La rivoluzione gentile nasce dai fiori e, come cantava Sergio Endrigo, “per fare tutto ci vuole un fiore”. La canzone risale al 1974 e chissà se il noto cantautore fosse a conoscenza del fatto che, pochi mesi prima della sua pubblicazione, a New York aveva preso il via il primo movimento di guerrilla gardening del mondo.
Da allora piccoli grandi giardinieri d’assalto si ritrovano spesso per azioni di pacifica disobbedienza civile lanciando palline di semi dette seed bombs o seed balls. Non ne avete mai sentito parlare? Vi raccontiamo qualcosa di più.
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Come nasce la guerrilla gardening e perché vengono lanciate seed bombs
La guerrilla gardening è l’unica forma di azione “bellica” che fa davvero bene al pianeta. Le sue armi? Palle – dette bombe – di semi, argilla e nutrienti. Gli obiettivi che vuole colpire? Solitamente angoli grigi e aridi di parchi o di città dove non ci sono fiori a dare colore.
L’espressione nasce dall’omonimo movimento ambientalista statunitense – diffuso poi in diversi angoli del mondo – sorto con l’obiettivo di far rifiorire, letteralmente, luoghi urbani degradati, spazi verdi abbandonati e terreni incolti. Il giardinaggio d’assalto, però, è spesso portato avanti anche per scopi politici e come forma di protesta con finalità ulteriori rispetto alla semplice richiesta di spazi più verdi.
Alcune delle azioni dei gardener compiute in passato, ad esempio, si ponevano l’obiettivo di ottenere riforme agrarie che garantissero una maggiore equità. Ad oggi le azioni di lancio di semi sono solitamente condotte da associazioni ambientaliste o comitati locali, scuole, studenti, insomma da chiunque voglia rinverdire i luoghi nei quali vive. Possono rappresentare degli appuntamenti organizzati ad hoc o momenti conviviali e aggregativi a margine di giornate e appuntamenti di diverso genere. Non di rado nella stessa giornata si realizzano campagne di pulizia o di potatura, lavorando così per restituire (o rendere migliore) un angolo del proprio quartiere.
I giardinieri d’assalto utilizzano armi davvero particolari: sono delle palline apparentemente di argilla che, però, al proprio interno contengono qualcosa di veramente prezioso. Come il nome stesso lascia trasparire sono bombe di semi che, lanciate solitamente di notte o quando nessuno (o quasi) può vedere, fanno nascere splendide piante.
Come spiega la green influencer Lucia Cuffaro sul proprio portale, le seed bomb furono usate per la prima volta negli anni ’30 da Masanobu Fukuoka, filosofo contadino-microbiologo giapponese.
Il movimento, invece, è stato fondato a New York nel 1973 da Liz Christy. Gli attivisti trasformarono un lotto privato abbandonato nel Bowery Houston in un giardino che – pensate – esiste ancora oggi.
Come è fatta una seed ball?
Ognuno può realizzare facilmente le seed balls; basterà procurarsi argilla in polvere, terriccio, compost e ovviamente i semi. Dopo aver impastato tutti gli ingredienti si potranno formare delle palline che dovranno essere lasciate a seccare. Come dite? Quali quantità sono necessarie? Nel tutorial di Lucia Cuffaro si indicano cinque parti di argilla per una di terriccio (e compost ,ndr) e una di semi. Slow food ha addirittura realizzato una infografica per spiegare tutti i passaggi.
Un’attenzione particolare riguarda il tipo di semi scelti: sono da preferire quelli selvatici e quelli non invasivi amati dagli insetti impollinatori. In tal modo si potranno creare delle piccole oasi a disposizione delle api e degli altri piccoli animali che aiutano a garantire la biodiversità dei territori. Al contrario sarà meglio evitare i semi di quelle piante aliene che possono essere infestanti e possono nuocere alla flora e alla fauna locale.
Possiamo darvi dei consigli? Se dovete “colpire” delle aree assolate potrebbero andare bene semi di papavero mentre, per le zone poco irrigate, sono perfette le piante aromatiche.
La grandezza ideale di ogni bomba è quella di una pallina da golf. Infine ricordate: vanno lanciate e non piantate. Madre natura aiuterà a sciogliere l’involucro e a diffondere i semi. Non avete il tempo di realizzarle personalmente? Sappiate che sul web potrete trovare diverse realtà che le realizzano anche come idee regalo, segnaposto o bomboniere!
Dove (non) lanciare le palline di semi
Prima di decidere dove lanciare le palline di semi è bene comprendere che la guerrilla gardening nasce come azione non violenta volta a combattere il degrado e a diffondere un messaggio alle pubbliche amministrazioni. Sono quindi da evitare i terreni privati, quelli coltivati o, in generale, le zone già curate (salvo che non si tratti di un’iniziativa portata avanti da una comunità come, ad esempio, quelle realizzate nei giardini delle scuole nel corso di iniziative di educazione ambientale).
L’altro aspetto fondamentale da sottolineare è che, talvolta, lanciare semi in terreni pubblici incolti può rappresentare un atto illecito (solitamente dal punto di vista amministrativo). Tirare seed bomb, infatti, rientra fra gli atti di disobbedienza civile. In ogni caso, secondo le diverse associazioni e i movimenti che animano tali azioni, i luoghi migliori da “attaccare” sono i terreni incolti e pubblici in stato di incuria.
Seedball per riforestare l’Africa
Tra i tanti progetti legati a queste particolari palline di semi, quello che ha colpito, in modo particolare, la nostra attenzione è seed ball Kenya.
Il movimento utilizza le palline di semi per reintrodurre specie arboree scomparse, in tutto o in parte, negli ambienti naturali, aiutando così madre natura a ripristinare la flora autoctona. Il rivestimento della pallina protegge i semi dai predatori e dalle intemperie e il nutrimento contenuto all’interno sarà fondamentale per aiutare il seme a germogliare. Queste bombe rappresentano un metodo ecosostenibile e a basso costo per far rifiorire aree naturali purtroppo oggi in sofferenza a causa degli interventi dell’uomo.
E voi siete pronti a diventare aiutanti di madre natura?
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