Per consolidare e sviluppare l’occupazione nel settore dei servizi pubblici locali, i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil hanno firmato il “Protocollo di intesa sul processo di costituzione della Multiutility Toscana”, siglato oggi a Firenze insieme ai vertici della società.
Per Alberto Irace, amministratore delegato di Alia Multiutility Toscana, si tratta di un protocollo «che garantisce più crescita e più diritti».
L’obiettivo di fondo è quello di promuovere un confronto partecipativo dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali, in materia di consolidamento e sviluppo del progetto Multiutility; sul piano industriale, i perimetri societari, l’andamento economico e produttivo; sull’andamento occupazionale e degli appalti; sull’evoluzione contrattuale e legislativa dei settori; sulla qualità dei servizi e la soddisfazione degli utenti.
«Questo protocollo ha al centro i diritti del lavoro», osserva Per Fabio Berni, segretario della Cgil Toscana, mentre Ciro Recce – segretario generale Cisl Toscana – sottolinea come il documento tracci la strada «affinché la Multiutility possa diventare un punto di riferimento e un modello per superare la frammentazione esistente, dando il via a un nuovo modo di fare le relazioni sindacali».
In questo contesto è da sottolineare che, in discontinuità con il passato, è stata messa nero su bianco l’intenzione di internalizzare alcuni dei servizi attualmente dati in appalto da parte di alcune delle società coinvolte nel processo di fusione in Alia per dare vita alla Multiutility.
Uno sviluppo evidenziato in particolare da Paolo Fantappiè, segretario generale Uil Toscana: «Importante la nota relativa alle attività in appalto, con l’impegno di internalizzare una parte di esse con una maggiore attenzione alla tutela dei diritti del lavoro relativi a questo comparto».
Più nel dettaglio, per rendere operativo il protocollo, i vertici aziendali e i rappresentanti sindacali hanno convenuto sull’opportunità di dare vita a un ‘Comitato di relazioni industriali di gruppo’ composto da rappresentanti delle aziende coinvolte nel processo di fusione e dai delegati sindacali (Rsa e Rsu), insieme alle organizzazioni sindacali regionali.
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