Il Paper Industrial Deal prevede dieci misure per rafforzare circolarità e decarbonizzazione. Punta, inoltre, a valorizzare le biomasse in linea con la Strategia Forestale Nazionale e semplificare l’EUDR, favorendo l’uso di materie prime rinnovabili come legno e carta

Garantire resilienza, competitività e sostenibilità al settore cartario italiano di fronte agli shock economici e alla transizione energetica. È questo l’obiettivo del “Paper Industrial Deal”, il piano strategico presentato dal Presidente di Assocarta, Lorenzo Poli, durante l’Assemblea pubblica dell’associazione a Roma.

“In un contesto politico-economico incerto e imprevedibile a livello europeo e mondiale – dichiara Poli – il sistema cartario nazionale ha la certezza di dove è arrivato e di dove vorrebbe andare. Siamo i terzi produttori UE di carta e cartone dietro a Germania e Svezia con una quota dell’89% di materie prime provenienti da materiali riciclabili 56% e da fonti rinnovabili (biomasse) 33% e secondi utilizzatori Ue di carta da riciclare con l’11,4% del consumo europeo dopo la Germania, con un tasso di riciclo del 70,9% che negli imballaggi supera l’85%, andando oltre gli obiettivi UE”.

Un comparto che nel 2024 ha generato un fatturato di 8,3 miliardi di euro (+1,5%) grazie a 19.000 addetti in 151 cartiere, con una crescita produttiva del 6,2% e una domanda interna in aumento del 7,8%.

Ma i dati rivelano anche criticità: le importazioni sono cresciute del 12,7%, coprendo oltre metà della domanda interna, mentre il differenziale di prezzo del gas naturale rispetto ai principali competitor europei ha pesato per circa 2,30 euro/MWh, causando importanti aumenti dei costi. È necessario quindi “mettere in sicurezza il settore e l’intera filiera con misure non più rinviabili – spiega Poli – per azzerare il differenziale PSV-TTF* che per il settore nel 2024 ha comportato extracosti per oltre 50 milioni di euro e per cercare di ridurre il costo del gas con una nuova gas release che superi l’attuale schema e che faccia leva sul biometano per gli hard-to-abate. Oltre a interventi concreti per sostenere la decarbonizzazione attraverso la decarbonizzazione dei combustibili con una biometano release e l’elettrificazione delle rinnovabili con contratti per differenze rispetto al costo del gas e piano di sviluppo dell’infrastruttura elettrica per sviluppare l’elettrificazione”.

Il Paper Industrial Deal prevede dieci misure per rafforzare circolarità e decarbonizzazione. Punta, inoltre, a valorizzare le biomasse in linea con la Strategia Forestale Nazionale e semplificare l’EUDR, favorendo l’uso di materie prime rinnovabili come legno e carta.

Centralissima la leva dell’economia circolare. Oggi l’Italia esporta ogni anno circa 1,73 milioni di tonnellate di carta da riciclare, pari a un quarto della raccolta nazionale. Una quantità importante che, se fosse riciclata nel nostro Paese, aumenterebbe la produttività dell’industria cartaria del 27% e determinerebbe una crescita del PIL di 1,4 miliardi con la creazione di oltre 1.300 nuovi posti di lavoro.

Altra importante novità del Paper Industrial Deal riguarda le misure di welfare per i lavoratori, come la detassazione delle indennità per lavoro notturno, festivo e straordinario, per favorire il ricambio generazionale e rendere più attrattivo il settore.

Durante l’assemblea è intervenuto anche Marco Eikelenboom, Presidente di CEPI, la confederazione europea dell’industria cartaria, che ha rilanciato il tema di un Clean Industrial Deal europeo con strumenti pratici di sostegno alla decarbonizzazione senza rischi di deindustrializzazione. “Le bioindustrie europee come la carta non sono di nicchia – ha detto – ma il nostro motore industriale”.

Alla tavola rotonda sono, inoltre, intervenuti Laura D’Aprile (Ministero dell’Ambiente), Paolo Arrigoni (GSE), Stefano Besseghini (ARERA) e Federico Boschi (Ministero dell’Ambiente), mentre Antonio Gozzi (Confindustria) sottolinea che le continue decisioni altalenanti della Commissione Europea creano un problema strutturale, poiché manca chiarezza su chi stabilisce l’agenda e le priorità. “L’Europa – dichiara Gozzi – non è uno stato federale e la commissione non è il governo di questo stato. Allora l’Italia, il Governo e per quanto ci riguarda la Confindustria devono fare attenzione al processo decisionale. E non tollerare fughe in avanti”.

In chiusura, la presentazione dell’Aeronautica Militare su “Il ruolo della carta nella divulgazione scientifica” ha ricordato quanto la carta rimanga veicolo insostituibile di cultura e conoscenza, anche in un’economia sempre più digitale e decarbonizzata.

Le 10 misure previste:

Misure urgenti per azzerare il differenziale PSV-TTF per il caro energia
Ridurre il costo del gas in italia e in Europa con una nuova gas release che superi lo schema attuale e faccia leva sul biometano.
Misure concrete ed esclusive per gli hard to abate per sostenere la decarbonizzazione
Salvaguardare efficienza energetica e cogenerazione
Transizione circolare 6.0
Rendere più competitivo il “riciclo di prossimità” della carta
Semplificare l’EUDR (European Deforestation Regulation) per favorire l’utilizzo di materie prime rinnovabili.
Detassare le indennità dei lavoratori
Contenere “l’eccesso digitale”, soprattutto in età scolare
Tutelare la salubrità dell’aria indoor.

* differenza di prezzo tra il Punto di Scambio Virtuale (PSV), il mercato all’ingrosso del gas italiano, e il Title Transfer Facility (TTF), il mercato di riferimento per il gas in Europa