L’associazione Zero Waste Italia ha lanciato una petizione online sulla piattaforma Change.org per chiedere al Governo italiano (in particolare, al Ministero della Transizione Ecologica) l’adozione di nuove strategie per azzerare le rottamazioni e gli sprechi che coinvolgono non solo l’energia, ma anche e soprattutto i materiali impiegati per la produzione di oggetti nuovi.
Viviamo nella società del consumismo, del circolo compra-usa-getta: compriamo a poco prezzo, spinti dalle offerte seducenti o vogliosi di possedere “l’ultimo modello”, gettiamo dopo qualche mese (nel caso della moda fast fashion) o qualche anno (nel caso dei dispositivi tecnologici) – senza considerare che, dietro ogni nostro acquisto, c’è uno spreco di energia, di materie prime (anche rare e preziose), e l’emissione di gas serra.
I nostri nonni, ma anche i nostri genitori, erano abituati in modo assai diverso: compravano poco ma di buona qualità, riparavano finché era possibile (autonomamente o affidandosi a mani esperte), regalavano o vendevano gli oggetti di cui non avevano più bisogno. Un modus operandi forse più parsimonioso, stimolato dalle ristrettezze economiche, ma certamente più green e sostenibile rispetto allo stile di vita attuale.
Tornare a riparare le cose, allungandone il ciclo di vita, potrebbe fare davvero la differenza nella riduzione degli sprechi e delle emissioni inquinanti, e contribuirebbe inoltre a creare nuovi posti di lavoro fra chi ripara e chi si occupa del riciclo degli oggetti ormai irreparabili. In questo modo, i nostri oggetti si trasformerebbero in una vera e propria miniera di ricchezza a beneficio dell’economia e dell’ambiente.
(Leggi anche: I nostri smartphone inquinano più delle auto: 146mln di tonnellate di CO2 entro fine anno)
Si parla tanto nel nostro Paese di svolta verde ma nel concreto, a parte lodevoli eccezioni a livello locale grazie a comuni virtuosi impegnati verso Rifiuti Zero, si stenta a passare da un “usa e getta” sprecone a buone pratiche di riutilizzo e di allungamento del ciclo di vita di beni e prodotti – si legge nella petizione. – Favorire l’Economia Circolare promuovendo l’estrazione di preziose materie prime dalle miniere urbane dei prodotti a fine vita, diventa un imperativo strategico per ridurre emissioni e consumi di energia.
I promotori della petizione chiedono quindi l’emanazione di decreti attuativi per la riparazione e il riutilizzo dei vecchi oggetti (abiti, suppellettili e mobili, elettrodomestici, giocattoli, biciclette, carrozzine) al fine di garantire a questi ultimi una “seconda vita” attraverso operazioni di smontaggio, pulizia, e riparazione. Questo permetterebbe di snellire notevolmente il carico di rifiuti che attualmente vengono conferiti nelle stazioni ecologiche – con enorme spreco in termini ecologici, economici ed occupazionali.
A questo link è possibile dare il proprio contributo e firmare la petizione.
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Fonti: Zero Waste / Change.org
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