Il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto. Tale principio può trovare applicazione pratica nel nostro quotidiano in vari modi tra i quali rientra sicuramente quello di allungare la vita di un prodotto.
A volte, però, arriviamo ad accumulare una quantità indefinita di oggetti che ormai sono divenuti, per noi, inutili stipandoli a tempo indeterminato in ogni anfratto.
Un modo intelligente per svuotare le nostre case (e riempire le nostre tasche) è quello di rivendere gli oggetti dei quali non abbiamo più bisogno utilizzando uno dei tanti canali di compravendita di prodotti usati – dalle app ai negozi dell’usato – ma non solo: a prendere sempre più piede è anche lo scambio o il dono.
Perché allungare la vita ai prodotti riduce la nostra impronta ambientale
Ogni volta che si rimette in circolo un bene – ancora in buone condizioni – anziché gettarlo via, si contribuisce ad estenderne il ciclo di vita e, in generale, a diminuire la quantità di rifiuti che finisce in discarica. Tutto ciò aiuta a ridurre i consumi di risorse naturali e l’impatto ambientale legato alla produzione, l’uso e lo smaltimento degli oggetti, tagliando anche le emissioni climalteranti del nostro stile di vita. Massimizzare l’uso delle risorse e ridurre gli sprechi è, a tutti gli effetti, un’applicazione concreta di un modello di economia circolare.
Meglio ancora se gli scambi avvengono sul nostro territorio evitando, in tal modo, le emissioni e gli eventuali costi legati alla spedizione della merce. Diverse piattaforme online vengono in nostro aiuto in questa pratica: esistono, ad esempio, i gruppi territoriali su Facebook i cui nomi, più o meno, sono tutti “te lo regalo, se vieni a prenderlo” a cui segue il nome della città o dell’area geografica ove avvengono gli scambi. Tuttavia la più grande vetrina virtuale attiva in questo ambito in Italia è la bacheca del riuso messa gratuitamente a disposizione dall’app Junker e promossa dalle pubbliche amministrazioni locali.
Come funziona la Bacheca di Junker app e perché dà valore al territorio
La Bacheca di Junker app è fruibile direttamente dall’applicazione e – a due anni dall’inaugurazione – è disponibile agli utenti di ben 110 comuni. Questo spazio virtuale consente a centri del riuso e agli utenti di offrire e ricevere oggettistica, mobili, giochi e articoli per bambini e tanto altro. A differenza di ogni altra piattaforma second hand, la fruibilità della bacheca in un determinato comune nasce da un’iniziativa pubblica – amministrazione comunale o multiutility – per promuovere attivamente il riuso sul proprio territorio e ridurre la produzione di rifiuti (soprattutto indifferenziati, RAEE e ingombranti).
Giocattoli, accessori per la casa e utensili vari, infatti, vengono troppo spesso gettati nei bidoni dedicati ai rifiuti indifferenziati. La prossimità rimane un elemento importantissimo nella fruizione del servizio: la Bacheca è, infatti, tarata su scala locale al fine di garantire maggiore visibilità agli annunci e valorizzare il riuso di prossimità riducendo, quindi, gli spostamenti necessari al ritiro degli oggetti e annullando il costo ambientale della spedizione in termini di emissioni di CO2. Questo può peraltro comportare ulteriori benefici indiretti come la creazione e il rafforzamento dei rapporti interpersonali fra i membri della comunità.
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I numeri della Bacheca: cosa viene scambiato di più (e il freno dei bias cognitivi)
Inaugurata nell’aprile del 2021, in poco più di due anni la Bacheca si è estesa a 110 comuni abbonati. Il servizio – disponibile per i cittadini e i centri del riuso – ha presentato i primi numeri che dimostrano un trend e un sentiment più che positivo da parte degli utilizzatori. Gli accessi da parte degli utenti sono stati 48 mila – segno di un vivace interesse da parte della cittadinanza – e gli oggetti postati dagli utenti sono stati 832.
“L’idea di Bacheca – racconta Noemi De Santis, responsabile comunicazione e co-founder di Junker app – è nata durante il lockdown. Quel momento storico, così difficile in termini individuali e collettivi, ha però reso evidenti le potenzialità degli strumenti digitali per semplificare e rendere più sostenibili molte attività quotidiane. In questo caso il valore aggiunto è dato dalla spinta pubblica, che si sublima quando Bacheca si fa strumento innovativo di visibilità per i Centri del riuso comunali”.
