili ogni anno.
Come noto, il rigassificatore Golar Tundra è stato invece velocissimamente implementato per poter attingere alla sua capacità complessiva di trattamento pari a 5 miliardi di metri cubi all’anno, pari al 7% del fabbisogno italiano di gas.
È stata proprio l’ignavia sulle rinnovabili (attuale e pregressa) che non ha reso possibile farne a meno nell’immediato, di fronte all’obiettivo stringente di ridurre drasticamente l’import dalla Russia di Putin, ma la Golar Tundra non rappresenta affatto un investimento per il solo breve termine.
Ma il vero problema è che l’infrastruttura avrebbe dovuto essere temporanea – così come l’aveva presentata a marzo 2022 lo stesso ministro Cingolani –, nel rispetto del percorso di decarbonizzazione legato alla crisi climatica. Invece è destinata a restare per un quarto di secolo: 3 anni in porto a Piombino, e altri 22 al largo della Liguria.
Senza dimenticare che, a rigassificatore ormai funzionante, neanche il memorandum d’intesa raggiunto con il (precedente) Governo sta portando i frutti sperati: solo per le bonifiche di Piombino la Regione Toscana chiedeva 300 mln di euro mentre ne sono arrivati 40, se mai verranno spesi.
L’articolo Piombino, il presidente Giani conferma: tra tre anni il rigassificatore andrà in Liguria sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.