Con 32 voti favorevoli e 1 astensione, il Consiglio regionale della Toscana ha approvato una proposta di risoluzione per chiedere di riconoscere un’indennità economica a favore dei Comuni sorgivi, istituendo un apposito fondo di salvaguardia.

Si tratta di un’iniziativa pensata per sostenere qui territori in cui sgorgano importanti sorgenti d’acqua, lavorando al contempo col Governo nazionale per arrivare ad una normativa omogenea in materia lungo tutto lo Stivale.

Come si legge nel testo della proposta di risoluzione, in Toscana “le sorgenti di acqua potabile sono collocate quasi esclusivamente nel territorio di Comuni delle aree interne o montane, i quali sono sottoposti a molteplici vincoli a salvaguardia della risorsa idrica”. Si tratta di vincoli che “per quanto necessari, contribuiscono a limitare l’utilizzo del territorio e, quindi, a influire sullo sviluppo delle comunità locali che già vivono fenomeni di spopolamento, carenza di opportunità e progressiva diminuzione di presidio del territorio”.

Al momento però “non è prevista alcuna politica tesa a compensare concretamente i cosiddetti Comuni sorgivi, ovvero quelle realtà dove sono presenti le sorgenti di acqua potabile, per i vincoli cui sono sottoposti ai fini della salvaguardia della risorsa idrica”; mentre, si ricorda, “per quanto riguarda il settore dei rifiuti è previsto lo strumento della cosiddetta indennità di disagio ambientale (Ida) dovuta ai comuni sedi di impianti di smaltimento, o ad essi vicini, che risentono delle ricadute ambientali conseguenti all’attività degli impianti stessi”.

Si tratterebbe dunque di istituire una sorta di compensazione ambientale per la tutela di una risorsa – quella idrica – che rappresenta un bene comune ma è concentrata geograficamente solo in alcuni luoghi, particolarmente ricchi di oro blu.

I Comuni interessati chiedono infatti da tempo il riconoscimento di una analoga “sorta di indennità” e si tratta appunto di Comuni, “per lo più collocati nelle aree interne o montane della Toscana, ovvero in quei territori sui quali la Regione ha promosso una serie di politiche volte a favorire il riequilibrio territoriale rispetto alle aree maggiormente urbanizzate e alle città”.

Nella definizione dell’indennità si ritiene “necessario prevedere dei criteri di riparto che tengano conto dell’estensione dell’area o dell’importanza del relativo prelievo, così come della necessità di stabilire un vincolo d’uso di tali importi per investimenti sui servizi alle persone ed alla valorizzazione del territorio”.

L’atto d’indirizzo impegna dunque la Giunta regionale “a valutare, per quanto di propria competenza, ogni intervento utile finalizzato a riconoscere un’indennità ai Comuni sorgivi sottoposti a vincoli per la salvaguardia della risorsa idrica tali da prefigurare il mancato o limitato utilizzo del territorio, analogamente a quanto previsto per la cosiddetta indennità di disagio ambientale (Ida) per il settore dei rifiuti per i Comuni sede di impianto”; la Giunta è chiamata anche “ad attivarsi nei confronti del Governo, ponendo la questione preliminarmente anche in conferenza delle Regioni, affinché venga predisposta una uniforme disciplina nazionale volta a prevedere tale indennità a compensazione dei vincoli cui sono sottoposti i Comuni sorgivi, anche intervenendo direttamente nella composizione della tariffa idrica”.

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