Il mercato delle acque minerali in bottiglia è sempre più ampio e variegato e spesso troviamo etichette dove sono riportati claim come “100% riciclato” o “100% riciclabile”. Ma quanto c’è di vero in queste affermazioni?
Non molto, almeno secondo Altroconsumo che, in collaborazione con il BEUC, l’Organizzazione europea dei consumatori, ha segnalato tali affermazioni come ingannevoli all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Questi claim lasciano intendere che le bottiglie siano completamente realizzate con plastica riciclata o che possano essere riciclate interamente. Tuttavia, la realtà è ben diversa.
I claim sulle bottiglie si suddividono in tre categorie principali:
100% riciclato: affermazioni come “100% rPET”, “100% rePET”, o “100% materiale riciclato”. Tuttavia, spesso questi claim escludono tappi ed etichette e ciò viene indicato in modo meno evidente rispetto al messaggio principale
Riciclabile al 100%: utilizzano la percentuale “100%” per rendere il messaggio più eclatante. Tuttavia, nei processi di riciclo della plastica, la resa è molto inferiore al 100%
Utilizzo di immagini verdi: alcuni messaggi vengono rinforzati da immagini e grafiche che richiamano al “green”, accompagnate da generiche affermazioni ambientali
Ma i consumatori come interpretano questi messaggi? In maniera non corretta, sottolinea Altroconsumo.
Molto spesso, la percentuale “100%” suggerisce che la bottiglia sia completamente riciclata, mentre in realtà lo è solo in parte. Inoltre, l’uso frequente di immagini circolari rinforza l’idea della “circolarità” della filiera della plastica, il che non rispecchia sempre la realtà.
Le bottiglie di plastica possono essere realizzate in polietilene tereftalato (PET), ma altre componenti come i tappi e le etichette sono realizzati con diversi tipi di plastica. Queste parti della bottiglia non possono essere realizzate con plastica riciclata, secondo i regolamenti dell’Unione Europea. I tappi sono spesso fatti di polipropilene (PP) o polietilene ad alta densità (HDPE), mentre le etichette contengono adesivi e inchiostri che le rendono difficilmente riciclabili.
Anche le dichiarazioni come “100% riciclabile” sono ambigue, dato che il processo di riciclo dipende da vari fattori, tra cui l’infrastruttura di raccolta, la qualità del processo di riciclo e la presenza di mercati per il materiale riciclato.
Insomma, tramite questi slogan, ai consumatori non arrivano certo le corrette informazioni. Come specifica Altroconsumo:
I componenti delle bottiglie non sono né “riciclati al 100%” né possono essere considerati “riciclabili al 100%”. La realtà è che il “riciclo al 100%” non è possibile. Con questi messaggi i consumatori sono invece portati a presumere che “riciclabile” significhi che la bottiglia verrà riciclata in una nuova bottiglia e quindi che il 100% dei componenti della bottiglia siano recuperabili o addirittura anche che la bottiglia venga effettivamente riciclata al 100%. Ma nessuna di queste interpretazioni è corretta.
Considerando tutto questo, Altroconsumo, insieme al BEUC, l’Organizzazione europea dei consumatori, ha deciso di segnalare alle autorità europee e all’Autorità italiana della concorrenza e del mercato le aziende produttrici di alcune marche di acqua minerale che utilizzano questi slogan ingannevoli:
Le pratiche scorrette segnalate si riferiscono agli artt. 20, 21 e 22 del codice del consumo (azioni e omissioni ingannevoli nonché contrarietà alla diligenza professionale e idoneità a falsare il comportamento economico del consumatore medio).
La segnalazione è anche a livello europeo
Tramite il lavoro del BEUC, i gruppi di consumatori stanno lanciando la stessa denuncia per greenwashing a livello europeo contro i principali produttori di bottiglie d’acqua.
Il BEUC, e le organizzazioni di 13 Paesi, hanno segnalato alle autorità dell’Ue affermazioni commerciali fuorvianti sulla riciclabilità dei loro prodotti da parte dei principali commercianti di bottiglie, come Coca-Cola, Danone e Nestlé Waters/Nestlé. Secondo la loro analisi, tali affermazioni non sono conformi alle norme dell’UE sulle pratiche commerciali sleali.
Ursula Pachl, vicedirettrice generale del BEUC, ha commentato:
Che si tratti di acquistare nuovi vestiti, aprire un conto bancario o acquistare bottiglie d’acqua, i consumatori vogliono sempre più fare la scelta più sostenibile e cercano informazioni affidabili per farlo. Tuttavia, sono bombardati da affermazioni errate e ingannevoli, quindi non sanno di quale affermazione o etichetta fidarsi. Simili affermazioni, tuttavia, possono essere trovate su molte bottiglie d’acqua vendute in tutta Europa. Il problema è che non esiste alcuna garanzia che saranno completamente riciclate una volta finite nei rifiuti. Questo greenwashing deve finire.
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Fonte: Altroconsumo /BEUC
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