Sono numerosi gli articoli in cui vi abbiamo raccontato le buone pratiche da tenere a mente nello scegliere dove andare e come organizzare una vacanza o come comportarsi una volta arrivati a destinazione, ma il turismo sostenibile è anche altro. Quello cosiddetto tradizionale è infatti una delle attività umane che maggiormente contribuisce al nostro impatto ambientale. Una settimana in villeggiatura, di norma, ha una carboon footprint (impronta carbonica, nda) più alta di 7 giorni di ordinaria vita casa – lavoro sotto diversi aspetti.
Se, forse, oggi si è più consapevoli del fatto che viaggiare in treno ha un impatto inferiore rispetto all’aereo e che è importante preferire prodotti di stagione locali, altri elementi che pesano in termini di impronta ambientale sono meno evidenti. Ad esempio? La perdita di suolo.
Spesso, infatti, per venire incontro alla sempre più alta richiesta, si ricorre alla costruzione di nuove strutture alberghiere o all’ampliamento di quelle esistenti, comportando, in alcuni casi, la distruzione di aree naturali e la perdita di habitat per la fauna selvatica. Tuttavia, esistono delle alternative sostenibili per soggiornare durante un viaggio, premiando chi ha scelto soluzioni diverse e, audite audite, a volte addirittura gratuite. Ecco alcuni esempi per un soggiorno a basso impatto ambientale, con esperienze fuori dal comune.
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Dormire sul divano altrui con il couchsurfing
Il couchsurfing, letteralmente “fare surf sui divani” è un sistema online che permette di mettere in contatto viaggiatori in cerca di un alloggio gratuito con persone che offrono la propria casa, più nello specifico un divano, una stanza o anche un giardino in cui piantare la propria tenda, come ospitalità. Fare couchsurfing non solo permette di trovare una sistemazione gratuita (pagando al più una piccola quota annuale ai portali che si occupano di far incontrare chi mette a disposizione e chi cerca) ma anche di incontrare e conoscere nuove persone e culture, scoprendo le abitudini delle persone locali e facendosi guidare, quando i propri ospiti siano disponibili, alla ricerca di luoghi meno battuti e più tipici, anche in città bersagliate dal turismo di massa.
Il couchsurfing è una pratica estremamente sostenibile perché promuove l’uso condiviso delle risorse e riduce l’impatto ambientale causato dal turismo senza incentivare il consumo di suolo visto che permette di usufruire di spazi già esistenti. Una sostenibilità, tra l’altro, non solo ambientale ma anche economica, poiché ci permette di risparmiare sui costi di alloggio, lasciando più budget a disposizione per altre attività a cui dedicarsi durante il viaggio.
Online è possibile trovare diversi siti e piattaforme per iniziare a informarsi e praticare il couchsurfing ma, in ogni caso, è sempre importante prestare attenzione alla sicurezza e alla reputazione degli utenti, ad esempio basandosi sulle recensioni lasciate dai precedenti ospiti. È altresì fondamentale impegnarsi ad aderire alle linee guida del sito e alle regole dell’host per un’esperienza positiva e sicura.
Scambia la tua casa con un click
Se avete visto il film “L’amore non va in vacanza” dovreste avere già un’idea di cosa sia l’house swap (o scambio di casa). Se non l’avete mai guardato, oltre a consigliarvi di recuperarlo, ci pensiamo noi a spiegarvi cosa sia.
Come suggerisce il nome, l’house swap, è una forma di ospitalità reciproca tra viaggiatori che prevede lo scambio temporaneo delle rispettive abitazioni. In pratica, proprio come succede alle protagoniste del film, una persona offre gratuitamente la propria casa come alloggio a un’altra persona, mentre allo stesso tempo ottiene l’opportunità di soggiornare nella casa di quest’ultima. Lo “scambio” può avvenire in ogni luogo del mondo, che siate in due continenti o paesi diversi o nella stessa regione.
Anche in questo caso ci sono diversi siti che vi permettono di scoprire il mondo dell’house swapping, anche in modalità diverse. La regola di base è sempre la stessa: attenzione alle recensioni e al rispetto reciproco oltre che delle regole.
La sostenibilità di questa pratica è evidente poiché, anche in questo caso, permette di utilizzare costruzioni già esistenti e non generare una maggior richiesta di nuove strutture.
Barattare le proprie professionalità o oggetti in cambio di un soggiorno
Se il tuo scopo è non solo andare a scoprire un luogo ma anche vivere in tutto e per tutto come un vero local potresti scegliere di offrire, in cambio di vitto e alloggio, le tue “braccia” all’agricoltura o ad una fattoria. Sono tante, infatti, le aziende agricole o le fattorie che offrono questa possibilità a chi volesse imparare il mestiere, staccare per un periodo dalla vita di città per scoprire quella di campagna o, più semplicemente, dare un aiuto a queste strutture. A seconda delle necessità e della struttura, aiuterete a cucinare, a prendervi cura degli animali o occuparvi delle coltivazioni.
Chi volesse, invece, dedicarsi ad una vacanza più riposante può decidere di aderire alla Settimana del Baratto, un’iniziativa che da oltre 10 anni permette a centinaia di strutture di ogni genere in tutta Italia, come bed & breakfast, agriturismi, appartamenti, di ricevere ospiti gratuitamente ottenendo in cambio beni e servizi. Forse vi chiederete di che tipologia di beni e servizi si tratta e, beh, vi assicuro che vi sorprenderà scoprirli. C’è chi, in cambio del soggiorno, richiede lezioni di ballo, libri, chi qualcuno in grado di riparare un elettrodomestico, un elemento utile a completare una collezione o a proporre dovete essere proprio voi. Le richieste, insomma, sono davvero varie e vaste.
Inizialmente svolta solo per una settimana l’anno (solitamente a novembre), oggi esistono diverse strutture che hanno deciso di offrirsi tutto l’anno nelle stesse modalità. Per conoscerle basta consultare i siti ufficiali di BarattoBB e Settimana del Baratto.
Più sostenibile di così…
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Alberghi diffusi: nuova vita ai borghi senza rinunciare ai servizi di un hotel
Un’altra forma di soggiorno sostenibile e senza consumo di suolo è ritrovabile negli alberghi diffusi, strutture, solitamente dislocate all’interno di piccole città e borghi, nate dal recupero di edifici esistenti e spesso storici che sarebbero altrimenti stati destinati all’abbandono o rimasti inutilizzati. Vecchie case, palazzi, monasteri o conventi, che vengono ristrutturati e adibiti a camere e luoghi in cui offrire servizi ai turisti.
Si permette così, spesso, di contribuire al rilancio di piccoli borghi e aree rurali, sempre più soggette allo spopolamento, ed evitare la costruzione di nuove strutture e l’impatto ambientale da essa derivanti, creando anche nuovi posti di lavoro.
Non si tratta di soggiorni gratuiti in questo caso ma, a seconda della struttura prescelta, che vanno dall’economico al lussuoso, si adatta a un po’ a tutti i budget.
Sapevate dell’esistenza di queste alternative sostenibili per soggiornare durante un viaggio senza incentivare il consumo di suolo? Se conoscete altre soluzioni eco-friendly, gratuite e non, che permettano di fare esperienze simili, non esitate a segnalarcele.
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