La compostiera privata è un ottimo modo per dare nuova vita ai rifiuti organici, trasformandoli in nutrimento per il terreno. Ma attenzione a cosa viene buttato al suo interno: la possibilità di commettere un errore, seppur in modo ingenuo, è dietro l’angolo.
Il consumatore può essere tratto in inganno dalla presenza delle etichette “biodegradabile” e “compostabile” sulle confezioni di stoviglie monouso in plastica o sulle buste utilizzate dai supermercati per il confezionamento dei prodotti.
Questi prodotti, infatti, possono essere smaltiti nei rifiuti organici come indicato sulla loro confezione, ma non nel compost domestico. Il motivo? La plastica compostabile necessita di un processo industriale per degradarsi – processo che non può avvenire nella compostiera di casa.
Leggi anche: Compost domestico: 5 modi per trasformare i rifiuti organici in terra concimata
Cosa indicano le etichette “biodegradabile” e “compostabile”
Il problema dei rifiuti plastici è ancora molto attuale e le strategie messe in atto per risolverlo sono variegate. Da questa diversificazione derivano i molti termini che vediamo abbinati alla plastica che, almeno in origine, è un derivato del petrolio. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
Plastica riciclabile
Si tratta di materiale plastico a tutti gli effetti, derivato esclusivamente dal petrolio. Diversamente dalla plastica tradizionale, tuttavia, la plastica riciclabile può essere recuperata e riplasmata attraverso processi industriali specifici.
Questo ha un doppio vantaggio: da una parte non verrà utilizzato nuovo petrolio per la produzione di oggetti in plastica; dall’altra il processo di riciclaggio permette di dar nuova vita a dei rifiuti.
Plastica biodegradabile
Può essere prodotta a partire da petrolio o prodotti organici come mais e bucce della frutta. All’impasto di questa plastica viene aggiunto un particolare enzima che accelera il processo di biodegradazione del materiale e che permette di scomporre la plastica in biomassa, anidride carbonica e acqua.
Plastica compostabile
Molti dei prodotti monouso che troviamo in vendita nei supermercati sono realizzati con questo tipo di plastica, progettata per trasformarsi in un compost ricco di sostanze nutritive per il terreno alla fine del suo ciclo vitale.
Si tratta dunque di un materiale pensato per non durare nel tempo (ha una “vita” di circa tre mesi) e per rappresentare il minimo impatto possibile sull’ambiente.
Tuttavia, come abbiamo detto, sono necessari processi industriali per trasformare le stoviglie in plastica compostabile in compost per il terreno – non è qualcosa che può avvenire spontaneamente nella nostra compostiera.
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