Non solo gas metano fossile: nel cosiddetto dl Rigassificatori (57/2023) – approvato ieri alla Camera e ora all’attenzione del Senato – è stata data attenzione anche al biogas, introducendo un meccanismo di prezzi minimi garantiti per la produzione di energia elettrica rinnovabile degli impianti biogas.
Si tratta di una misura molto attesa dal settore, che permetterà a tutti gli impianti biogas che beneficiano di incentivi in scadenza entro il 31 dicembre 2027 e che non sono in grado di convertire a biometano di ricevere la garanzia di un prezzo minimo basato sui costi di produzione effettivamente sostenuti, proseguendo la produzione di energia elettrica rinnovabile.
«Di fronte alla sfida della transizione energetica – commenta Pietro Gattoni, presidente del Consorzio italiano biogas (Cib) – la misura potrebbe salvaguardare il patrimonio impiantistico italiano della filiera del biogas che negli anni ha dimostrato un ruolo determinante per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza energetica e di decarbonizzazione del Paese, valorizzando l’economia circolare. Perché questo avvenga serve che venga definita in modo efficace e rapido la parte attuativa del provvedimento».
Il provvedimento, infatti, rimanda ad una successiva delibera dell’Arera, che determinerà il valore del prezzo minimo garantito, da emanarsi entro 180 giorni dall’entrata in vigore della norma.
«In questo momento di discussione sul ruolo delle rinnovabili per fronteggiare la crisi climatica, è fondamentale – conclude Gattoni – non perdere l’occasione di mantenere vivo una parte del potenziale della produzione elettrica da biogas, che vede nelle nostre aziende agricole un esempio di eccellenza riconosciuto a livello europeo».
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