Secondo il rapporto “Isole Sostenibili – – Le sfide della transizione ecologica nelle isole minori” pubblicato oggi dall’Osservatorio sulle isole minori di Legambiente e Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IIA), nelle isole dell’Arcipelago Toscano sono tanti i ritardi da colmare
Se l’indice medio di sostenibilità delle 27 piccole isole marittime in Italia è del 40%, tra le isole toscane analizzate vanno ecisamente meglio Capraia (49%) e l’isola del Giglio (45%), che seguono a stretto giro le prime in classifica, le Tremiti (53%), poi le Egadi e le Eolie. Invece, tra i fanalini di coda, c’è la più grande delle isole minori italiane, l’Elba che si ferma ben sotto la media, al 26% con un punteggio simile a La Maddalena e Ischia.
Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana. Sottolinea che «Il rapporto Isole Sostenibili di quest’anno dimostra ancora una volta che l’overtourism balneare non aiuta le nostre campagne per una vivibilità sempre più qualificata delle nostre isole minori. Ed è proprio con questa chiave di lettura che si spiega il risultato mediocre dell’Elba e i risultati assolutamente lusinghieri del Giglio e, soprattutto di Capraia, ormai impegnata da anni nel suo bellissimo percorso di Smart Island!»
L’isola di Capraia è promossa per le iniziative relative ai regolamenti edilizi, che coprono settori strategici per l’adattamento e la mitigazione climatica, risparmio idrico, installazione del fotovoltaico e recupero delle acque piovane. Invece c’è ancora da lavorare sulla raccolta differenziata, ampiamente sotto i valori di riferimento europei. Troppo alta anche la dispersione nella rete idrica e il tasso di motorizzazione. Ad oggi, Capraia è l’unica isola minore ad aver investito in modo consistente sulle fonti di energia non fossili, la produzione di energia è infatti interamente a biodiesel, con combustibile di natura vegetale ottenuto principalmente da olii di colza e soia.
Buono anche il punteggio raggiunto dall’isola del Giglio, con una dispersione idrica dalla rete, ben al di sotto della media nazionale, basso anche il consumo di suolo, che si ferma al 3,7%, ma con attenzione da porre alle zone a rischio idrogeologico. «Invece – evidenzia Legambiente – tra i punti da migliorare c’è la mobilità e lo sviluppo del fotovoltaico, tema su cui l’isola del Giglio è tra le più indietro insieme a Capri e Procida».
Invece, l’isola d’Elba, che in questi anni ha investito molto sull’immagine di una presunta “sostenibilità” raggiunta dal suo turismo, si ritrova in coda della classifica. Secondo il rapporto, «La più grande delle isole minori ha un indice di sostenibilità decisamente da migliorare. Troppe perdite di acqua potabile dalla rete e troppo alto il tasso di motorizzazione». Va invece bene per la raccolta differenziata e per il consumo di suolo, «Contenuto ma con criticità in quanto quasi il 30 % è in aree a rischio idrogeologico».
Il rapporto evidenzia anche le iniziative legate alla realizzazione di una Comunità Energetica Rinnovabile nel Comune di Marciana Marina e ricorda che «Inoltre, nel 2021 l’Isola d’Elba ha presentato dopo un processo partecipato, il Manifesto di Sostenibilità dell’Isola d’Elba, una road map incentrata su turismo delocalizzato e attento all’ambiente, la valorizzazione del paesaggio e una rivoluzione sostenibile dei sistemi energetici, idrici e di raccolta dei rifiuti». Un percorso intrapreso grazie ad Acqua dell’Elba (oggi fondazione) e che Legambiente ha però definito troppo timido per le sfide e le scadenze europee e globali che l’Elba ha di fronte.
L’articolo Arcipelago Toscano sostenibile: bene Capraia e il Giglio, peggio l’Elba sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.