La crisi climatica in corso sta mettendo a dura prova il ciclo dell’acqua in Toscana, dove periodi di siccità si alternano ad alluvioni, con sempre maggiore frequenza e intensità.
Si tratta di un problema da affrontare alla base, ovvero riducendo rapidamente le emissioni di gas serra e dunque l’uso di combustibili fossili, ma anche investendo sulla resilienza dei territori, in modo da attutire il colpo di quella quota di cambiamento climatico con cui ormai dobbiamo convivere.
Rendere più sostenibile il servizio idrico integrato – dall’approvvigionamento dell’acqua alla depurazione – è un punto fondamentale di questa seconda priorità d’azione, e per farlo la Toscana può contare su risorse per circa 250 milioni di euro in arrivo dal Pnrr.
Un ammontare di grande rilievo che testimonia il buon lavoro svolto dai gestori locali, coordinati dall’Autorità idrica toscana (Ait). Ma a cosa serviranno in concreto queste risorse?
Le principali linee d’investimento sono quattro, articolate attorno ad altrettanti pilastri d’azione del Pnrr: infrastrutture idriche primarie, fognatura e depurazione, gestione fanghi e infine perdite di rete.
«La linea d’investimento che riguarda le grandi infrastrutture idriche – spiega Lorenzo Maresca, funzionario del settore tecnico Ait cui ci siamo rivolti per esplorare le prime due aree d’azione del Pnrr – è incentrata sugli interventi di interconnessione, di ottimizzazione o di attivazione di nuove risorse idriche, e vi partecipano tutti i gestori del servizio idrico della Toscana. Potenziando l’interconnessione tra i vari territori sarà possibile rendere disponibile l’acqua raccolta nei grandi invasi anche in aree ad oggi non servite».
Si tratta di uno sviluppo particolarmente utile in caso di siccità. È prevista anche la realizzazione di nuovi grandi invasi sul territorio regionale?
«No, l’unico invaso in corso di progettazione da parte dei nostri gestori è in Val di Cecina e non è particolarmente grande, essendo pensato per raccogliere 6-8 mln di mc d’acqua: risorse strategiche per l’alta e bassa Val di Cecina, come anche per la retrostante Valdelsa. La progettazione però non era sufficientemente matura nel momento in cui è uscito il bando del Pnrr. Oggi siamo in una fase più avanzata, tant’è che il progetto dell’invaso è stato candidato al ministero delle Infrastrutture per il nuovo Piano nazionale del settore idrico».
Quali sono dunque i maggiori investimenti previsti nell’ambito della linea d’investimento Pnrr dedicata alle infrastrutture idriche primarie?
«Complessivamente sono stati finanziati 17 progetti, diffusi in tutta la regione. Ad esempio, nell’area dell’invaso di Montedoglio si investe sull’interconnessione tra territori per ampliare l’accesso alla risorsa idrica nelle zone che vanno verso Siena; il masterplan dell’acquedotto apuo-versiliese mira a fornire alla costa importanti risorse idriche presenti nell’area delle Apuane come anche nella zona del Magra; nell’area di Livorno si andrà a migliorare la qualità e l’approvvigionamento della risorsa idrica che proviene da Mortaiolo, nella zona di Collesalvetti, in affiancamento all’acqua in arrivo dalle falde limitrofe a Lucca».
In totale a quanto ammontano le risorse dedicate dal Pnrr in Toscana per questa linea d’investimento, e a che punto è la messa a terra dei progetti?
«Per questa linea d’intervento (la M2 C4-l4.1, ndr) gli investimenti ammontano a 80,2 mln di euro, di cui 53 mln di euro finanziati dal Pnrr. Una parte dei progetti già si avvaleva di contributi pubblici per circa 13 mln di euro, mentre le risorse rimanenti arriveranno dalla tariffa. La maggior parte degli interventi sono già in fase di realizzazione e dovranno concludersi entro il 2026, come tutti quelli relativi al Pnrr»
Per quanto riguarda invece la linea d’investimento dedicata a fognatura e depurazione (la M2 C4-l4.4) di quante risorse si parla?
«Il cofinanziamento Pnrr è pari a 39,6 mln di euro, mentre l’importo complessivo degli investimenti arriva a 60,7 mln di euro».
Anche in questo caso dunque un grande risparmio per cittadini e imprese, rispetto a realizzare i progetti affidandosi solo alle risorse della tariffa. A che punto è l’avanzamento dei lavori?
«In larga parte si tratta di interventi già conclusi, come per quelli relativi al recupero degli scarichi a Ospedaletto-Putignano (Pisa), agli interventi sul depuratore di Barga o sui tre di Publiacqua. La linea Pnrr dava infatti priorità di finanziamento agli investimenti utili a ridurre le infrazioni europee in ambito depurazione, compresi quelli già in corso di realizzazione che oggi sono terminati. Questo permetterà ai gestori di impiegare buona parte dei 39,6 mln di euro per ulteriori investimenti, magari sempre sul settore fognatura e depurazione, andando a surrogare le quote di tariffa che invece erano già state previste per coprire questi interventi».
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