Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) co-finanzierà con 3,5 mln di euro la trasformazione dell’impianto di San Donnino, secondo il progetto presentato da Alia – il gestore unico dei servizi d’igiene urbana nella Toscana centrale – in accordo col Comune di Firenze.

Il progetto è infatti arrivato settimo tra i 74 approvati a livello nazionale dal ministero della Transizione ecologica, in riferimento al bando Pnrr sull’economia circolare dedicato ad ammodernamento e realizzazione nuovi impianti per miglioramento raccolta, logistica e riciclo dei Raee, ovvero i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.

«Attualmente non c’è nulla di simile in tutta la Regione – dichiara il presidente di Alia, Nicola Ciolini –  nonostante la Toscana, in base agli ultimi dati del Centro di coordinamento del Raee italiano, si confermi la più efficiente dell’Italia centrale in termini di raccolta di questi materiali: 7,99 kg ad abitante, 29.372 tonnellate di Raee conferito nel 2020».

Il progetto mira a realizzare nel fiorentino un impianto per la chiusura del ciclo dei Raee con tecnologie di ultima generazione, che permetteranno di ricavare da questi rifiuti materie prime sempre più preziose, riducendo così gli impatti ambientali legati sia al loro smaltimento, sia all’estrazione di materie prime vergini.

Si stima infatti che dal riciclo di 1.000 tonnellate di Raee domestici si possano infatti ricavare circa 900 tonnellate di materie prime seconde, di cui oltre 500 tonnellate di ferro, più di 130 tonnellate di plastiche, circa 100 tonnellate di vetro, 80 tonnellate di cemento, 25 tonnellate di rame, 20 tonnellate di alluminio, 10 di legno e 15 di altri materiali.

Non solo: guardando in particolare al recupero di metalli preziosi o rari, una tonnellata di schede elettroniche da telefoni a fine vita contiene in media 276 g di oro, 345 g di argento, 132 kg di rame; se si considerano poi altri componenti, come magneti e antenne integrate ad esempio, l’elenco si allunga con le terre rare (quali ad esempio neodimio, praseodimio e disprosio) che possono raggiungere 2,7 kg per tonnellata di smartphone.

I Raee rappresentano dunque delle vere e proprie “miniere urbane” da poter mettere a frutto in modo sostenibile, ma solo se il territorio si dota di impianti dedicati, come quello che nascerà a San Donnino; l’alternativa è lasciare che questi rifiuti cadano preda del “mercato parallelo”, cioè di quei soggetti che cercano di massimizzare i propri profitti estraendo dai Raee le materie più facili senza curarsi dell’impatto ambientale del trattamento.

Con una potenzialità di trattamento fino a 65.000/t/a, l’impianto di San Donnino attiverà una filiera circolare che, in prospettiva, consentirà il mantenimento del valore delle materie prime seconde sul territorio secondo il principio di prossimità, estraendo nuovo valore da Raee come pc, smartphone, tablet, stampanti, ma anche  lavatrici, frigoriferi, ma anche da pannelli fotovoltaici (FV) a fine vita, che verranno trattati grazie alla realizzazione di una linea dedicata. Al contempo, l’impianto di San Donnino attiverà sinergie con altre aziende del gruppo Alia specializzate nel recupero delle plastiche, a cui destinare tale flusso per sfruttare ulteriori opportunità di riciclo.

«Il revamping – sottolinea infine Ciolini – verrà accompagnato da un progetto di riqualificazione e valorizzazione dell’intera area, molto atteso dal territorio e dalla comunità».

La realizzazione dell’impianto è infatti inserita in una più ampia operazione di riqualificazione strutturale dell’area, con la demolizione delle due ciminiere dell’ex inceneritore e di alcuni locali limitrofi e il recupero del corpo principale che sarà risanato, riconvertito e integrato a due nuovi edifici di superficie complessiva pari a circa 8mila mq.

L. A. 

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