A un quarto di secolo dall’istituzione del Sin (Sito d’interesse nazionale) di Piombino, potrebbero arrivare altri 41 mln di euro destinati alla bonifica della falda.
«L’emendamento al decreto Pnrr in discussione al Senato, approvato ieri dalla commissione competente e presentato da parlamentari Pd, a partire da Beatrice Lorenzin, è il presupposto dell’approvazione finale in Parlamento – spiega il governatore Eugenio Giani – Le risorse che vengono impegnate costituiscono anticipazione del Fondo di sviluppo e coesione che il ministero guidato da Raffaele Fitto ha previsto per la Toscana. Sono contento che risorse destinate alla Regione Toscana possano essere investite nelle bonifiche a Piombino attese da decenni. Si tratta del primo sostanziale intervento sulla falda che consentirà una nuova stagione per il rilancio di Piombino».
Come sottolinea il presidente della Regione, questi 41 milioni di euro «si aggiungono alle risorse già previste nell’Accordo di programma per un totale complessivo di 88 milioni di euro per Piombino. Attendiamo ora la delibera Cipess che aggiornerà il cronoprogramma di spesa e la modalità per assicurare l’attuazione degli interventi. È davvero una buona notizia per Piombino e per tutta la Toscana».
Soprattutto, lo sarà se e quando questi fondo verranno effettivamente messi a terra. L’Accordo di programma cui fa riferimento Giani è del 2014, quando per la bonifica della falda vennero stanziati 50 mln di euro. In questi nove anni però ne sono stati spesi appena 3.
Come ricordava un mese fa Legambiente, dopo «quasi 16 anni dal primo accordo e dopo 9 dal finanziamento, siamo ancora alle carte. Niente è stato fatto sul campo. Salvo lo scorrere di fiumi di parole e impegni disattesi».
Insieme, le vecchie e nuove risorse raggiungono l’ammontare di 88 mln di euro, ovvero la stima del costo necessario alla bonifica della falda, ad oggi conclusa solo per il 4%. Ma per bonificare l’intero Sin, che si estende su 928 ettari a terra e 2.015 a mare, occorrono molti più fondi.
La stessa Regione stima che per la sola “rimozione e gestione dei cosiddetti cumuli ex-siderurgici abbancati nelle aree pubbliche del Sin (esterne al perimetro del gruppo Jsw Steel)” occorrano 200 mln di euro, la cui richiesta di finanziamento è stata inserita al quarto punto del memorandum per le compensazioni ambientali legate all’arrivo del rigassificatore Golar Tundra. Di fatto però la nave è già attraccata, mentre di queste risorse ad oggi non c’è certezza.
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