In tre ore, tra la notte di giovedì 2 e venerdì 3 novembre, il ciclone Ciaran ha scaricato sulla Toscana la pioggia di un mese, con un bilancio provvisorio di otto morti e danni (sia pubblici sia privati) stimati per almeno 500 milioni di euro.
«Incomincia ad essere forte la richiesta di chiarezza sulle procedure per ottenere rimborsi ed avere una compensazione dei danni subiti. Dobbiamo studiare modi per sospendere i mutui, chiederò una sospensione delle bollette per gli alluvionati», racconta il presidente Eugenio Giani, che dopo aver ottenuto dal Governo la dichiarazione di emergenza nazionale è stato nominato Commissario delegato per fronteggiare l’emergenza: «C’è disagio tra le gente ma anche voglia di lottare e la situazione della viabilità sta migliorando Quelle interrotte o che rendono impossibili arrivare alle case delle persone sono davvero poche a questo punto».
L’emergenza in questo momento diventa altro: dopo la fase dell’acqua c’è quella del fango da rimuovere e dei rifiuti da smaltire.
«Sui fanghi – spiega l’assessora all’Ambiente e alla Protezione civile, Monia Monni – adotteremo la strategia già messa in campo di recente in Emilia Romagna, con cui siamo in contatto. Stiamo lavorando ad un accordo quadro con gli spurghisti (oggi c’è chi specula fino a 10mila euro per liberare le cantine di casa, ndr) che decideranno di aderire. Ci saranno tariffe orarie concordate e l’accordo permetterà ad Alia, il gestore dei rifiuti che lo firmerà, di programmare le priorità degli interventi da eseguire, prima fra tutte far tornare le fogne a ricevere».
Ci sono infatti fogne intasate e serviranno idrovore speciali. Il presidente Giani intanto ha già firmato l’ordinanza che, a fronte dell’emergenza, equipara i rifiuti speciali a quelli urbani: «Sono già piene – dettaglia Monni – alcune aree di stoccaggio individuate dai Comuni (e solo metà dei sindaci coinvolti ne ha designate, ndr). Non riusciremo a toglierli in un tempo brevissimo, solo per i rifiuti urbani si parla al momento di almeno 150 mila tonnellate, che è una cifra astronomica». Basti osservare che nell’intero 2022 l’intera Toscana centrale ne ha generati per circa 855mila ton.
Il personale di Alia lavora a pieno regime, con oltre 70 persone in più messe in campo rispetto a quanto originariamente previsto, con l’impegno di 11 squadre, 5 carri gru e 10 ditte esterne con gru. E nei prossimi giorni l’impegno sarà ulteriormente potenziato grazie al supporto che sarà fornito da altre aziende, non solo toscane ma anche in arrivo da fuori regione.
L’impegno prioritario è quello relativo al recupero della grandissima quantità di rifiuti ingombranti, ma anche di Raee (apparecchiature elettriche ed elettroniche come per esempio televisori, frigoriferi, forni, computer, cellulari, lampade fluorescenti) e di altri rifiuti indifferenziati che i cittadini ormai da giorni stanno esponendo all’esterno delle proprie abitazioni invase dall’acqua.
Per questo Alia, oltre a ringraziare i cittadini per la collaborazione prestata, invita a procedere a una prima differenziazione fra rifiuti Raee e non Raee, esponendoli in cumuli separati, in modo da rendere più agevoli le operazioni di raccolta e successivo smaltimento. Altra richiesta è quella di non posizionare gli ingombranti sotto o vicino agli alberi e di non parcheggiare le proprie auto nelle vicinanze dei rifiuti accatastati a bordo strada.
La multiutility pubblica ricorda inoltre che per effettuare richieste di rimozione del materiale alluvionato i cittadini possono contattare il call center dell’azienda (800.888333 da rete fissa, 199.105105 da rete mobile e 0571.1969333 da rete fissa e mobile), oppure affidarsi all’area clienti del sito web di Alia.
«Il problema principale è quello dei rifiuti – conferma Giani dall’unità di crisi convocata stamattina nella Sala operativa unificata della Protezione civile regionale – Già ieri sera a mezzanotte quando sono venuto via da Campi Bisenzio si doveva fare lo slalom tra i rifiuti. Dobbiamo individuare una o più aree di stoccaggio temporaneo, meglio ancora un’area per Comune, dalle quali possa attingere il gestore per portarli via, o ad ulteriori aree di stoccaggio più lontane dai centri abitati o agli impianti, tenendo conto che per smaltire questa immensa mole di rifiuti potranno non essere sufficienti gli impianti toscani».
E mentre si cerca una soluzione all’enorme quantità aggiuntiva di rifiuti da gestire, gli altri fronti dell’emergenza iniziano finalmente a migliorare, anche grazie all’arrivo delle Colonne mobili inviate dalle Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Calabria, Valle d’Aosta, Campania, Umbria, Lazio, Marche, Piemonte e Basilicata, attive a Campi Bisenzio, Prato, Montale, Quarrata, Montemurlo, Carmignano.
Dal report dei territori è emerso che anche a Campi Bisenzio non ci sono più aree isolate o allagate; a Enel risultano rimaste da risolvere circa 300 segnalazioni – rispetto alle migliaia iniziali – per ripristinare le utenze elettriche; da Publiacqua riferiscono che la situazione de servizio idrico si va normalizzando (restano situazioni critiche in case sparse e aree montane difficilmente raggiungibili, anche a causa di frane); i Vigili del fuoco continuano il lavoro su Campi Bisenzio, dove smetteranno di lavorare nelle aree comuni e inizieranno a lavorare per liberare le singole abitazioni; sulle vie di comunicazione resistono criticità nelle località montane isolate nella Provincia di Prato.
L’articolo Alluvione in Toscana, danni per almeno 500 mln di euro: dopo l’acqua restano fango e rifiuti sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.