Ma la centrale è stata nuovamente bombardata e continuano gli scambi di accuse tra russi e ucraini
Il direttore generale dell’International atomic energy agency (IAEA). Rafael Grossi, ha annunciato che l’Agenzia nucleare dell’Onu ha formato una delegazione che visiterà la centrale nucleare di Zaporozhya, in Ucraina e sotto controllo dell’esercito russo, già questa settimana. «Il giorno è giunto – ha scritto su Twitter Grossi – l’IAEA’s Support and Assistance Mission to Zaporozhye (ISAMZ) sta arrivando. Dobbiamo proteggere la sicurezza e la salvaguardia del più grande impianto nucleare dell’Ucraina e dell’Europa. Sono orgoglioso di guidare questa missione».
In precedenza, Grossi aveva spiegato che l’obiettivo della missione è «Vedere cosa sta succedendo esattamente all’impianto, valutarne l’integrità, parlare con il personale russo e ucraino e stabilire una presenza permanente sul campo».
Il 27 agosto il New York Times ha spiegato che la delegazione dell’Iaea è composta da esperti indipendenti provenienti da Paesi per lo più neutrali e che non parteciperanno esperti né degli Usa né del Regno Unito a causa del loro forte sostegno a Kiev.
Evgeny Balitsky, il capo dell’amministrazione militare-civile filo-russa, ha denunciato che stanotte «Le forze ucraine hanno bombardato Energodar, la città in cui si trova l’impianto. Tre case residenziali sono state deliberatamente colpite dal fuoco dell’artiglieria, ferendo 9 persone, con due feriti gravi. L’attacco aveva lo scopo di silurare la missione dell’Iaea. Questa provocazione da parte dei militanti controllati da Kiev ha lo scopo di far deragliare la visita del capo dell’Iaea alla centrale nucleare di Zaporozhya».
Intanto, ieri l’Ucraina ha informato l’Iaea sui nuovi bombardamenti avvenuti nei giorni scorsi e che hanno colpito zone molto vicine alla centrale nucleare di Zaporizhzhya (ZNPP), ma Grossi afferma che «Tutti i sistemi di sicurezza sono rimasti operativi e non vi è stato alcun aumento dei livelli di radiazioni».
L’Iaea e Kiev confermano che la centrale nucleare continua ad essere collegata all’unica rete elettrica di alimentazione esterna da 750 kilovolt (kV) rimasta operativa dal 25 agosto. Inoltre, entrambi i reattori che sono stati disconnessi dalla rete elettrica durante le interruzioni di corrente sono tornate in funzione dopo essere state ricollegate il 26 agosto. Le altre 4 unità della ZNPP erano state disconnesse prima dei bombardamenti del 25 agosto e sono rimaste inattive.
Il 25, 26 e 28 agosto la centrale nucleare occupata dai russi è stata bombardata, ma l’Ucraina ha detto di non avere ancora informazioni complete sulla natura de i danni. Citando informazioni dall’Ucraina, Grossi ieri ha sottolineato che «Il bombardamento aveva colpito l’area dei due cosiddetti edifici speciali dell’impianto, entrambi situati a circa 100 metri dagli edifici del reattore, nonché un’area di un cavalcavia. Tali edifici ospitano strutture tra cui impianti di trattamento delle acque, officine di riparazione di apparecchiature o strutture per la gestione delle scorie. Ci sono stati anche danni su alcune condutture dell’acqua nel sito, ma sono state riparate. Tutte le misurazioni della radioattività nel sito ZNPP rientravano nell’intervallo normale e non vi era alcuna indicazione di alcuna perdita di idrogeno».
Ma l’Iaea, pur non sbilanciandosi sull’accusa ucraina che siano i russi ad auto-bombardarsi. Avverte che «L’ultimo bombardamento ha sottolineato ancora una volta il rischio di un potenziale incidente nucleare presso la ZNPP, la più grande centrale nucleare (NPP) d’Europa, controllata dalle forze russe dall’inizio di marzo ma gestita dal suo personale ucraino».
Anche ieri, il ministro della difesa russo, Igor Konashenkov, ha continuato ad accusare le unità di artiglieria ucraine di bombardare la centrale nucleare: «In totale sono stati sparati nove proiettili, di cui 3 sono caduti vicino all’edificio speciale n. 2, dove viene stoccato il nuovo combustibile nucleare della società TVEL, così come i rifiuti radioattivi solidi. I frammenti dei proiettili hanno danneggiato una rete di condutture. Durante il secondo bombardamento, un proiettile è caduto vicino al reattore 6 e altri 5 davanti alla stazione di pompaggio dell’unità 6, che raffredda il reattore». Secondo i militari russi, «Il fuoco di artiglieria ucraino proveniva da un’area vicino a Marivka, un villaggio nella regione di Dnipropetrovsk a una decina di chilometri dalla centrale».
Il 26 agosto, dopo quattro settimane di intense discussioni all’Onu, la Tenth Review Conference of the Parties to the NPT si conclusa senza l’approvazione del documento finale perché la Russia si è opposta a quanto era scritto sul testo riguardo al suo controllo sugli impianti nucleari ucraini. Gli Stati Uniti ne hanno approfittato per chiedere che Mosca a ponga fine alle ostilità nell’area della centrale nucleare di Zaporozhya e trasferisca il controllo dell’impianto a Kiev. Secondo il Dipartimento di Stato Usa, «La decisione della Russia di non riconoscere il documento finale sul Trattato di non proliferazione nucleare, contrariamente alla posizione unanime della comunità mondiale, sottolinea la necessità che gli Stati Uniti e altri Paesi continuino a sollecitare la Federazione Russa a fermare le ostilità nei pressi della centrale nucleare di Zaporozhya e a restituire il controllo dell’impianto all’Ucraina».
