Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, in veste di commissario straordinario del Governo, ha firmato stamani l’autorizzazione all’installazione del rigassificatore che resterà nel porto di Piombino tre anni, per poi trasferirsi non si sa dove.
Dopo l’esito delle relative Conferenze dei servizi, l’epilogo era ormai scontato: da qui ad aprile si prevede dunque il pieno funzionamento dell’immissione del gas dalla nave rigassificatrice Golar tunda nel gasdotto nazionale.
«La portata di gas – spiega Giani – sarà importante, una portata di 5 miliardi di metri cubi, una portata importante rispetto ai 29 miliardi che in questo momento offre il gasdotto che viene della Russia. La Toscana quando a metà aprile sarà in funzione la nave potrà dire di consentire col suo contributo, 10 miliardi di metri cubi di gas (in quanto a largo di Livorno è già attivo anche il rigassificatore Olt, ndr), a più di un terzo di quello che era il gas russo».
A fronte di questo «servizio a 60 milioni di italiani» Giani e la Giunta regionale hanno definito un memorandum con richieste compensative al Governo per centinaia di milioni di euro, senza le quali apparentemente il rigassificatore non potrà entrare in funzione, tanto che la Giunta ha deliberato la necessità di attivare una cabina di regia nazionale per «approvare, entro il termine di entrata in esercizio del rigassificatore, i provvedimenti normativi e gli accordi di programma necessari».
Difficile ormai immaginare che l’opera si blocchi improvvisamente in caso di mancato accordo col Governo, ma Giani assicura che «questo memorandum in dieci punti è l’atto necessario per poter perfezionare l’autorizzazione, con prescrizioni, al rigassificatore nel porto di Piombino».
Ma quali sono, in concreto, le richieste espresse dal memorandum? È la Giunta stessa a sintetizzarne i contenuti, che riportiamo integralmente qui di seguito:
“C’è, nel memorandum, la richiesta di sconto di almeno il 50% in bolletta, per tre anni, a vantaggio dei cittadini e delle aziende di Piombino e degli altri comuni compresi nell’area di crisi industriale complessa, ovvero anche Campiglia Marittima, San Vincenzo e Suvereto. La Regione sollecita il Governo ad intervenire con un provvedimento legislativo di urgenza.
Ci sono le bonifiche di cui si dovrà far carico lo Stato, attese da anni: lo sblocco della messa in sicurezza anzitutto della falda (costo aggiornato circa 88 milioni di euro rispetto ai 47 fino ad oggi disponibili, ferma da un anno per problemi burocratici) ma anche la bonifica dai detriti e scarti delle lavorazioni siderurgiche dell’alto forno nelle aree esterne al perimetro del gruppo Jsw Steel, pari a 500 mila metri cubi di terra da bonificare auspicabilmente – nella proposta delle Regione Toscana – con un intervento di economia circolare. La spesa da finanziare è di 200 milioni di euro.
E poi c’è la strada di collegamento tra il porto e la SS398, con una nuova viabilità esterna all’abitato della città: la Regione sollecita l’avvio dei lavori. Il primo lotto, in carico ad Anas (stanziati ed impegnati 50 milioni di euro) è già stato aggiudicato, ma l’apertura del cantiere ritarda di mese in mese. Il secondo è di competenza dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno e del commissario per i lavori nel Porto di Piombino (ovvero il presidente della Regione) ed è in fase di progettazione: a disposizione ci sono 55 milioni di fondi Pnrr, ma ne servono 65. La Regione chiede dunque al Governo di integrare le risorse.
C’è anche il parco delle energie rinnovabili (fotovoltaico ed eolico sulle aree demaniali del promontorio, e idrogeno verde a supporto delle acciaierie , con un finanziamento già richiesto di 100 milioni di euro che comprende pure la creazione di un centro ricerchge sulle produzione di energia rinnovabile da moto ondoso in collaborazione con il Lamma.
E poi investimenti sul porto, per compensare l’occupazione della nuova banchina da parte della Golar Tundra e per la salvaguardia di pesca, itticoltura e turismo (un pacchetto da almeno 145 milioni), il riconoscimento di Piombino come zona logistica semplificata, proposta già inviata dal Governo alla Regione, e contestuale riconoscimento di zona economica speciale od equivalente, anche zona franca doganale, (con 10 milioni di possibili agevolazioni fiscali per le imprese), percorsi accelerati per la gestione di progetti o adeguamenti dei piani regolatori portuali, il rifinaziamento di fondo nazionale da 30 milioni di euro per ulteriori agevolazioni ed investimenti (ma anche politiche attive) per riqualificare il polo industriale e un milione l’anno infine ai parchi archeologici della Val di Cornia.
Nella delibera che accompagna la proposta di memorandum la Regione chiede al Governo anche un finanziamento di 5 milioni di euro l’anno, per tre anni, per potenziare i collegamenti con l’isola d’Elba oltre a chiedere garanzie che l’attività del rigassificatore non ostacoli l’operatività del porto”.
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