Il 90% dei campi da terreni artificiali di calcio in Europa sono “intasati”, ovvero composti, con gomma riciclata da Pfu. Bruxelles però approva la richiesta di bando. Ecopneus: la decisione presa a Bruxelles il 26 aprile segna un punto di non ritorno per la filiera del riciclo degli pneumatici fuori uso

“La votazione del 26 aprile scorso a Bruxelles ha segnato un punto di non ritorno per la filiera del riciclo degli pneumatici fuori uso (pfu) in Italia”. A denunciarlo è Ecopneus, la società senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e il recupero dei Pfu, costituita dai principali produttori di pneumatici operanti in Italia. Il riferimento è al pronunciamento degli Stati membri dell’Ue che porterà al bando dell’uso di intaso polimerico nelle superfici sportive in erba sintetica, principale destinazione di riutilizzo della gomma riciclata da Pfu.

Ecopneus esprime la propria preoccupazione in merito alla prospettiva che vedrà venire meno la principale applicazione per utilizzo di gomma riciclata, in Italia e in Europa: le superfici sportive in erba sintetica, soprattutto i campi da calcio, calcetto, rugby, utilizzate e fondamentali per la pratica sportiva dilettantistica, ma anche professionistica. Il periodo di transizione indicato è di otto anni ma le conseguenze sono attese molto prima della scadenza di tale periodo. Si tratta di circa 5.000 impianti sportivi in Italia, di cui oltre 1.600 omologati da parte della Lega Nazionale Dilettanti e quindi realizzati secondo i più avanzati requisiti tecnici e di sostenibilità, anche per quanto attiene l’abbattimento del rischio di dispersione del materiale di intaso prestazionale, solitamente costituito da granuli di gomma riciclata. Grazie infatti all’utilizzo di barriere fisiche, griglie, spazzole e percorsi obbligati (adozioni in parte previste già dai capitolati di omologazione della Lega), tale rischio può essere abbattuto fino ad oltre il 97%. A dimostrarlo sono i sempre più numerosi studi realizzati in Italia e all’estero (in particolare in Spagna e Danimarca) che mostrano l’efficacia di questi dispositivi di facile installazione ed anche a costi sostenibili per un impianto.

Nonostante il lavoro svolto da Ecopneus e numerosi altri soggetti della filiera nazionale del riciclo dei Pfu, delle aziende produttrici ed utilizzatrici del granulo in gomma riciclata, commenta la società, l’approvazione della proposta di bando da parte del Comitato REACH Europeo del 26 aprile 2023 impone al settore un profondo stravolgimento. Questo mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità della filiera dei PFU, che ogni anno recupera, sotto forma di materia o energia, oltre il 100% del target imposto dalla legge. La proposta di restrizione, che sarà oggetto di scrutinio e voto anche in Parlamento Europeo e in Consiglio nei prossimi tre mesi, avrà conseguenze rilevanti anche sulla sopravvivenza delle aziende di trattamento che nel Paese rappresentano una filiera solida, che negli ultimi anni ha lavorato in qualità e investimenti.

Ecopneus sottolinea inoltre gli impatti sulla pratica sportiva in Italia, che coinvolgeranno migliaia di associazioni sportive dilettantistiche, in prospettiva obbligate a sostituire eccellenti campi in erba sintetica, su cui si sono disputate fino ad oggi anche competizioni sportive di livello europeo, con tecnologie alternative che oggi non sono in grado di garantire disponibilità sul mercato, durabilità nel tempo, giocabilità tutto l’anno e sostenibilità.

“Lo scenario attuale è di profonda criticità per il sistema nazionale di riciclo degli Pneumatici Fuori Uso (PFU), per la sopravvivenza delle aziende della filiera e per la pratica sportiva dilettantistica e professionistica, sia in Italia che in Europa – ha dichiarato il direttore generale di Ecopneus Federico Dossena – Riteniamo che il provvedimento approvato dal Comitato REACH, così come formulato attualmente, possa avere un impatto sproporzionato rispetto al rischio di dispersione associato, rischiando di generare un danno maggiore rispetto al problema che si intende risolvere. È fondamentale prendere in considerazione i benefici ambientali e cercare soluzioni alternative sostenibili per valorizzare i PFU e promuovere l’economia circolare”.

Appuntamento a Roma il 23 maggio

Ecopneus e Unirigom, i principali rappresentanti della filiera della gestione e riciclo dei Pfu, hanno convocato un incontro a Roma il prossimo 23 maggio, al quale parteciperanno tutti gli stakeholder tecnici e istituzionali. L’obiettivo è quello di presentare proposte per il futuro dell’intero settore e chiedere alle Istituzioni competenti un impegno concreto per intervenire tempestivamente a sostegno di un settore cruciale per lo sviluppo dell’economia circolare del Paese.

L’appello di Legambiente al Governo

Sulla proposta di restrizione sull’uso degli intasi polimerici nei campi da calcio in erba artificiale, lo scorso 26 aprile, nel giorno della votazione di Bruxelles Legambiente ha scritto al viceministro dell’Ambiente Vannia Gava. Nella lettera a firma del presidente Stefano Ciafani, Legambiente ha elencato le conseguenze che comporterà la messa a bando dell’uso di intaso polimerico nelle superfici sportive in erba sintetica, e quelle che invece possono essere le soluzioni alternative a questo provvedimento:

Il provvedimento, se da una parte risolverebbe a monte il problema della dispersione di microplastiche proveniente da questa fonte, ne aprirebbe altri. Si mette infatti a rischio la pratica sportiva dilettantistica e professionistica, una filiera di aziende italiane di qualità, gli impianti sportivi dei comuni e l’economia circolare di 380.000 tonnellate all’anno di pneumatici solo in Italia.
Oggi circa il 90% dei campi da calcio artificiali esistenti in Europa sono intasati con gomma riciclata da Pfu e ad oggi non è disponibile sul mercato un materiale che per quantitativi, prestazioni e beneficio ambientale possa essere preso in considerazione come sostitutivo. Si andrebbe dunque verso la inevitabile necessità di smantellare tali installazioni, che normalmente avrebbe una vita media di 10 anni, vanificando investimenti importanti per realtà che in Italia sono rappresentate in larghissima maggioranza da pubbliche amministrazioni (proprietarie dell’80% dei campi da calcio a rischio bando) e società sportive dilettantistiche. Il costo stimato per sostituire gli impianti esistenti con ipotetici sistemi alternativi è pari a 300.000 euro per ciascun campo e creerà un onere finanziario di 8,5 miliardi di euro.
Il granulo di gomma riciclata da PFU come intaso prestazionale nei campi da calcio in erba sintetica, utilizzo che assorbe in Italia circa il 40% della gomma riciclata prodotta. Dando uno sbocco commerciale e di utilizzo fondamentale a tutta la filiera del riciclo con recupero di materi e quindi di raccolta, di migliore gestione, contrasto alla dispersione di pneumatici fuori uso nell’ambiente.
Il divieto su questo impiego porterebbe ad una penalizzazione immeritata per le comunità sportive, impedendo di fatto il contenimento degli impatti socioeconomici per gli impianti di riciclo e l’industria manufatturiera dei campi artificiali.
L’applicazione dei sistemi di contenimento del rischio di dispersione (RMM; Risk Management Measures) consentirebbe di risolvere le criticità suddette e al tempo stesse di raggiungere risultati assolutamente paragonabili con quelle di un divieto tout court, ma con benefici ambientali, economici, occupazionali e sociali nettamente superiori.