Quando si parla di polimeri sintetici è necessario fare una distinzione tra le loro componenti che danno origine a materiali con nomi e proprietà diverse.
Questa differenziazione è importantissima in materia di raccolta differenziata: la plastica riciclabile, infatti, si riconosce attraverso dei particolari simboli. Indicati sulle etichette e, a volte, impressi direttamente sulla confezione, aiutano a districarsi nel mare spesso sconosciuto della differenziata.
Smaltire correttamente gli oggetti e i packaging esausti è fondamentale per salvaguardare l’ambiente e permettere di riciclare correttamente materiali che, in alternativa, potrebbero disperdersi nell’ambiente.
Ecco una guida semplice per orientarsi a casa e conoscere i simboli del riciclo plastica.
Plastica riciclabile, quali sono gli oggetti idonei per la differenziata
Chi pensa che tutta la plastica sia riciclabile dovrà ricredersi. Infatti non tutta può essere inserita a cuor leggero nel cestino della raccolta differenziata.
Solamente gli imballaggi, i flaconi e i contenitori usa e getta possono essere riciclati.
L’articolo 218, comma 1 del Dlgs 152/2006 definisce imballaggio “il prodotto, composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti. A proteggerle, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o all’utilizzatore. Oltre ad assicurare la loro presentazione, nonché gli articoli a perdere usati allo stesso scopo”.
Corepla ha stilato una classifica degli oggetti in plastica riciclabile che possono essere gettati nella raccolta differenziata.
Ecco i principali:
Bicchieri monouso
Blister e involucri sagomati
Bottigliette in PET
Bottiglie di olio
Buste di patatine, pasta, caramelle, surgelati e verdure
Barattolini di yogurt, salse e creme
Pellicole di plastica
Flaconi di detersivi e dispenser
Pluriball e chips in polistirolo
Reti per frutta e verdura
Sacchi per alimenti animali
Vasi per fiori
Vaschette per alimenti
Prima di gettare questa plastica riciclabile è bene ricordarsi di svuotare completamente gli imballaggi e schiacciarli.
Il lavaggio per eliminare eventuali residui spesso non è consigliato per l’utente finale, mentre la tecnica perfetta per ridurre il volume dei rifiuti è quella di appiattire la superficie laterale delle bottigliette anziché schiacciarle dal tappo.
Altra regola: non inserire mai gli imballaggi uno dentro l’altro, per evitare di rallentare il processo di selezione e riconoscimento.
Raccolta differenziata: cosa non gettare nella plastica
La plastica biodegradabile e compostabile non deve essere inserita nella raccolta differenziata dei polimeri sintetici, ma va gettata nel cestino dei rifiuti organici.
Ci sono poi altri oggetti che non possono stare insieme alla plastica riciclabile, ma che vanno inseriti nell’indifferenziata:
Bacinelle
Barattoli
Cancelleria
Cartelline in plastica
CD e DVD
Piccoli elettrodomestici
Guanti, mascherine e dispositivi medicali
Occhiali
Palloni
Pannolini
Penne ed evidenziatori
Tubi per l’irrigazione del giardino
Vasi
Plastica riciclabile, la classificazione
La lista degli oggetti che vanno inseriti nella raccolta differenziata è un valido aiuto per capire qual è la plastica riciclabile.
Andando più a fondo, però, è importante conoscere quali sono le tipologie di polimeri sintetici che possono dare vita a nuovi oggetti e quali no.
Ogni diverso materiale plastico è compreso in una classificazione stilata dalla SPI (Society of Plastics Industry) con un numero che va da 1 a 7.
La plastica riciclabile è compresa dall’1 al 6, mentre con il 7 si indica quella che non può essere assolutamente gettata nella raccolta differenziata.
La classificazione della plastica
Ecco qui un rapido elenco:
PET o PETE, polietilene tereftalato è una resina termoplastica prodotta dalla policondensazione dell’acido tereftalico e dal glicole etilenico. Viene impiegata per produrre bottiglie usa e getta per liquidi, fibre in poliestere, fogli termoformati
HDPE. Il polietilene ad alta densità fa parte delle poliolefine, create attraverso la polimerizzazione dell’etilene. È la base di sacchetti, imballi usa e getta, tubazioni per il settore agricolo ed elementi per la costruzione dei campi sportivi
PVC o V, è una resina termoplastica che nasce dalla polimerizzazione del cloruro di polivinile. Viene utilizzata per tubature, contenitori per materiali non alimentari e per le recinzioni
LDPE, polietilene a bassa densità, si ottiene dalla polimerizzazione dell’etilene ed è una resina termoplastica facente parte della famiglia delle poliolefine. Con questo tipo di plastica si realizzano sacchetti e contenitori usa e getta, bottiglie con prodotti per il lavaggio e materiali da laboratorio
PP, polipropilene, si produce con la poliaddizione del propilene e rientra nella classificazione delle poliolefine. La sua produzione si concentra nell’industria automotive e per la realizzazione di fibre
PS, polistirene o polistirolo, viene prodotto dalla poliaddizione dello stirene e si usa per gli accessori da ufficio e i vassoi da cucina, pannelli isolanti e alcuni giocattoli
OTHER, raggruppa tutta la plastica non riciclabile come i polimeri saldati insieme e non separabili attraverso operazioni meccaniche, oppure i biopolimeri e polimeri biodegradabili.
Come leggere le etichette e comprendere i simboli del riciclo plastica
Per lungo tempo i produttori di plastica non sono stati effettivamente obbligati a esporre sugli imballaggi un’etichetta che indicasse il livello di riciclabilità.
Per aiutare i consumatori con la raccolta differenziata, il Dlgs del 3 settembre 2020 ha reso obbligatoria la cosiddetta “etichettatura ambientale”. Si tratta di un sistema universale che impone alle aziende produttrici di esporre in modo chiaro i materiali con cui gli imballaggi sono prodotti.
Le informazioni necessarie sono:
Tipologia di imballo
Sigla del materiale (PVC, PET ecc)
Indicazioni sulla raccolta differenziata
Quando si è indecisi sulla plastica riciclabile, è quindi bene cercare l’etichetta e individuare un simbolo triangolare composto da tre frecce (il classico triangolino del riciclo detto anche “ciclo di Möbius”).
Al suo interno sarà indicato il codice SPI riportato nel precedente paragrafo. Solamente il numero 7, in definitiva, dovrà stare alla larga dal bidone della raccolta differenziata.
Gli altri simboli del riciclo plastica che si possono trovare sulle etichette sono il “tidyman” ovvero l’omino che inserisce i rifiuti in un bidone. Si tratta di un invito a non disperdere nell’ambiente gli oggetti esausti.
Il simbolo del compostaggio, invece, è presente sulle bioplastiche. “Ok compost” significa che l’oggetto è compostabile attraverso processi industriali, mentre la dicitura “home” permette di procedere al compostaggio fai da te.
L’articolo Come capire qual è la plastica riciclabile proviene da Liberi dalla Plastica.