Se Arthur Conan Doyle, il “papà” di Sherlock Holmes, fosse vivo, forse dedicherebbe uno o addirittura più libri ad un’indagine sui diversi “strani casi” legati al corretto conferimento di alcuni rifiuti. Come mai le grucce, a volte, vanno nella differenziata e in altri casi no? I gusci delle cozze sono compostabili? E i cartoni della pizza? E’ vero che i fazzoletti di carta non vanno nella carta? Da amante delle avventure di Holmes e Watson (che, in questo caso, è impersonato dai preziosi esperti di Junker app) sono partita dalle vostre frequenti domande e sono andata alla ricerca degli indizi per trovare una risposta a tutti i misteri apparentemente “irrisolti”. Ne avete altri? Lasciateli nei commenti sui social per le prossime indagini.
Dove va buttato il cartone della pizza. Nella carta o nell’organico?
Capita spesso, nelle serate estive, di prendere una pizza da portare a casa o da mangiare per strada magari passeggiando sul lungomare ed osservando il tramonto. Una volta consumata la nostra prelibatezza….che fare del cartone? Posto che, certamente, non andrà abbandonato per strada, non c’è una risposta univoca e definitiva a questo dilemma, ma delle regole che, una volta per tutte, elencheremo:
Il cartone è privo di residui, abbastanza pulito e non unto? Potrà essere conferito nella raccolta differenziata della carta.
È molto sporco o unto? Fatelo a pezzi e inseritelo nella raccolta dell’organico.
Il coperchio è pulito ma il resto della scatola è unta o sporca? Separate la parte intonsa e conferitela nella carta mentre buttate il resto con l’umido. Potrà quindi tornare a nuova vita sotto forma di compost di qualità e, magari, nutrire quelle piante che, fra qualche tempo, forniranno i condimenti per nuove pizze!
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Le grucce appendiabiti… quando vanno nell’indifferenziata?
Le grucce che vi consegnano quando acquistate un nuovo vestito sono considerate imballaggi e, come tali, non possono essere conferite nella raccolta indifferenziata. Per capire qual è la destinazione giusta, c’è una regola d’oro… quella del materiale prevalente. A seconda di quale sia il materiale utilizzato per la sua produzione, potere gettarle – alternativamente – nella plastica, insieme alle lattine o nella raccolta del legno. Non preoccupatevi del gancio: non è necessario staccarlo (anche perché potreste farvi male).
Quali lampadine vanno nei RAEE e quali nell’indifferenziata
“Si è fulminata la lampadina, dove la butto?” A chi non è capitato di porsi questa domanda? Anche in questo caso la risposta è “dipende”. “Da cosa?” replicherete voi: dal tipo di lampadine. Negli ultimi venti anni abbiamo imparato a conoscere differenti tipologie di tale prodotto che vengono realizzate per soddisfare diverse necessità. Per tagliare la bolletta energetica si è diffuso il cosiddetto fenomeno del “relamping” – ovverosia la sostituzione delle stesse con modelli più efficienti e meno energivori – non solo nei luoghi pubblici, ma anche nelle nostre case e sui luoghi di lavoro. Spesso, però, capita di attendere che la lampadina si fulmini prima di sostituirla. Se dovete buttare quelle alogene o ad incandescenza (con il filamento in tungsteno all’interno) dovrete conferirle nell’indifferenziato (no, non nel vetro!). Tutte le altre lampadine (fluorescenti, a led, a neon, ecc.) sono invece considerate rifiuti elettrici ed elettronici (i cosiddetti “RAEE”) e, come tali, vanno portate all’ecocentro o negli specifici punti di raccolta. In applicazione alla normativa “uno contro uno” ed “uno contro zero”, potete anche consegnarle al rivenditore presso cui avete comprato i nuovi esemplari o nei megastore che raccolgono i piccoli RAEE.
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I fazzoletti sono diversi dai tovaglioli!
Sembrano simili ma sono diversi: tovaglioli e fazzoletti possono avere un fine-vita differente e quindi, anche se di carta, non dobbiamo dare per scontato di destinarli alla raccolta differenziata. Partiamo dai secondi: i fazzoletti che normalmente usiamo per soffiarci il naso sono realizzati in carta “antispappolo” e questa particolarità – ci spiegano gli esperti di Junker app – non li rende compatibili con il riciclo della carta.
Astrattamente i fazzoletti – che siano sporchi o puliti – possono essere conferiti nella raccolta dell’organico a meno che siano colorati (perché? Ve lo spiegheremo quando ci occuperemo dei tovaglioli) o qualora siano entrati in contatto con prodotti chimici (saponi, detersivi, sgrassatori,ecc): in tal caso vanno nell’indifferenziato.
