A Punta del Este, in Uruguay, è iniziato il primo summit dell’intergovernmental Plastics Treaty negotiations (INC1) che fino al 2 dicembre discuterà di come sviluppare uno strumento internazionale giuridicamente vincolante per porre fine all’inquinamento da plastica, anche nell’ambiente marino, un trattato che si s ispira all’Accordo di Parigi e che si spera verrà approvato entro il 2024.
La prima sessione dell’INC arriva a soli 9 mesi da quando i rappresentanti di 175 Paesi hanno approvato a Nairobi la storica risoluzione “End plastic pollution: towards an international legally binding instrument” all’United Nations Environment Assembly e hanno incaricato l’United Nations evironment programme (Unep) di convocare e gestire il processo INC.
La risoluzione approvata a marzo arrivava nel mezzo di una crescente crisi della plastica – passata in second’ordine a causa del COVID-19 e della guerra in Ucraina – che secondo gli esperti minaccia l’ambiente, la salute umana e l’economia. Il Global Plastics Outlook: Policy Scenarios to 2060 dell’OCSE dimostra che «L’umanità produce circa 460 milioni di tonnellate di plastica all’anno e, senza un’azione urgente, questa quantità triplicherà entro il 2060». Secondo lo studio “From Pollution to Solution” pubblicato dall’Unep nell’ottobre 2021, «Ogni anno oltre 14 milioni di tonnellate di plastica entrano negli ecosistemi acquatici e li danneggiano e le emissioni di gas serra associate alla plastica dovrebbero rappresentare il 15% delle emissioni totali consentite entro il 2050 se l’umanità vuole limitare il riscaldamento globale a 1,5° C».
Jyoti Mathur-Filipp, segretaria esecutiva del segretariato dell’INC sull’inquinamento da plastica, ha ricordato che «La scienza è chiara: abbiamo bisogno di un’azione globale rapida, ambiziosa e significativa per frenare l’inquinamento da plastica. Nell’INC-1, possiamo gettare le basi necessarie per implementare un approccio basato sul ciclo di vita all’inquinamento da plastica, che contribuirebbe in modo significativo a porre fine alla tripla crisi planetaria del cambiamento climatico, della perdita di natura e biodiversità, dell’inquinamento e dei rifiuti».
Gli esperti Unep dicono che «Il riciclaggio da solo non può porre fine all’inquinamento da plastica» e che l’umanità deve consumare e produrre meno materie prime. INC e Unep puntano a un “approccio ciclo di vita” che, oltre a gestire bene i rifiuti di plastica e a promuovere il loro riutilizzo, esamina come i prodotti vengono progettati, fabbricati distribuiti e tenta di ridurre la quantità di plastica utilizzata lungo tutta la filiera produttiva e commerciale.
Sheila Aggarwal-Khan, direttrice della Divisione Economia dell’Unep « Non crediamo che il riciclo o il bando della plastica siano la via d’uscita dalla crisi dell’inquinamento da plastica. La raccolta e il riciclo dei rifiuti sono estremamente importanti, ma devono far parte di un approccio integrato».
Secondo il rapporto “Policy Options to Eliminate Additional Marine Plastic Litter by 2050 under the G20 Osaka Blue Ocean Vision” dell’Unep «Un approccio basato sul ciclo di vita può ridurre di oltre l’80% il volume di plastica che entra negli oceani e far risparmiare ai governi 70 miliardi di dollari entro il 2040. Può anche ridurre le emissioni di gas serra del 25% e creare 700.000 posti di lavoro».
Intanto, il 26 novembre, le donne leader della rete mondiale di IPEN hanno accolto i delegati dell’INC1 dispiegando uno striscione con su scritto “Our Health is in Your Hands – Ban Toxic Chemicals in Plastics” e per farlo hanno scelto un luogo simbolico di Punta del Este, quello dove sorge la grande scultura di “La Mano”. Le donne “incinte” hanno così voluto sottolineare «Le minacce per la salute, tra cui l’infertilità e gli impatti sulla salute riproduttiva, che le sostanze chimiche nella plastica rappresentano per donne, bambini e famiglie».
