Assodato che non vanno gettati nell’umido, non tutti sanno che i gusci delle cozze portano attaccato il cosiddetto bisso, che il mollusco utilizza per ancorarsi al fondale marino, alle rocce o ad altri substrati solidi. Si tratta di quei filamenti che generalmente rimuoviamo nel momento in cui puliamo i mitili.

Invece di gettare questi rifiuti nella spazzatura, Sander Nevejans, designer belga e fondatore di Seastex, ha pensato bene di recuperarli e di produrre dei pannelli ignifughi. Sono gli “Acoustic Byssus Core” (ABC), perfetti per realizzre cappotti termici alle abitazioni.

Il motivo? Sapevate che il bisso ha proprietà eccezionali, tra cui la capacità di assorbire il rumore e proprio l’elevata resistenza al fuoco?

Lo studio

Nelle cozze, il bisso, noto anche come “barba”, è la parte della cozza non commestibile che viene generalmente rimossa prima della cottura o del confezionamento.

Le fibre di bisso possiedono un grande potenziale come materiali di alto valore e di lunga durata nel mercato internazionale delle costruzioni. Non solo offrono proprietà acustiche uniche per la produzione di nuovi prodotti fonoassorbenti, ma contribuiscono anche al raggiungimento di molteplici obiettivi di sviluppo sostenibile. Sfruttando le proprietà uniche delle fibre di bisso, il settore dell’edilizia può contribuire allo sviluppo di città sostenibili utilizzando materiali ecocompatibili, si legge sul sito.

Ecco che così la lunga ricerca di Seastex su queste fibre è iniziata nel 2021, quando il team di studio ha scoperto le caratteristiche uniche di questo materiale naturale (i filamenti di bisso, per esempio, sono in grado di adattarsi a tutte le forme quando vengono compressi).

Un anno dopo, Sander Nevejans ha cominciato a sviluppare un processo naturale al 100% per ripulire grandi quantità di rifiuti di barbe di cozze e creò poi un sistema di lavorazione delle fibre per trasformarle in un blocco a forma di nuvola, chiamato “Seawool” o “Sea balle”.

Passo successivo è stata la creazione di un nuovo tipo di stampo che permetteva di ottenere strati compressi di bisso capaci di catturare e assorbire il suono. E oltre alle sue proprietà di isolamento acustico, il bisso sarebbe anche molto efficace in termini di sicurezza antincendio, perché le fibre necessitano di una maggiore quantità di ossigeno per accendersi e non solo: in caso di combustione lenta tende a spegnersi rapidamente, mentre, se questo materiale fosse esposto ad alte temperature, sarebbe in grado di produrre uno strato isolante che rallenta la propagazione del fuoco.

Questa superiorità può essere attribuita alla sua infiammabilità intrinsecamente inferiore e alla sua affinità con la carbonizzazione sulla superficie. Lo strato carbonizzato risultante fornisce un’ulteriore barriera protettiva, salvaguardando il nucleo della fibra e le strutture sottostanti da potenziali rischi di incendio. In particolare, il bisso non può essere infiammato, non si scioglie come il poliestere e il nylon e non si attacca alla pelle anche quando è caldo. Inoltre, produce una quantità minima di fumo e fumi tossici, rendendolo una scelta estremamente sicura per l’architettura e le applicazioni per interni,  spiega l’azienda.

Rispetto ai tessuti prodotti tradizionalmente come lana di pecora, cotone, canapa o seta, le barbe di cozze offrono un’alternativa sostenibile ed ecologica perché le cozze non richiedono alimentazione, antibiotici o pesticidi, riducendo l’impatto negativo sugli ecosistemi. Inoltre, le cozze possono assorbire notevolmente anidride carbonica durante la crescita, contribuendo a mitigare il cambiamento climatico, e svolgono un ruolo cruciale nella filtrazione dell’acqua filtrando microplastiche, alghe, batteri e altre piccole particelle.

Unico dubbio? Come (e con quanta acqua) si produrranno mai ingenti quantità di cozze per fare centiania e centinai di metri cubi di cappotti termici?

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Fonte: Seastex

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