Analizzando la distribuzione geografica, il servizio è stato adottato in particolar modo nei comuni del Centro Italia e soprattutto in Lazio, Umbria e Toscana. Firenze, Empoli, Prato, Pistoia, Narni, Orvieto e la provincia di Terni, Fiuggi e la zona dei Castelli romani sono alcuni dei territori che stanno sperimentando la Bacheca di Junker che, inoltre, è attiva anche a Nuoro, Monza, Sesto San Giovanni e Salerno.
Il team di Junker, in collaborazione con Luca Congiu – ricercatore e docente di economia comportamentale e sperimentale presso l’Università di Roma Tor Vergata – ha analizzato i dati relativi all’uso e all’efficacia della Bacheca Junker ed è emerso un andamento “stagionale” della app: si registrano, infatti, un numero maggiore di accessi nei mesi estivi, con un picco a giugno mentre l’attività diminuisce nei mesi invernali e, in particolare, a dicembre.
Oltre il 40% degli annunci pubblicati ha ricevuto richieste di scambio. Statisticamente alcune categorie di beni risultano più apprezzate (e quindi ricercate) dagli utenti: sul podio salgono l’oggettistica (59%), seguita da mobili (39%) e da giochi e articoli per bambini (35%).
Gli articoli di bricolage e i piccoli elettrodomestici, nonostante siano offerti in Bacheca meno frequentemente rispetto a beni di altre categorie, sono però molto richiesti e quindi se non li utilizzate e volete conquistare spazio proponeteli sulla bacheca!
La ricerca condotta da Congiu rientra in uno studio della professoressa Mariangela Zoli, esperta di economia comportamentale ed ambientale, e della dottoranda in economia sperimentale Luisa Lorè.
L’acquisizione dei dati della bacheca del riuso è funzionale all’analisi del rapporto tra le azioni condotte dalle persone nel caso di consumo di seconda mano e i bias cognitivi e sociali – ovverosia quegli automatismi mentali che semplificano la complessità di un problema decisionale ma che portano talvolta ad avere credenze e a prendere decisioni non coerenti con la razionalità economica. Lo studio è ancora in corso, ma già fa emergere punti di interesse. Ad esempio non tutte le categorie dell’usato vengono percepite dalle medesime persone allo stesso modo: vi sono percezioni e quindi approcci differenti a seconda che si parli di abbigliamento, mobili, elettronica ed elettrodomestici (i quattro settori oggetto dell’indagine).
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Cosa sono i centri del riuso e perché la Bacheca può essere un valido supporto
Tornando ai dati della Bacheca, i “centri del riuso” sono spazi attrezzati – solitamente gestiti da organizzazioni no-profit, enti governativi o imprese sociali – che promuovono e facilitano la pratica del riuso di oggetti e materiali allo scopo di allungarne il ciclo di vita ed evitare che, al contrario, rimangano abbandonati per anni in cantina o in garage o, addirittura, vengano gettati via pur se ancora utilizzabili. A tali strutture – che hanno finalità sia ambientali che sociali – le persone possono offrire oggetti usati come mobili, elettrodomestici, abbigliamento, libri e altro ancora.
Questi oggetti vengono quindi valutati, eventualmente riparati e rimessi in circolo o venduti a prezzi modici. In questo modo, si promuove la riduzione degli sprechi e dell’impatto ambientale associato alla produzione e allo smaltimento di nuovi prodotti.
Il servizio di Bacheca ha dimostrato che può fare la differenza soprattutto per i Centri del riuso perché aumenta la visibilità dei beni disponibili e ne favorisce la redistribuzione presso le persone interessate.
Il primo Comune italiano ad aver attivato Bacheca per supportare l’attività del proprio Centro del Riuso è quello di Vasto (Chieti), in Abruzzo. “Utilizziamo questo servizio da circa 2 anni – dichiara Davide Fanelli di Pulchra Ambiente, la società che gestisce il servizio di igiene pubblica nel territorio comunale di Vasto – e l’abbiamo scelto soprattutto per dare visibilità al nostro Centro del riuso comunale. Grazie alla Bacheca, i cittadini possono visualizzare i beni disponibili senza doversi recare fisicamente al centro del riuso”.
Abbiamo fatto una prova geolocalizzandoci a Vasto: grazie al centro del riuso potreste recuperare tantissimi oggetti in ottime condizioni, dai lampadari a tutto ciò che serve per un bebè come il seggiolone pappa, giocattoli vari, una sdraietta o un passeggino. I risultati della sperimentazione rivelano l’efficacia della scelta: il 52% dei beni postati sulla Bacheca di Vasto hanno ricevuto almeno una richiesta, riducendo i tempi di permanenza all’interno del Centro del Riuso e favorendo la circolazione di prodotti in buono stato.
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