Il 30 maggio inizieranno i negoziati globali per attuare la storica decisione dell’Onu di adottare un trattato globale per porre fine all’inquinamento da plastica, che si prevede daranno vita a intensi dibattiti sul tipo di misure necessarie per porre fine all’inquinamento dell’aria, del suolo, dei fiumi e degli oceani da parte di macro e micro plastiche.
Quel che è certo è che le quantità di plastica che abbiamo prodotto finora hanno già superato i limiti del pianeta e per questo un team internazionale di scienziati ed esperti – Melanie Bergmann, Bethanie Carney Almroth, Susanne M. Brander, Tridibesh Dey, Dannielle S. Green, Sedat Gundogdu, Anja Krieger, Martin Wagner e Tony R. Walker – ha pubblicato su Science la lettera aperta “A global plastic treaty must cap production” nella quale chiede che il problema venga affrontato alla fonte: regolamentando, limitando e, a lungo termine, eliminando gradualmente la produzione di nuova plastica.
La promotrice della lettera, Melanie Bergmann dell’Alfred-Wegener-Institut, Helmholtz-Zentrum für Polar- und Meeresforschung (AWI) spiega: «Anche se riciclassimo meglio e cercassimo di gestire i rifiuti il più possibile, rilasceremmo nella natura più di 17 milioni di tonnellate di plastica all’anno. Se la produzione continua a crescere e crescere, ci troveremo veramente di fronte a un compito come quello di Sisifo».
Già nel 2020, lo studio “Evaluating scenarios toward zero plastic pollution” pubblicato su Science da un team internazionale di ricercatori dimostrava che nei prossimi 20 anni potren mmo ridurre del 70% i rifiuti da plastica: basterebbe implementare tutte le soluzioni disponibili oggi, compresa la sostituzione di alcune materie plastiche con altri materiali e una migliore gestione del riciclaggio e dei rifiuti.
La svedese Carney Almroth della Göteborgs universitet conferma che «La produzione in crescita esponenziale è la vera causa principale del problema e le quantità di plastica che abbiamo prodotto finora hanno già superato i limiti del pianeta. Se non affrontiamo questo problema, tutte le altre misure non riusciranno a raggiungere l’obiettivo di ridurre sostanzialmente il rilascio di plastica nell’ambiente».
Gli scienziati ed esperti di Canada, Germania, India, Norvegia, Svezia, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti che hanno firmato la lettera aperta sostengono che «L’eliminazione graduale della produzione di nuova plastica realizzata da materie prime vergini dovrebbe far parte di una soluzione sistemica per porre fine all’inquinamento da plastica, Un approccio globale deve riguardare anche il lato dell’offerta, ovvero la quantità effettiva di plastica prodotta e immessa sul mercato».
Questo approccio è sostenuto da prove scientifiche ed è in linea con le conclusioni dello studio “A binding global agreement to address the life cycle of plastics”, pubblicato nel luglio 2021 su Science da un team di esperti politici e legali. Come evidenziano alla Norges teknisk-naturvitenskapelige universitet «Insieme alle misure per affrontare il problema del consumo e della domanda, come le tasse, un approccio globale deve coprire anche il lato dell’offerta, vale a dire la quantità effettiva di plastica prodotta e immessa sul mercato», ma fanno anche notare che «Il taglio graduale della produzione di nuova plastica comporterà molti vantaggi sociali, ambientali ed economici, affermano».
Il biologo turco Gündoğdu della Çukurova Üniversitesi, ricorda che «La massiccia produzione alimenta anche il trasferimento di rifiuti di plastica dal nord globale al sud. Un limite alla produzione faciliterà l’eliminazione delle applicazioni non essenziali e ridurrà le esportazioni di rifiuti di plastica».
L’ecotossicologo norvegese Wagner, della Norges teknisk-naturvitenskapelige , conclude: «Otteniamo molti vantaggi dalla plastica, ma la riduzione della produzione aumenterà il valore della plastica, aumenterà altre misure per frenare l’inquinamento da plastica, aiuterà ad affrontare i cambiamenti climatici e promuovere la nostra transizione verso un’economia circolare e sostenibile».
L’articolo Mettere un limite alla produzione di plastica per porre fine all’inquinamento sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.