«Pochi giorni fa abbiamo visto in diretta l’inizio dell’abbattimento delle ciminiere dell’inceneritore di San Donnino a Firenze, oggi vediamo i camini del termovalorizzatore di Scarlino rimossi sono simboli di un passaggio storico, di un cambio di mentalità».
L’assessora all’Ambiente della Regione Toscana, Monia Monni, commenta così l’avanzamento dell’operazione di bonifica dell’impianto di Scarlino (GR) da parte di Iren ambiente, nel corso di una visita istituzionale che si è svolta oggi al cantiere per documentare la demolizione delle ciminiere del contestatissimo ex termovalorizzatore.
La bonifica sarà conclusa entro la fine del 2024, e poi Iren potrà dare gambe al progetto annunciato (e approvato) da tempo per realizzare nello stesso fazzoletto di terra un nuovo Polo dell’economia circolare.
«L’assenza di queste ciminiere è la dimostrazione tangibile di una volontà politica forte – continua Monni – qui nascerà un luogo in cui materie scarti industriali saranno trattati e recuperati. Questo progetto è davvero esemplare, sia per il risultato, sia per il processo di reale ascolto del territorio».
Per Scarlino si tratta di un cambio di rotta netto rispetto agli ultimi sessant’anni: l’impianto nell’area del Casone venne realizzato dalla Montecatini Edison nel 1962 per l’arrostimento della pirite, poi passare in mano a Eni e poi al gruppo Unieco (tramite la controllata Sta spa); nel 2010 per la Scarlino energia arrivò la prima autorizzazione all’incenerimento dei rifiuti, poi aggiornata nel 2015. Anno in cui, paradossalmente, il termovalorizzatore ha fermato la propria attività a valle di forti contestazioni territoriali verso questo tipo di attività.
Preso atto dello stallo, nel 2020 la nuova proprietà Iren di Scarlino energia ha cambiato totalmente rotta, e ora mette sul piatto investimenti per 150 mln di euro, in grado di cambiare volto a Casone.
«Il sito di Scarlino vedrà un totale rinnovamento – conferma l’ad di Iren ambiente, Eugenio Bertolini – grazie alla realizzazione di un polo “integrato”, unitario, con interazioni tra i vari ambiti, e “circolare”, per generare prodotti dai rifiuti. Un nuovo polo di riferimento che, a pieno regime, coinvolgerà circa 150 risorse: una nuova vita per questa struttura, per l’ambiente circostante, e per l’intera comunità».
Più nel dettaglio, il progetto prevede la realizzazione di quattro nuovi impianti di economia circolare, in grado di gestire circa 300mila t/a di rifiuti solidi e 100mila t/a di rifiuti liquidi da depurare.
Si parla di un impianto per il riciclo del legno che trasformerà 110mila ton/a di rifiuti derivanti da mobilio, demolizioni e imballaggi in 750mila pallet per il trasporto di merci e 135mila metri cubi di blocchetti distanziatori per pallet.
Un impianto per riciclo di pulper (scarti del riciclo della carta, contenenti le impurità della relativa raccolta differenziata) e plasmix (quelle plastiche eterogenee difficili se non impossibili da riciclare meccanicamente, che arrivano a rappresentare il 70% della raccolta differenziata di settore) punta invece, attraverso la tecnologia I.Blu, a valorizzare 90mila ton/a di rifiuti in ingresso per produrre circa 65mila ton/anno di polimeri termoplastici impiegabili nell’industria siderurgica, cartaria e in ambito civile ed infrastrutturale.
Guardando invece alla depurazione delle acque del processo industriale (108mila tonnellate/anno) e di percolato, è previsto l’ampliamento dell’impianto esistente di trattamento chimico-fisico con l’aggiunta della sezione di trattamento biologico.
Il progetto prevede infine un impianto di carbonizzazione idrotermale (Htc), che mira a trasformare 100mila ton/a di fanghi di depurazione e Forsu (l’organico della raccolta differenziata) in bio-carbone utilizzabile sia come combustibile, sia come materia prima in altri cicli industriali, sia come fertilizzante.
«Oggi – commenta il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani – vediamo cambiare anche Scarlino, un’area dalla forte vocazione produttive, che sarà di nuovo protagonista dell’economia Toscana, grazie al nuovo Polo, capace di recuperare importanti materiali a servizio dei vari distretti».
Si tratta di un passo avanti significativo per lo sviluppo sostenibile del territorio, sotto il profilo ambientale come per quello socio-economico: «Un segno di speranza per il rilancio della zona industriale di Scarlino dopo le grandi difficoltà di questi mesi», conclude l’assessore regionale all’Economia, Leonardo Marras.
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