I corsi d’acqua dolce rappresentano uno dei principali punti d’immissione delle plastiche in mare, e in Toscana è in avvio un nuovo progetto di ricerca pensato per limitare il problema direttamente a monte, a partire dal Padule di Fucecchio.
È stato presentato infatti stamani il Progetto di ricerca scientifica per lo studio di metodi per il contenimento e lo sbarramento di materiale plastico superficiale flottante nel Padule di Fucecchio, nato grazie alla collaborazione tra Regione Toscana, Consorzio di bonifica 4, Università di Pisa e i Comuni di Fucecchio, Ponte Buggianese e Larciano.
«Abbiamo già installato qualche barriera in via sperimentale in questo territorio – ricorda l’assessora all’Ambiente, Monia Monni – e ne installeremo tre all’interno del cratere del Padule di Fucecchio, nel canale di immissione perché, come sappiamo, le plastiche che ci sono nei nostri fiumi arrivano in mare, dove si deteriorano e raggiungono dimensioni molto piccole, finendo poi nel ciclo alimentare, con gravi danni per la salute umana. Raccoglierle nei fiumi ci consente di riciclarle perché sono ancora in uno stato in cui è possibile farlo. Peraltro sono barriere che raccolgono le plastiche galleggianti, quindi non interferiscono con i sedimenti che devono andare ad alimentare le nostre coste che sono in grande difficoltà. Non interferiscono con la flora e con la fauna e in via definitiva saranno anche realizzate proprio con il legno degli alberi caduti nel Padule. Quindi, con un’attenzione anche all’inserimento paesaggistico ambientale in un luogo così delicato e bello, come questo che è l’area protetta umida più importante del centro Italia. Nei due anni di durata, il progetto ci consentirà di analizzare le plastiche e capire quali siano i punti di immissione per intervenire in maniera preventiva».
Un sistema che non interferisce con la vita del fiume, non reca danno alla flora e alla fauna e inoltre è progettato per restare in posizione per lungo tempo. Inoltre, resta operativo durante le piogge ordinarie grazie a un sistema di ancoraggio, realizzato tramite funi, su dei pali infissi sulle sponde e sul letto del fiume. Il galleggiante non è invasivo, tiene conto della stagionalità del corso d’acqua e permette inoltre lo scorrimento libero delle acque senza alterarne la portata e la velocità, così come il passaggio di animali acquatici e dei detriti fluviali naturali, che afferiscono al mare alimentando le coste.
«Si tratta di un progetto della durata di due anni che vedrà stanziati circa 68 mila euro, di cui 17mila a carico della Regione Toscana, altri 17 mila a carico dell’Università di Pisa e 34 mila a carico del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno – spiega Maurizio Ventavoli, presidente del Consorzio – Il progetto prevede la messa a punto di un sistema di sbarramento, idoneo per la riserva naturale Padule di Fucecchio, con l’immissione di tre barriere per bloccare le plastiche galleggianti, posizionate anche a rotazione per permettere la navigabilità dell’area».
Il funzionamento del dispositivo si basa su un sistema modulare di raccolta selettiva di materiali galleggianti che, posizionato sule sponde con la concavità rivolta verso la direzione del flusso di corrente d’acqua, intercetta il materiale sulla base del proprio assetto: quello con maggior galleggiamento scavalca è intercettato dalla barriera, dove il flusso dell’acqua lo convoglia verso il centro in corrispondenza di un’area di raccolta.
Ogni modulo ha una lunghezza di 2 metri e una sezione circolare di diametro pari a 10/20 cm. Il sistema è altamente efficace per le plastiche galleggianti, sfrutta il basso peso specifico di questi oggetti per intrappolarli, senza essere invasivo per materiali naturali semi sommersi, per la flora e la fauna.
Si passerà poi alla fase successiva, con l’installazione di tre barriere per lo sbarramento della plastica. Si tratta di barriere galleggianti posizionate anche a rotazione per permettere la navigabilità dell’area.
«Il progetto – aggiunge Stefano Pagliara, docente di Ingegneria all’Università di Pisa – prevede l’analisi del bacino del Padule di Fucecchio, del movimento delle plastiche e lo studio scientifico dei metodi per intercettare e rimuovere le plastiche galleggianti e si articola in tre punti. Il primo prevede lo studio idraulico del bacino per inquadrare i movimenti delle plastiche e sperimentare la barriera più idonea. Nel laboratorio di Idraulica Destec Pisa è stato studiato un prototipo per la raccolta selettiva delle plastiche, costituito da una barriera in polietilene che intrappola e raccoglie il materiale galleggiante e semi affondato che si muove spinto dalla corrente».
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