Passi avanti per la progettualità sull’idrogeno avviata ormai da mesi dal Comune di Arezzo, che ha approvato oggi il nuovo Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (Paesc), ponendo l’accento sull’opportunità di creare una Comunità energetica rinnovabile (nel breve termine) e supportare la nascita – nel medio-lungo termine – di una Arezzo idrogen valley.
«Si tratta di una “valle dell’idrogeno” in grado di produrne almeno 500 tonnellate all’anno per imprese e cittadini – spiegano dal Comune – E questo accanto ad altre fonti, come il metano, le rinnovabili e la produzione del termovalorizzatore di San Zeno in grado potenzialmente di fornire elettricità per 16.000 famiglie: questo insieme darebbe vita a un mix energetico tale da rendere meno dipendenti dall’aleatorietà delle fluttuazioni periodiche e dal gas proveniente da Stati poco affidabili, alleggerendo al contempo le bollette».
In ballo c’è lo sviluppo di un’economia legata all’idrogeno, che non è una fonte energetica come le rinnovabili o i combustibili fossili, ma un vettore sempre più determinante per immagazzinare, spostare e commercializzare energia. Per la reale sostenibilità del progetto, è dunque cruciale la tecnologia per produrre idrogeno: una cosa è basarsi sulle fonti rinnovabili (idrogeno verde) o sulla conversione chimica dei rifiuti, un’altra è ottenerlo a partire da combustibili fossili.
Nel caso aretino, le varie fasi del processo produttivo dell’idrogeno non sono ancora note in dettaglio. C’è però la localizzazione e il costo: circa 16 milioni di euro, 8 dei quali il Comune auspica di riceverli in co-finanziamento dall’Ue.
«Per l’Arezzo idrogen valley è stata individuata l’area industriale di San Zeno: strategica – argomentano dal Comune – perché vi sono già ubicati un idrogenodotto, il termovalorizzatore e imprese energivore. Gli utilizzatori delle 500 tonnellate saranno il tessuto economico della zona stessa e le attività di trasporto, senza trascurare il canale dell’utilizzo domestico. L’Arezzo idrogen valley consentirà di evitare l’emissione di 3 milioni di tonnellate annue di anidride carbonica».
Punto forte di San Zeno è appunto la presenza del Polo industriale “zero spreco” per la valorizzazione dei rifiuti urbani, gestito dalla partecipata pubblica Aisa impianti, che sta portando avanti un progetto d’investimento già approvato in Regione per incrementare il recupero di materia e al contempo il recupero di energia – tramite termovalorizzazione per le frazioni secche, biodigestione per l’umido – da rifiuti.
«Ultimeremo i lavori del biodigestore entro il primo trimestre del 2023, mentre la linea (di termovalorizzazione, ndr) da 75 mila tonnellate sarà completata entro fine 2024 – ha confermato ieri il presidente di Aisa impianti, Giacomo Cherici – Il 2023 e 2024 sono gli anni in cui la centrale a recupero totale, fatta eccezione per la parte della fabbrica di materia, va a regime come da progetto approvato dalla Regione Toscana. Ma la centrale di recupero, sempre più vuole guardare verso le fonti rinnovabili, e sempre più vuole trasformarsi».
L’articolo Arezzo punta a realizzare la sua “valle dell’idrogeno”, con al centro il polo di San Zeno sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.