Il 9 dicembre un semirimorchio-cisterna contenente 28.000 litri di acido solforico è affondato al largo del Mar Ligure, dopo essersi sganciato dalla nave portacontainer Eurocargo Malta, a causa del mare in tempesta. La Procura di Genova ha aperto un fascicolo, contro ignoti, in cui si ipotizza il reato di inquinamento ambientale. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, spiega che « La nave classe Ro-Ro della compagnia Grimaldi, battente bandiera italiana, lunga 201 mt e larga 26, era partita il 30 novembre dalla Valletta (Malta) con un carico di rimorchi, semirimorchi e container. Ha fatto una tappa a Catania il 2 dicembre ed è ripartita nella notte (alle 2,59) del 3 per Genova, dove è giunta alle 11 dello stesso giorno, ovvero sabato, ripartendo poi il giorno 7 alle ore 11:08 alla volta del porto di Livorno dove ha attraccato alla banchina alle ore 21:42».

Il Wwf evidenzia che «L’incidente è accaduto a 10 miglia dalla costa, proprio nell’area nota come il Santuario dei Cetacei. Quattro i semirimorchi caduti in mare, di cui uno composto da una cisterna che contenente liquido tossico e potenzialmente pericoloso per l’ambiente. Non risultano per ora sversamenti in mare, ma il fondale del tratto di mare in cui è avvenuto l’incidente è a 900 metri. 28.000 litri, se diluiti in mare aperto, possono rappresentare una sorta di “bomba ecologica” perché si tratta di un liquido altamente corrosivo e tossico».

Il Wwf sottolinea che «L’affondamento di una cisterna contenente acido solforico nel Santuario Pelagos del Mar Ligure rappresenta una minaccia grave per i cetacei. I rischi includono avvelenamento diretto, contaminazione del cibo, stress, disturbo comportamentale e perdita di habitat. Le attività di recupero inoltre potrebbero aumentare il rumore sottomarino, causando ulteriori disturbi ai cetacei che dipendono dalla comunicazione acustica. E’ cruciale un’azione immediata per prevenire ulteriori danni all’ambiente marino e proteggere la vita dei cetacei nell’area coinvolta».

Il Panda italiano ricorda che «Questa è una delle conseguenze drammatiche provocate del traffico marittimo nel Mediterraneo e in particolare in un’area specialmente protetta come quella di Pelagos» e per l’associazione ambientalista «Questo episodio mostra ancora una volta quanto sia urgente una pianificazione degli utilizzi dello spazio marittimo che minimizzi gli impatti sugli ecosistemi marini sotto assedio».

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