Dopo i drammatici momenti dell’emergenza, la Romagna si avvia lentamente alla fase della ripartenza, ma per farlo è necessario prima di tutto rimuovere migliaia di tonnellate di fango, detriti e rifiuti che hanno invaso città, campagne e aziende. Per questo Revet ha risposto all’appello della città di Forlì martoriata dall’alluvione inviando in Romagna due autotreni con quattro casse scarrabili che per tutta la settimana saranno a disposizione dell’azienda Alea Ambiente, che gestisce il servizio di igiene urbana a Forlì e in altri tredici comuni della provincia, per un totale di 180mila abitanti.
Il direttore generale di Alea Gianluca Tapparini ha spiegato che «La situazione è veramente critica e per questo abbiamo chiesto aiuto alle regioni limitrofe: in questa settimana utilizzeremo i mezzi e il personale inviato qui da Revet per liberare i punti di accumulo provvisori dove vengono accatastati i detriti: il loro compito è quello di prendere il materiale e portarlo negli impianto di smaltimento finale».
I mezzi Revet sono al da giorni a Forlì e Castrocaro Terme, ma ogni mattina la sala di coordinamento presieduta dalla protezione civile, dai comuni interessati e da Alea, decide la destinazione più idonea in cui gli autotreni Revet possono essere maggiormente utili. Tapparini conclude: «Ringraziamo Revet e tutte le altre aziende, pubbliche e private, che ci stanno aiutando con i loro mezzi dalla Toscana un altro importante aiuto arriverà nel prossimo weekend grazie all’azienda Modus. Il sostegno concreto da parte di tutti è fondamentale per permettere alle persone di tornare prima possibile alla normalità».
Dalla Toscana sono partiti anche mezzi e personale dei 6 Consorzi di Bonifica riuniti in Anbi Toscana sono partiti per l’Emilia-Romagna. Per contribuire a riportare la situazione alla normalità, i Consorzi hanno già inviato 41 persone in totale e messo a disposizione 32 mezzi su richiesta della Protezione civile e su coordinamento di Anbi Emilia Romagna, con l’obbiettivo di contribuire a liberare i terreni e gli immobili dalle acque. In particolare, i Consorzi di Bonifica hanno messo a disposizione tecnici, geometri, operai, ingegneri e addetti al montaggio e al funzionamento degli impianti.
Marco Bottino, presidente di ANBI Toscana ha commentato: «Siamo vicini a tutta la popolazione colpita dall’alluvione di questi giorni e ai Consorzi dell’Emilia-Romagna – commenta. Stiamo mettendo a disposizione in quella zona le nostre risorse. Il contatto è in corso e stiamo già lavorando per inviare altri aiuti».
Fabio Zappalorti, direttore di ANBI Toscana <, ha aggiunto: «Le nostre energie in queste ore sono concentrate anche in Emilia-Romagna per dare una mano concreta sul campo. E continueremo a farlo finché ci sarà bisogno anche del nostro lavoro».
Ma i danni del disastro climatico sono stati forti anche nel Mugello, che è rimasto però fuori dal riflettore dei media nazionali, e il presidente della Regione Eugenio Giani ha detto che «Le parole del ministro della Protezione civile Musumeci sulla prospettiva di integrare le aree di Toscana e Marche nella dichiarazione dello stato di emergenza sono coerenti ai colloqui che sono intercorsi col Ministero e rappresentano la giusta attenzione verso aree che hanno subito pesanti conseguenze per le forti precipitazioni della settimana scorsa. In Toscana i comuni coinvolti sono queli che stanno nello spartiacque appenninico, Firenzuola, Palazzuolo sul Senio, Marradi e San Godenzo. In queste zone l’acqua caduta è la stessa che ha determinato i gravissimi danni in Romagna, e i fiumi sono quelli che, più a valle, hanno prodotto ingenti danni, basti pensare al Lamone, a Marradi, al Santerno a Firenzuola o al Senio a Palazzuolo. Anche qui sono crollati ponti, sono cambiati i corsi dei fiumi: per fortuna i lavori fatti da Regione, Comuni, Consorzi di bonifica, hanno evitato il pericolo di esondazioni. In questi territori abbiamo inoltre potuto riscontrare un carico di quasi 200 frane. La dichiarazione di emergenza nazionale – conclude il presidente – è importante perché ci consentirebbe di lavorare al ripristino con risorse che non possono avere a disposizione Regione ed enti locali. Ho trovato nel ministro disponibilità e comprensione. Mi auguro che il prossimo consiglio dei ministri possa allargare ai quattro Comuni toscani, come a quelli marchigiani coinvolti, lo stesso trattamento che lo stato di emergenza nazionale consente per l’Emilia-Romagna».
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