Dai droni e robot per la semina ai sensori climatici che aiutano l’agricoltore a capire il momento giusto per intervenire nei trattamenti. La cooperativa dei produttori bieticoli COPROB-Italia Zuccheri protagonista della 14esima tappa della campagna “I cantieri della transizione ecologica” di Legambiente

Droni, sonde e sensori “di campo” al servizio dell’agroecologia. È l’agricoltura 4.0, capace di unire l’innovazione tecnologica alla sostenibilità ambientale, per andare nella giusta direzione della transizione ecologica. In Italia un esempio viene dall’Emilia Romagna, grazie al lavoro della cooperativa dei produttori bieticoli COPROB-Italia Zuccheri, la filiera biologica di barbabietola da zucchero più grande d’Europa.

La cooperativa, nata nel 1962, si caratterizza per una gestione completa, dal campo al cliente, della filiera dell’unico zucchero 100% italiano avviata su larga scala nel 2019 con i suoi 1.200 ettari dislocati in 7 regioni della Penisola. Oggi, circa il 75% delle superfici coltivate sono certificate Sqnpi (Sistema di qualità nazionale di produzione integrata, che consente di convertire il convenzionale in un’agricoltura 100% sostenibile) o bio.

Proprio l’agroecologia e la filiera biologica di barbabietola da zucchero sono al centro della quattordicesima tappa della campagna “I cantieri della transizione ecologica”, che giunge a Minerbio, in provincia di Bologna, per raccontare questa realtà all’avanguardia grazie all’impiego di nuove tecnologie. Tra i nuovi strumenti utilizzati c’è il Dss (Decision support system) che attraverso il monitoraggio dell’andamento climatico (in particolare del tasso di umidità) aiuta l’agricoltore a capire quale sia il momento giusto per intervenire nei trattamenti in un’ottica di precision farming.

La mappatura satellitare, invece, aiuta a impostare le guide dei trattori in modo che non avvenga una sovrapposizione dei trattamenti, ottenendo un risparmio sia in termini ambientali che di costi di prodotto. C’è anche l’utilizzo di droni e robot che possono essere sfruttati al meglio a supporto degli agricoltori. In particolare, negli ultimi anni si stanno testando dei prototipi con sensori ottici per controllare in modo preciso le piante infestanti, riducendo così i danni alla barbabietola e migliorando l’efficienza della coltivazione, senza l’utilizzo di diserbanti. Ed è stato integrato nel processo agricolo anche un robot alimentato a energia solare in grado di seminare 2 ettari al giorno e di memorizzare, a distanza di tempo, il punto preciso di semina per ritornarci dopo mesi per la sarchiatura.

“La cooperativa COPROB – afferma Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente – con 1.200 ettari dedicati al biologico e 16.000 a coltivazione certificata SQNP, sta compiendo una svolta decisiva verso l’agroecologia, eliminando completamente l’utilizzo di neonicotinoidi per la concia del seme, salvaguardando biodiversità, insetti impollinatori e salute dei cittadini. Abbinare innovazione e ricerca alla forte attenzione verso la sostenibilità ambientale è senza dubbio la ricetta giusta per essere più competitivi sul mercato e allo stesso tempo rispettare le strategie europee che ci indicano chiaramente di ridurre gli input idrici, chimici ed energetici. È fondamentale che l’esempio di COPROB per la filiera dello zucchero diventi un modello replicato anche nelle altre filiere per accompagnare con coraggio e determinazione la transizione ecologica dell’intero comparto agroalimentare.”

Di innovazione tecnologica e agricoltura 4.0 si è parlato nel corso del convegno organizzato da Legambiente “Agroecologia al centro: tra buone pratiche ed innovazione”, tenutosi nella sede di COPROB in occasione della tappa della campagna. Nell’occasione sono state indicate anche tre proposte in tema di agroecologia su cui il Paese deve accelerare il passo: occorre potenziare la diffusione della produzione biologica, spingere sull’innovazione tecnologica delle attrezzature agricole in chiave sostenibile e sulla diffusione di presidi territoriali adibiti alla formazione e informazione degli agricoltori rispetto alle modalità tecniche di attuazione del modello agroecologico.

“La transizione ecologica e la lotta alla crisi climatica passano anche attraverso un’agricoltura sostenibile e di qualità su cui l’Italia deve accelerare il passo – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – Da anni Legambiente si fa portavoce di un nuovo modello agricolo che va in questa direzione capace di coniugare innovazione e sviluppo sostenibile rispondendo al tempo stesso in maniera adeguata ai consumatori che chiedono prodotti sani e di qualità. Le buone pratiche che si stanno diffondendo nella Penisola e che stiamo anche raccontando con la nostra campagna ‘I cantieri della transizione ecologica’ rappresentano un primo importante segnale, ma da sole non bastano. Per questo chiediamo al Governo anche interventi puntuali e mirati per l’agricoltura che oggi deve essere in grado di affrontare le grandi sfide attuali”.

Prima del convegno Legambiente ha visitato un campo della cooperativa in cui è stata effettuata la prova sperimentale del robot a energia solare che semina e dove viene effettuato il diserbo meccanico. L’associazione ambientalista ha anche visitato un impianto a biogas alimentato con i prodotti della lavorazione bieticola. Della barbabietola, infatti, nulla viene sprecato. Negli ultimi anni COPROB-Italia Zuccheri ha introdotto inoltre una novità che conferma la sua vocazione all’economia circolare. Grazie alle conoscenze tecnologiche acquisite nel tempo e alla partnership sviluppata con Timac Agro Italia, è nato un fertilizzante granulare ottenuto dalle calci valorizzate, residuo di produzione dello zuccherificio, utilizzabile sia nell’agricoltura convenzionale che in quella biologica. Un prodotto, sviluppato nell’ambito del progetto “Restituire energia alla terra”, studiato per la conservazione e la rigenerazione della sostanza organica.

“L’accelerazione del cambiamento climatico a cui stiamo assistendo ci impone di adeguare il prima possibile le nostre filiere agricole per garantirne la prosecuzione in modo sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico – afferma Claudio Gallerani, presidente COPROB-Italia Zuccheri – In tale contesto ci aiuta la costante ricerca di soluzioni tecniche e genetiche innovative messe in campo dalla cooperativa a favore dell’unica filiera bieticolo saccarifera italiana. Tutto quanto sviluppato in questi anni in collaborazione con altri partner ha poi ricadute positive anche su altre filiere: nessuno può infatti pensare di potercela fare da solo. È in questa prospettiva che ci spinge anche la nuova Pac e, da questo punto di vista, possiamo affermare che COPROB è stata un precursore dei tempi con collaborazioni importanti sia in termini di progetti in rotazione (come quello sviluppato con Cai inerente la successione grano-bietola) sia in termini di economia circolare”.