Nonostante le tensioni scaricate sul Green deal che hanno portato in piazza gli agricoltori di mezza Europa, stretti nella morsa tra crisi climatica e prezzi da fame, gli elementi che uniscono campagne e transizione energetica – dall’agrivoltaico al biogas – sono più di quelli che li dividono.

Un asse emesso con forza dall’VIII edizione di Biogas Italy, l’evento annuale del Consorzio italiano biogas (Cib) che si è chiuso oggi a Roma, raccogliendo il mondo del biogas e biometano agricolo.

I dati europei per il settore sono incoraggianti: infatti, in Europa i gas rinnovabili (biogas e biometano) ammontano a 21 miliardi di metri cubi, rappresentando il 6% del consumo di gas naturale dell’Ue. La sola produzione di biometano è cresciuta del 20% in più rispetto al 2022. Parlando in sala, Anders Mathiasson, presidente dell’Associazione europea del biogas, ha spiegato come l’Europa abbia tutte le carte in regola per raggiungere l’obiettivo dei 35 miliardi di mc di biometano al 2030.

E l’Italia? Secondo gli ultimi dati, sono circa 1.803 gli impianti biogas con una produzione di 2,5 miliardi di mc di gas rinnovabile, destinato soprattutto alla produzione elettrica e termica rinnovabile, e per una quota minoritaria (circa 600 milioni di Smc) immesso in consumo come biometano nel settore dei trasporti.

A questi dati si aggiungono quelli del biogas/biometano da rifiuti, che secondo il Consorzio italiano compostatori (Cic) valgono altri 200 milioni di Smc, con una potenzialità al 2030 di 1 miliardo di Smc.

Non a caso, per il futuro il settore vede i propri obiettivi ancora più ambiziosi. E qui si inserisce anche la proiezione indicata all’interno della proposta di aggiornamento del Pniec «che vede nei prossimi sei anni una produzione di circa 6 miliardi di metri cubi di biometano».

«Dobbiamo essere pronti a superare gli ostacoli che ancora oggi non permettono il pieno sviluppo della produzione di biogas e biometano – dichiara il presidente Cib, Piero Gattoni (nella foto) – guardando a una programmazione di lungo periodo, senza discostarsi dagli obiettivi di decarbonizzazione. E proprio per questo, è stata costituita la nuova fondazione Farming for future a supporto del comparto agroenergetico. Un rinnovato impegno volto a un nuovo sviluppo agricolo che possa coesistere con la produzione di energia rinnovabile, garantendo sicurezza alimentare e contribuendo al tempo stesso alla lotta al cambiamento climatico».

Presentata oggi dal palco di Biogas Italy, la fondazione vede alla guida Diana Lenzi, già presidente dei giovani agricoltori europei.

«La fondazione – conclude Lenzi – aspira a diventare una piattaforma di scambio e confronto, un acceleratore di proposte concrete per il futuro dell’agroecologia in Italia in un modello che unisca produttività e redditività, mettendo al centro l’agricoltura e il know how imprenditoriale italiano. Puntiamo a diventare un interlocutore credibile, attendibile e propositivo verso le Istituzioni per aiutarle nel processo decisionale».

L’articolo A che punto è la produzione di biogas e biometano, in Italia e in Europa sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.