A causa delle tensioni geopolitiche e (dunque) sui mercati internazionali, il caro materie prime ha segnato il record storico dell’ultimo quinquennio almeno, con prezzi in salita nell’ultimo anno del 50% per il ferro, del 45% per il rame e del 27% per l’alluminio.
Un trend che pesa anche sull’avvio a riciclo di rifiuti come quelli elettrici ed elettronici (Raee), ingolosendo chi punta a trarre un profitto dal loro smercio al di fuori dei circuiti legali.
Non a caso Erion, tra i più importanti Sistemi multi-consortili no profit di responsabilità estesa del produttore (Epr) per la gestione dei Raee, segnala che nel 2021 ha registrato un sostanziale stop all’aumento delle quantità di Raee domestici conferiti al sistema Raee italiano – del quale appunto Erion fa parte –, determinando al tempo stesso una maggiore sottrazione di tali rifiuti da parte del cosiddetto “mercato clandestino” e spesso illecito; un trend controbilanciato solo in parte dall’effetto “bonus rottamazione TV”.
«Il fenomeno dei flussi paralleli, se non contrastato da adeguati controlli – spiega Dario Bisogni, presidente Erion – contribuisce ad allontanare l’Italia dal target di raccolta fissato dall’Unione europea (più di 10 kg pro-capite all’anno) e impedisce di rimettere in circolo materie prime seconde importanti per superare la carenza e la dipendenza da altri Paesi. Per questa ragione, come ribadito dall’intera filiera attraverso il “Libro bianco sui Raee”, chiediamo al Governo e al Parlamento un intervento concreto nell’attuare azioni di miglioramento sia per quanto riguarda la normativa, che per quanto concerne l’enforcement del sistema Raee italiano».
Nel frattempo, come documentato dal proprio Bilancio di sostenibilità 2021, nell’ultimo anno Erion che ha gestito su tutto il territorio italiano 290.880 tonnellate di E-waste (-3,8% rispetto al 2020), di cui 266.614 tonnellate di Raee domestici (oltre il 69% del totale nazionale), 23.561 tonnellate di rifiuti di pile e accumulatori e 705 tonnellate di Raee professionali.
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