Nel mezzo del cammino della legislatura regionale, per la quale resta un orizzonte di due anni e mezzo, le aziende di servizio pubblico si sono ritrovate oggi – nel prestigioso scenario della Certosa di Firenze – per chiedere coordinamento e un cambio passo in favore della transizione ecologica.
Per sua natura, lo sviluppo sostenibile passa inderogabilmente da una migliore gestione di risorse fondamentali come l’acqua, l’energia e la mobilità locale, come pure dal saper valorizzare o saper smaltire in sicurezza i rifiuti che generiamo ogni giorno. Sugli stessi fronti, non a caso, si misura larga parte del buon governo di un territorio e soprattutto la soddisfazione dei bisogni essenziali alla cittadinanza. Da qui l’urgenza di raccordare la sostenibilità ambientale con quella sociale ed economico, con una solida guida di indirizzo da parte della politica.
«Oggi siamo qui per proporre alla Regione Toscana una cabina di regia operativa regionale, che si riunisca mensilmente e faccia il punto sullo stato di avanzamento dei diversi progetti o proposte. Un modo concreto e trasparente per realizzare interventi che hanno tutti una ricaduta economica, sociale e ambientale», scandisce Nicola Perini in qualità di presidente di Confservizi Cispel Toscana, ovvero l’associazione regionale delle imprese di servizio pubblico che ha organizzato il convegno odierno alla Certosa.
Si tratta dunque di dare gambe a un sistema industriale al servizio della comunità toscana. La base di partenza è solida: le utility toscane fatturano 4,5 miliardi di euro l’anno, occupano 25.000 persone e fanno investimenti per 650 milioni di euro l’anno.
«Siamo pronti ad incrementare gli investimenti, ma serve che la rimodulazione del Pnrr proposta dal Governo premi tutti i progetti presentati dalle aziende di servizio pubblico», dichiara Perini. Già un anno fa, invece, le utility toscane presentarono al Governo i progetti sull’economia circolare candidati al Pnrr entro i tempi richiesti, per poi subire le conseguenze dei ritardi maturati in altre regioni.
«Serve un cambio di passo – conclude Perini – e per ottenerlo alcuni temi dei servizi pubblici locali devono essere affrontati in un quadro ufficializzato di confronto e dialogo con l’amministrazione regionale, le amministrazioni provinciali e comunali e le altre associazioni di categorie, oggi da noi chiamate a dire la loro su temi cari alla collettività toscana. Mancate decisioni o rinvii non ce li possiamo più permettere. Servono semplificazione e pragmatismo, per una Toscana semplice, accessibile e capace di fare investimenti. Sostenibilità, innovazione digitale e inclusione sociale devono essere le basi sulle quali dovrà poggiarsi la crescita della nostra Regione».
La proposta Cispel per una cabina di regia operativa regionale sui servizi pubblici sembra aver incontrato subito il favore del presidente Eugenio Giani, presente oggi alla Certosa.
Giani parla infatti di «un’iniziativa utile, sono convinto che bisogna essere coordinati rapportando il sistema delle aziende pubbliche ai Comuni – i loro interlocutori naturali – ma anche alla Regione. Le utility rappresentano un settore che supera di 4-5 volte i bilanci degli enti locali, le aziende pubbliche hanno un ruolo preponderante e quindi un livello di coordinamento su politiche ed investimenti credo debba esserci».
Una prospettiva che richiama a quella della Multiutility Toscana, la società sbocciata a gennaio dalla fusione per incorporazione in Alia di Acqua toscana, Consiag e Publiservizi, per riunire sotto un’unica regia la gestione dei servizi pubblici toscani.
«Quella della Multiutility è una buona iniziativa – conferma Giani – per servizi efficienti ed efficaci ma anche per mantenere la redistribuzione degli utili all’interno del territorio regionale, senza essere colonizzati dall’esterno. La Multiutility rappresenta l’alleanza degli enti locali toscani».
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