Il ministero dell’Ambiente ha pubblicato la graduatoria per lo stanziamento relativo alle risorse Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) dedicate all’economia circolare, e più nello specifico per quanto riguarda “l’Investimento 1.1 Linea d’Intervento B”.

In buona sostanza, si tratta della ripartizione dei 450 milioni di euro destinati dal Pnrr all’ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata. Fondi che però in Toscana non arriveranno: nessuno dei progetti presentati è stato finanziato, nonostante molti fossero ai primi posti della graduatoria stilata dal ministero per l’ammissione ai finanziamenti Pnrr.

«Il ministero – spiega oggi Nicola Perini, presidente Confservizi Cispel Toscana, in una lettera firmata apparsa sul Corriere fiorentino – ha deciso di finanziare 28 impianti, 15 al nord e 13 al centro-sud, per un totale di 450 milioni di euro. La Toscana aveva presentato un pacchetto interessante di digestori anaerobici, proposti dai gestori, tutti realizzabili entro il 2026 e coerenti con la pianificazione regionale e di Ato. Un piano che avrebbe garantito, insieme ad altri impianti già esistenti o in costruzione, l’autosufficienza regionale nella gestione della frazione organica, mentre oggi ne esportiamo una parte. Ebbene, nessun impianto toscano è stato finanziato. Quello di Cermec (Massa e Carrara) nell’Ato costa, è tra i primi impianti esclusi in tutta Italia, più in basso la proposta di Sienambiente e a seguire quelle di Futura (Grosseto), Aisa Impianti (Arezzo), Scapigliato (Rosignano) e Aer (Pontassieve)».

Era evidente da tempo che non tutti gli impianti toscani avrebbero potuto ricevere il finanziamento, dato che a livello nazionale sono stati presentati 475 progetti e le risorse disponibili si fermano a 450 mln di euro, ma il rammarico è forte soprattutto in quei casi che erano stati valutati in modo particolarmente positivo dallo stesso ministero.

Si pensi ad esempio al biodigestore da oltre 20 mln di euro in programma a Cermec, giunto 25° a livello nazionale, 5° al centro e primo in Toscana: anche questo progetto è stato tagliato fuori dalla graduatoria ministeriale.

Certo, questo non significa che tutti i progetti non ammessi ai fondi Pnrr siano destinati a restare sulla carta, dato che l’urgenza di nuovi impianti per la gestione rifiuti è molto forte in Toscana.

«Retiambiente ha detto che il biodigestore (Cermec, ndr) rientra nel piano di investimenti dell’ambito e che in tal senso intende procedere», afferma nel merito la sindaca di Carrara, Serena Arrighi, sulle pagine locali de La Nazione; idem per il sindaco di Massa, Francesco Persiani, assicurando che «anche il direttore generale di Ato Toscana Costa, Alessandro Mazzei, ha ribadito la centralità di Cermec e del biodigestore».

Al contempo, è evidente che senza fondi Pnrr si fa più ripida la strada per arrivare alle risorse economiche necessarie, e non solo per Cermec. «L’esclusione delle proposte toscane è grave ed incomprensibile, e rischia – sottolinea Perini – di mettere in crisi il disegno del Piano regionale di gestione dei rifiuti, contenuto nelle proposte avanzate dai gestori in risposta all’avviso pubblico regionale. Occorre che la Regione e i Comuni toscani facciano sentire la loro voce al nuovo ministro dell’Ambiente».

L. A. 

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