La dichiarazione sottolinea che «Gli Stati Uniti intendono continuare a lavorare con la comunità mondiale per stabilire la pace e la sicurezza globali senza armi nucleari. Il TNP rimane e rimarrà la pietra angolare fondamentale del regime di non proliferazione nucleare, nonché un importante strumento per il disarmo nucleare e l’uso pacifico dell’energia nucleare».
La conferenza di revisione del TNP non è riuscita a raggiungere un consenso su un documento finale e Igor Vishnevetsky, vicedirettore del Dipartimento per la non proliferazione e il controllo degli armamenti del ministero degli esteri russo, controbatte che «La Federazione russa ha proposto di modificare cinque punti del documento per allinearli all’agenda urgente relativi al processo di revisione del TNP, per liberarli da connotazioni politiche. Tuttavia, il desiderio della delegazione russa di lavorare non ha trovato risposta».
Il TNP, entrato in vigore nel marzo 1970, è l’unico impegno vincolante per l’obiettivo del disarmo da parte degli Stati che ufficialmente accumulano armi nucleari. E’ organizzato attorno a tre pilastri – disarmo, non proliferazione e usi pacifici dell’energia nucleare – e vede l’adesione di 191 Paesi. Ogni cinque anni si tengono conferenze di revisione. Anche la sessione del 2015 si era conclusa senza un documento finale mentre la Conferenza del 2020 è stata rinviata a causa della pandemia di Covid-19.
Come ha spiegato il presidente argentino della conferenza Gustavo Zlauvinen durante un briefing con la stampa, « Sono frustrato per il fatto che le parti non abbiano adottato un documento finale per consenso. Sapevo che le prospettive erano molto scarse anche prima dell’inizio del procedimento, date le opinioni divergenti su questioni come gli impegni passati sulle garanzie di sicurezza. Ma l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia a febbraio ha esacerbato quelle tensioni e sapevamo che la guerra in Ucraina avrebbe gettato un’ombra sulla Conferenza di revisione. La Russia ha chiesto modifiche ai paragrafi del documento finale della Conferenza di revisione del TNP, che riguardava la centrale nucleare di Zaporozhya e il memorandum di Budapest. L’ultima riunione plenaria della Conferenza è stata ritardata e poi sospesa per diverse ore, a causa di trattative dell’ultimo minuto, in particolare con la delegazione russa, che non è stata in grado di accettare il testo meno che non fossero introdotte modifiche molto importanti nel testo, con riguardo alla situazione degli impianti nucleari ucraini sotto il controllo russo. Ho cercato di vedere se altre delegazioni avrebbero accettato questo testo e non è stato così. Nel complesso, la Conferenza di riesame è stata significativa. Le delegazioni si sono impegnate in discussioni su questioni molto complesse e la mancanza di un documento finale non ha sminuito il loro lavoro. E’’ come se avessimo girato un film per quattro settimane, ma non siamo riusciti a fare una foto alla fine del film. Quindi non avere l’immagine di tutto questo non riflette il fatto che il film esisteva».
Il segretario generale dell’Onu António Guterres, ha espresso tutto il suo disappunto per il fatto che «I Paesi non siano stati in grado di raggiungere un consenso su un risultato sostanziale e di sfruttare l’opportunità di rafforzare il trattato che ha 52 anni e portare avanti i suoi obiettivi». Mentre il capo dell’Onu ha accolto con favore «L’impegno sincero e significativo delle parti e il fatto che la Conferenza abbia riconosciuto il TNP come la pietra angolare” del regime globale di disarmo e non proliferazione», si è rammaricato che non si sia stati in grado di affrontare le sfide urgenti che minacciano sicurezza collettiva globale: «Il difficile contesto internazionale e l’accresciuto rischio che le armi nucleari vengano usate, accidentalmente o per errore di calcolo, richiedono un’azione urgente e risoluta. Faccio appello a tutti gli Stati affinché utilizzino ogni via di dialogo, diplomatica e negoziale per allentare le tensioni, ridurre il rischio nucleare ed eliminare la minaccia nucleare una volta per tutte. Un mondo libero dalle armi nucleari rimane la massima priorità di disarmo delle Nazioni Unite e un obiettivo per il quale il Segretario generale rimane fermamente impegnato».
Anche l’Alto rappresentante dell’Onu per il disarmo, Izumi Nakamitsu, non j ha nascosto la sua forte delusione: «La bozza finale, ovviamente, non era un documento perfetto. Lo sapevamo tutti. Ma la stragrande maggioranza degli Stati parti ha ritenuto che fosse ancora nell’interesse della comunità internazionale. Quindi, ora la nostra sfida è assicurarci di cominciare da qui e, se lo vogliamo, raddoppiare i nostri sforzi per assicurarci che gli sforzi verso il disarmo nucleare vengano, di fatto, rinvigoriti. Mentre questo ha segnato la seconda volta consecutiva che la Conferenza si è conclusa senza un risultato consensuale, il TNP non crollerà né subirà danni immediati. Tuttavia, penso che dobbiamo assicurarci di invertire questo trend di sfiducia e di ritrovare la fiducia in questo regime del TNP che continua a calare. Dobbiamo invertire la frustrazione. E affinché ciò avvenga, dobbiamo assicurarci che ci saranno impegni seri e sostanziali tra gli Stati dotati di armi nucleari e gli Stati non dotati di armi nucleari e, naturalmente, cosa molto importante, anche tra gli stessi Stati dotati di armi nucleari».
L’articolo L’Iaea pronta per l’ispezione alla centrale nucleare di Zaporozhya sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.