A livello globale la crisi energetica in corso ha innescato una crescita senza precedenti nell’installazione di impianti rinnovabili, ma su questo fronte l’Italia è ferma al palo da quasi un decennio: eppure le rinnovabili in molti casi sono ormai più convenienti anche del carbone, e la strada per tagliare le bollette (oltre che frenare la crisi climatica) passa da qui.

Non a caso le rinnovabili sono al centro del “Decalogo per il clima” presentato oggi da Kyoto club (e disponibile in allegato), una proposta per decarbonizzare la legislatura in corso a partire dalla legge di Bilancio 2023 in fase di definizione.

In particolare, l’associazione, chiede di rivedere al più presto la Strategia energetica nazionale (rimasta ferma a cinque anni fa), il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (aumentando il taglio delle emissioni al 2030, dal 37% al 55% rispetto al 1990, come indicato dai nuovi obiettivi Ue), e di emanare finalmente il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (in bozza dal 2017).

Se questi sono i marco obiettivi, non mancano gli step intermedi da poter concretizzare a partire dalla legge di Bilancio: ad esempio stabilizzare (e decarbonizzare) il Superbonus, cancellare progressivamente i Sussidi ambientalmente dannosi, approvare i decreti attuativi per le Comunità energetiche rinnovabili (Cer), sbloccare le autorizzazioni sulle rinnovabili e varare un decreto Fer 2 sugli incentivi alle rinnovabili che sia all’altezza della sfida.

Ma il Decalogo per il clima adotta un approccio ad ampio spettro, andando ben oltre il “solo” perimetro delle rinnovabili, sottolineando ad esempio l’importanza di adottare una legge per fermare il consumo di suolo o promuovendo la costruzione di impianti di trattamento della frazione organica per la produzione di biomateriali, compost e biometano.

«C’è bisogno di un cambiamento radicale – commenta Catia Bastioli, presidente del Kyoto club nonché ad di Novamont – L’ostacolo maggiore rimane di tipo culturale: costruire insieme un modello diverso attraverso la bioeconomia circolare, le energie rinnovabili, un’agricoltura a emissioni zero, la mobilità sostenibile e l’efficienza energetica con una forte azione di informazione e sensibilizzazione, è possibile. La parte privata dell’economia, come diciamo sempre, gioca un ruolo fondamentale, ma altrettanto centrale è il compito del pubblico e della politica. Ecco perché è importante coordinarsi per arrivare, insieme, quanto prima a risultati tangibili: per questo auspichiamo che la politica  sia capace di lungimiranza e predisponga una legge di Bilancio 2023 improntata alla de-carbonizzazione del nostro sistema economico, sostenendone il rafforzamento a livello di Unione europea».

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