Perché abbiamo utilizzato il termine “astrattamente”? La risposta è contenuta in un approfondimento di Comieco che, in un articolo pubblicato lo scorso marzo, specifica che “i Comuni prevedono regole variabili. Tuttavia, l’orientamento prevalente è quello di smaltire i fazzoletti usati nell’indifferenziata. Una delle ragioni riguarda la pericolosità dei rifiuti biologici: durante la pandemia è stato sconsigliato lo smaltimento dei fazzoletti nell’umido per evitare rischi di contagio. Un’abitudine che è comunque consigliabile mantenere”.
Lo “strano” caso dei tovaglioli (e l’importanza di sapere di cosa sono sporchi e far caso al colore!)
Passiamo ai tovaglioli. Le grandi differenze sono innanzitutto legate al colore (ebbene sì!) e all’utilizzo che ne abbiamo fatto.
Partiamo dall’ipotesi in cui siano sporchi di cibo magari perché usati per una cena o in un party. Quelli bianchi possono essere raccolti con l’umido mentre per i colorati non vi è una risposta univoca. Vi è, infatti, chi ritiene che il colore possa rilasciare pigmenti nel compost e, per questa ragione, indica nell’indifferenziato l’unica via di smaltimento. Quindi se sul prodotto non ci sono certificazioni di compostabilità e se il Comune dove vi trovate non indica in modo specifico di mettere i tovaglioli colorati nel compost, per evitare di incorrere nel “wish cycling”, come suggerisce anche Junker app, adottate l’interpretazione più restrittiva ed optate per l’indifferenziato.
A prescindere dal colore, invece, se sono intrisi di un prodotto chimico (come, ad esempio, un detergente) o di un qualsiasi altro elemento non compostabile e che possa averli inquinati, andranno nell’indifferenziato.
Non considerando il colore… se sono puliti o solamente bagnati? (pensate, ad esempio, alla carta asciugamani utilizzata nei bagni): in linea astratta possono essere gettati nel cassonetto della carta, ma alcuni Comuni, non potendo sapere se siano o meno contaminati, indicano di gettarli nella frazione organica (a volte con la distinzione del colore) o in quella indifferenziata.
In ogni caso non devono essere buttati giù per lo scarico!
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Perché, se i gusci delle cozze sono un materiale naturale, spesso non vanno nell’organico
Quando si parla di ciò che è compostabile e di cosa non lo è arriva l’immancabile domanda sui gusci delle cozze! In generale tutti i gusci dei molluschi – come si può leggere consultando Junker app – “sono costituiti da carbonato di calcio e hanno quindi una composizione calcarea e compatta. A causa del lunghissimo tempo di decomposizione, non vengono accettati da tutti gli impianti di compostaggio e generalmente vanno conferiti nell’indifferenziato”. Per lo stesso motivo non vanno conferiti nelle compostiere domestiche.
Tuttavia esistono dei Comuni che, nel proprio regolamento, ammettono i gusci fra i rifiuti destinabili alla frazione organica. Ciò accade perché oggi sono attivi alcuni impianti di compostaggio in grado di ricevere e di trattare anche questo tipo di rifiuto: in questi casi è possibile inserire i gusci dei molluschi nella raccolta organico. Buona regola, quindi, come sempre, è consultare il regolamento vigente nel Comune dove ci troviamo che sarà tarato proprio in base agli impianti in cui la differenziata verrà conferita e trattata.
L’importanza del materiale prevalente
Vi sono diversi imballaggi compositi: pensiamo ai deodoranti o ad altri contenitori che possono avere il corpo in metallo o in vetro e la parte superiore in plastica. Che fare? La prima regola da seguire è quella di salvaguardare noi stessi… in poche parole non facciamoci del male: non dobbiamo provare a romperli o a staccarli perché potremmo ferirci. La seconda regola – come ci spiegano gli esperti di Junker – è quella individuare il materiale prevalente nella composizione degli imballaggi per comprendere quale sia la corretta destinazione al loro fine vita. Lo sapevate?
Si butta col sacchetto o senza?
Un altro grande dilemma riguarda il sacchetto da usare per conferire i rifiuti. Non parliamo certo di quei luoghi ove le buste vengono messe a disposizione direttamente dal Comune per la raccolta “porta a porta” puntuale e “chippata” (col microchip), né per le raccolte effettuate tramite reverse vending machine, ma ci riferiamo alla generica raccolta stradale. Difficile fornire una risposta in un articolo… impossibile in un paragrafo. Quindi in queste righe solleviamo il tema invitandovi a leggere l’approfondimento che raccoglie le regole generali (tenendo sempre presenti i diversi regolamenti locali) per carta, plastica, alluminio, vetro, umido e…
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