Il biometano, in tutto analogo al gas fossile ma derivato da fonti rinnovabili come scarti e rifiuti organici, rappresenta uno strumento potente per unire l’economia circolare alle necessità di decarbonizzazione e maggiore indipendenza energetica.
Ad oggi il contributo del biometano ai consumi nazionali di gas si ferma a circa 0,7 miliardi di metri cubi annui, a fronte di una potenzialità ben più ampia: potremmo infatti ottenere almeno 8 mld di metri cubi di biometano da matrici agricole, e altri 2-3 mld mc annui dalla valorizzazione dei rifiuti organici (Forsu). Per raggiungere questi risultati, però, è necessario installare sul territorio i necessari impianti di digestione anaerobica.
Per questo l’Ue ha dato ieri il via libera ai nuovi incentivi italiani dedicati al comparto, e imperniati sul Piano nazionale di recupero e resilienza (Pnrr).
«Il regime di aiuti italiano che abbiamo approvato promuoverà la produzione dell’Ue di biometano sostenibile da utilizzare nei settori dei trasporti e del riscaldamento, in linea con il piano RePowerEu – spiega Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione europea – La misura di aiuto italiana, che sarà in parte finanziata dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, aiuterà l’Italia a conseguire i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni, a ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili russi e a migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento di gas, limitando nel contempo le possibili distorsioni della concorrenza».
L’aiuto sarà concesso per sostenere la produzione di biometano da immettere nella rete nazionale del gas per essere utilizzato nei settori dei trasporti e del riscaldamento: si tratta sia di sovvenzioni agli investimenti, con un bilancio totale di 1,7 miliardi di euro – che saranno versati a tutti i progetti finanziati al termine della fase di costruzione, coprendo fino al 40% dei costi di investimento ammissibili – sia di tariffe di incentivazione, con un bilancio stimato di 2,8 miliardi di euro, da pagare durante la fase operativa dei progetti, per un periodo di 15 anni.
L’accesso avverrà tramite aste che si svolgeranno dal 2022 al 2024 e, al fine di beneficiare dei finanziamenti attraverso il Pnrr, la costruzione o la trasformazione di impianti di produzione di biometano devono essere completate entro il 30 giugno 2026.
Ma prima di passare alla fase dell’operatività restano da sciogliere ancora alcuni nodi normativi: dopo il via libera europeo, il prossimo passo dovrà essere l’adozione di un decreto attuativo della misura sul biometano dettagliata nel Pnrr.
«Sempre sul tema del biometano – aggiungono oggi dal ministero della Transizione ecologica – è stato inoltre firmato dal ministro Cingolani il decreto ministeriale del 5 agosto 2022, interpretativo del Dm 2 marzo 2018 sugli incentivi per la produzione del biometano. Il testo chiarisce alcuni aspetti legati all’applicazione del decreto dal Dm 2 marzo 2018, attualmente in vigore, destinato a incentivare il biometano immesso nel sistema dei trasporti mediante un meccanismo d’obbligo a carico dei soggetti che utilizzano carburanti fossili. Il decreto definisce in particolare il momento in cui matura il diritto al riconoscimento dell’incentivo per la produzione del biometano e il termine entro cui tale diritto debba essere esercitato, pena la sua decadenza, che è stato fissato al 31 dicembre 2023. Il decreto, inviato dal Mite alla Gazzetta ufficiale, entrerà in vigore il giorno dopo la sua pubblicazione».
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