Sono tante in Italia le proposte e le esperienze capaci di abbattere le emissioni e di avviare filiere produttive innovative per creare lavoro. I temi al centro di uno dei 10 gruppi di lavoro del XII congresso nazionale di Legambiente
L’industrializzazione del Novecento ha lasciato in eredità ferite aperte in tanti territori italiani, con ripercussioni anche di carattere sanitario. A quell’eredità si sommano poi problemi che non trovano ancora soluzione: l’abbandono dei siti industriali, in particolare nel Sud, e la relativa bonifica delle aree contaminate; la depurazione e la gestione dei reflui urbani e produttivi; gli inquinanti emergenti che ancora non conosciamo; le emissioni inquinanti in atmosfera, che affliggono soprattutto le aree urbane e la Pianura padana, dove si concentra la maggioranza delle attività produttive e la quasi totalità dell’agricoltura e dell’allevamento intensivi.
La strada dell’innovazione però è tracciata. Sono ormai tante in Italia le proposte e le esperienze di riconversione industriale, capaci di abbattere l’inquinamento e le emissioni e di avviare filiere produttive innovative per creare lavoro con la circolarità delle risorse materiali e la riconversione del sistema energetico. Oggi siamo chiamati a “raddrizzare” le storture di una rapida e lineare modernizzazione, che ha contribuito all’innesco di disuguaglianze ambientali e sociali, e a cogliere le opportunità messe in moto dalle diverse esperienze positive confrontandoci con le criticità produttive, legislative ed economiche per far accelerare la transizione ecologica in tutto il Paese.
(Luigi Lazzaro, Barbara Meggetto, Maria Maranò)