Sfrutta le correnti per produrre energia quando è ferma in porto: lo scafo realizzato dai piccoli studenti toscani cerca sponsor. La presentazione durante Seif (Sea essence international festival)


Come si costruisce una barca veramente sostenibile? Bastano un’elica per sfruttare le correnti marine, una piccola pala eolica per catturare il vento, e qualche pannello solare, meglio se rimovibile. La ricetta la suggeriscono i piccoli alunni del plesso Tagliaferro di Marciana Marina, piccolo comune dell’Isola d’Elba. Giovani ingegneri crescono, studiano e presentano soluzioni che potranno, se non proprio essere copiate, almeno ispirare i colleghi più grandi. A guidarli, le docenti Alba Corsi (matematica e scienze) e Valentina Venella (inglese). I giovanissimi alunni toscani hanno montato i dispositivi (che comprendono una dinamo e un accumulatore) su un piccolo scafo realizzato in scala. Ingegnoso il sistema utilizzato per produrre energia: oltre a sole e vento di scirocco, saranno sfruttate le correnti marine che lambiscono anche le barche ferme all’ancora. Il risultato servirà per ricaricare le colonnine elettriche presenti nel porto isolano. Per individuare il punto giusto in cui ormeggiare gli scafi è stata condotta un’approfondita analisi assieme a marinai e pescatori e operatori dell’approdo, profondi conoscitori del territorio, valorizzandone l’esperienza.

Un talento per la fisica
«Ho chiesto ai ragazzi di tirare fuori anche le idee in apparenza più strane – dice Corsi a La Nuova Ecologia – e posso affermare che sono stati bravissimi, collaborativi e ingegnosi. Non solo: hanno dedicato moltissimo tempo libero a questo progetto durato ben sette mesi, rinunciando ad altre attività, come i corsi di pallavolo e danza, cui pur tenevano molto». I risultati sono arrivati: i talentuosi membri del “The Crazy Team”, questo il nome della squadra, sono stati selezionati per prendere parte al premio “Oltre la robotica” istituito dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto con il sigillo del Ministero dell’Istruzione. I giovanissimi si sono confrontati con altre ventisei compagini, di cui ben venticinque provenienti da istituti superiori, riuscendo a non sfigurare. Anzi.

Qualcuno, poi, ha scoperto un vero e proprio talento. «E’ successo con una ragazza. Elba Tech, studio di ingegneria locale, ci ha aiutato gratuitamente a costruire il prototipo dell’imbarcazione che abbiamo presentato in gara: dopo qualche incontro, i titolari mi hanno chiamata dicendomi che una tra le studentesse che trascorrevano i pomeriggi da loro aveva una propensione non indifferente per la fisica, materia che noi alle medie sfioriamo senza approfondire». Nel dibattito pubblico si parla spesso dello scarso appeal delle materie scientifiche tra i giovani: cosa ne pensa la docente? «Credo che ai ragazzi di oggi vadano proposte molte esperienze di laboratorio, che aumentano la facilità di apprendimento. Ma non vorrei essere fraintesa: le nozioni servono. Io stessa ho imparato con il vecchio metodo delle lezioni frontali, che si è dimostrato efficace. Insomma, non va demonizzato: ma ritengo che le conoscenze debbano essere messe in pratica, e ai bambini debba essere concesso lo spazio per lavorare da soli». Corsi ora cerca sponsor per costruire un prototipo in dimensioni reali.

Seif 2023, la tre giorni glocal all’Elba
L’occasione per il Crazy Team di presentarsi al pubblico di casa è arrivata con il Sea Essence International Festival di inizio luglio, organizzato dalla Fondazione Acqua dell’Elba. Sul palco della tre giorni toscana si sono alternati ospiti di spessore nel campo della tutela del mare, dall’Ispra al Centro euro mediterraneo per i cambiamenti climatici, da fondazione Symbola (attenta ai legami con l’economia, la cosiddetta blue economy) agli amministratori locali.  Tante le storie raccontate sul palco, come l’iniziativa “Il porto delle donne” del Comune di Livorno, presentata dall’assessore Barbara Bonciani e che mira ad aumentare la presenza femminile negli approdi. Presente, tra gli altri ospiti, anche il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, che ha ricordato come sia necessario rafforzare la spinta sulle rinnovabili, superando la dicotomia tra transizione energetica e tutela del paesaggio, che spesso vede contrapposti anche i ministeri omologhi. «Raffinerie e centrali elettriche presenti da decenni sulle nostre coste non solo inquinano, ma sono molto peggio in termini di impatto visivo – ha sintetizzato Ciafani – Chiaramente, a una condizione: che i nuovi impianti eolici offshore siano costruiti in maniera sostenibile e con le cautele del caso».