L’Italia è un’eccellenza nell’economia circolare degli oli minerali usati perché raccoglie tutto l’olio usato e ne rigenera il 98%, mentre l’Unione Europea si ferma intorno al 60% e non ha ancora fissato degli standard e degli obiettivi più sfidanti.

Durante la prima giornata della XII edizione di EcoForum, svoltasi a Roma l’1 e 2 luglio presso l’Hotel Quirinale, Riccardo Piunti, Presidente del CONOU, è intervenuto alla tavola rotonda “Le filiere dell’economia circolare italiana per il Patto europeo per l’industria pulita”, moderata dalla giornalista RAI Giulia Di Stefano.

All’incontro, aperto dai saluti istituzionali del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, sono intervenuti anche Stefano Ciafani (Presidente nazionale Legambiente), Luca Proietti (Direttore generale Economia circolare e bonifiche del MASE) e Fabio Costarella (Vicedirettore CONAI).

Nel corso dell’evento sono stati presentati i risultati di un’indagine IPSOS, commissionata da Legambiente, Kyoto Club, CONOU ed Editoriale Nuova Ecologia, che ha messo in luce una preoccupante discrepanza tra la percezione dei cittadini e la realtà del sistema italiano di gestione degli oli minerali usati.

Nel suo intervento, Piunti ha sottolineato quanto questa percezione distorta sia lontana dalla realtà del CONOU che rappresenta un’eccellenza a livello europeo.

“Gli italiani hanno una percezione distorta della filiera degli oli minerali usati. Pensano che siano in parte bruciati, in parte smaltiti impropriamente o gestiti in modo spontaneo dalle officine, ma la realtà è un’altra. L’Italia è un’eccellenza perché raccoglie tutto l’olio usato e ne rigenera il 98%, mentre l’Unione Europea si ferma a una media di circa il 60% e non ha fissato degli standard e degli obiettivi più sfidanti. Al centro dell’eccellente sistema italiano c’è il modello consortile, quello del CONOU, che coordina in modo efficiente tutta la filiera e fissa gli standard. È un peccato che i cittadini non conoscano questi risultati perché la consapevolezza dell’efficacia dell’economia circolare italiana può rafforzarne il successo, anche grazie al ruolo attivo dei cittadini.” – Riccardo Piunti Presidente CONOU

Secondo Piunti “L’Europa è invece in ritardo, non si sono mai voluti fissare degli standard. Nel 2023 è stato fatto uno studio che non è andato lontano. Forse però è venuta l’ora anche per l’Europa di affrontare seriamente questa partita. Siamo stati recentemente a Bruxelles per partecipare a un convegno sulle nuove normative europee nel settore dei prodotti chimici. Abbiamo però constatato che si continua a fare fatica ad affrontare di petto temi dirimenti come, ad esempio, quello dei Pfas (sostanze perfluoroalchiliche ampiamente utilizzate dalle industrie e altamente dannosi per l’ambiente e per la salute degli esseri umani, ndr). Recentemente dalla Francia sono venuti a studiare il modello CONOU chiedendoci le tabelle dei controlli e il funzionamento del sistema di incentivazione. Vogliono abbandonare la consuetudine di destinare alla combustione, per basso appeal sul mercato del prodotto riciclato di scarsa qualità, la gran parte degli olii minerali usati raccolti. Ci hanno chiesto quali siano i nostri standard di qualità a monte, gli standard di qualità di processo e gli standard di qualità del prodotto rigenerato. Hanno in programma di arrivare al 70% di riciclo nel 2027, dato comunque inferiore al nostro 98%, ma contro di loro c’è anche l’industria energivora che preferisce impiegare gli olii usati come combustibile energetico.”

La differenza della qualità finale del prodotto rigenerato è decisiva.

“Le nostre basi rigenerate sono uguali a quelle vergini” prosegue Piunti, “mentre chi come in Europa ha impianti di qualità inferiore produce basi rigenerate di basso valore e scarsa possibilità d’impiego. Le leve per raggiungere questo risultato sono due, il modello organizzativo consortile e il regime di autorizzazioni basato su controlli numerosissimi (più di 100.000 nell’anno 2024) orientati al raggiungimento dei livelli standard fissati. Per arrivare a questo grado di eccellenza è stato fondamentale costruire una cultura comune tra le aziende consorziate, i punti di raccolta e lo staff del consorzio”.

 

foto Riccardo Piunti @Sara Casna