María Isabel Cárcamo, coordinatrice dell’ONG RAP-AL Uruguay affiliata all’IPEN. Ha detto che «Il Trattato sulla plastica deve essere inteso come un accordo sanitario globale. Questa settimana sarà fondamentale per i delegati per capire che le sostanze chimiche tossiche rappresentano una minaccia per la nostra salute e per l’ambiente durante tutto il ciclo di vita della plastica. Soprattutto in America Latina, Africa e Asia, il Trattato deve proteggere le comunità dallo scarico di plastica che minaccia il diritto umano ad ambienti sani».
I negoziatori dell’INC-1 hanno il compito di preparare misure e obblighi relativi allo sviluppo del trattato giuridicamente vincolante. La segreteria dell’INC ha preparato un’analisi delle questioni che ruotano attorno a quattro aree principali necessarie per la transizione verso un’economia circolare: eliminare e sostituire la plastica non necessaria e gli additivi pericolosi, progettare prodotti in plastica da riutilizzare e riciclare, garantire che i prodotti vengano riutilizzati e riciclati e gestire l’inquinamento da plastica in modo ecologicamente responsabile.
Data l’approvazione unanime della risoluzione di Nairobi, gli esperti sperano che gli Stati membri ne discuteranno gli obiettivi e gli scopi all’INC-1 e all’UNep sono convinti che «Questo potrebbe comportare l’accordo su obiettivi ambiziosi, obblighi giuridici e monitoraggio e rendicontazione regolari. Esempi di possibili misure includono la legislazione sulla responsabilità estesa del produttore; sussidi, tasse e tariffe; e divieti o restrizioni su sostanze, polimeri o prodotti specifici». Intanto, la fnanziaria annunciata dal governo Meloni rimanda nuovamente la Plastic TAX che la risoluzione di Nairobi aveva sollecitato.
Per la Mathur-Filipp, «I negoziatori hanno l’opportunità di promuovere l’innovazione in questa fase iniziale del processo, guardando al futuro, imparando dal passato. La risoluzione dell’United Nations Environment Assembly guida il lavoro. E’ davvero importante non rinegoziare cose che sono già state concordate».
In concomitanza con il summit INC-1, il 26 novembre l’Unep ha ospitato un forum multilaterale aperto al quale hanno partecipato circa 1.800 persone, tra le quali molti stakeholders attivi lungo la catena produttiva della plastica, che hanno identificato opportunità e sfide chiave.
La Aggarwal-Khan evidenzia che «Tra tutti gli stakeholderse, abbiamo mirato a identificare le azioni più efficaci che gli Stati membri potrebbero voler prendere in considerazione per fare in modo che le loro decisioni siano più efficaci. Questo è importante per poter continuare a sfruttare e intensificare le azioni per porre fine all’inquinamento da plastica, anche mentre si svolgono i negoziati».
Il calendario proposto prevede altre quattro riunioni dell’INC fino a novembre 2024 e l’Unep riferirà sui progressi dell’INC durante la sesta sessione dell’ United Nations Environment Assembly che si terrà nel febbraio 2024. Una volta completati i negoziati dell’INC, l’Unep convocherà una conferenza diplomatica per adottare lo strumento e sottoporlo alla firma dei governi di tutto il mondo.
La Mathur-Filipp conclude: «Siamo ottimisti di poter trovare un accordo, ma ci sarà bisogno di flessibilità. Abbiamo un lasso di tempo breve. Le diverse esigenze e circostanze degli Stati membri sono riconosciute nella risoluzione, quindi le soluzioni dovranno rifletterle. Con l’accelerazione dei negoziati nei prossimi mesi, i governi, le imprese e i cittadini devono continuare ad abbandonare i prodotti in plastica monouso e integrare un approccio basato sul ciclo di vita alla catena del valore della plastica. C’è un’enorme attenzione pubblica su questo trattato e dobbiamo sfruttare questo slancio. Con la collaborazione e un’azione urgente, INC-1 può segnalare l’inizio ufficiale di un movimento davvero significativo e di grande impatto, ora e in futuro».
L’articolo Al via i negoziati per porre fine all’inquinamento da plastica (VIDEO) sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.