Stanotte, alle 23,30 ora di Cuba, è esploso un secondo gigantesco serbatoio di carburante in una zona industriale della città cubana di Matanzas. A confermarlo è il giornale ufficiale del Partido Comunista de Cuba, Granma, e il governo di Matanzas ha confermato sui social network che «Il coperchio del serbatoio 3 è crollato dopo che il vento ha fatto una virata da nord-est. Le forze operanti sul posto sono state evacuate».

Intanto i vigili del Fuoco cubani, assistiti da specialisti venuti dal Messico, Venezuela e da altri Paesi latinoamericani, stanno completando l’installazione di una terza potente pompa per iniziare a irrorare schiuma chimica su entrambi i serbatoi esplosi. Hanno anche sottolineato che il rischio che si verificasse  questa esplosione non era mai stato escluso.

Luis Enrique Ramos Guadalupe, storico della meteorologia di Cuba, ha detto a Granma che «Questo potrebbe essere l’evento associato a una scarica elettrica più devastante del suo genere nella storia del nostro Paese. Non ci sono riferimenti negli archivi di un evento simile che abbia generato un incidente di tale portata. Secondo la cronologia analizzata, il primo incendio dovuto a questa causa avvenne il 30 giugno 1741, quando nel bel mezzo di una tempesta, un fulmine colpì uno degli alberi della nave Invincible, ormeggiata al molo di San Francisco, all’Avana. Scoppiò immediatamente un incendio che raggiunse  un vicino deposito di polvere da sparo e munizioni, provocando una fragorosa esplosione, la cui onda d’urto ha danneggiato le navi vicine e affondato un numero imprecisato di piccole imbarcazioni».

Il ministero dell’energia e delle miniere di Cuba riferisce che nelle fortissime esplosioni iniziate venerdì alle 19,00 ora di Cuba, è morta almeno una persona  e 121 sono rimaste ferite, i dispersi, molti dei quali vigili del fuoco, sono 16. Il ministero spiega che «Un fulmine ha colpito il serbatoio di stoccaggio del greggio 52 presso la Base de Supertanqueros de Matanzas nel bel mezzo di una tempesta, provocando un incendio».

Grazie a un drone, è stato possibile vedere che è crollata parte della parete del secondo serbatoio in fiamme e Williams González Hernández, a capo del grupo de la Defensa Civil en Matanzas, «il crollo della parete ha causato notevoli esplosioni e verranno presi provvedimenti per mitigare le fiamme risultanti. Nonostante il terzo mantenga la sua integrità, il pericolo non è scomparso».

Ad aver causato il nuovo incendio e la nuova esplosione è stata una fuoriuscita di carburante. Bisogna dire che le autorità cubane hanno agito cio  imprudenza diopo la prima esplosione, credendo di poterla circoscrivere e continuando addirittura a pompare carburante nell’impianto non interessato dalla prima esplosione.

Si teme anche che il devastante incendio possa estendersi Carlos alla vicina centrale termoelettrica Antonio Guiteras ma le autorità cubane dicono che si trova nella parte opposta a dove soffia il vento e che «Al momento il problema principale è l’approvvigionamento di carburante, ma sta funzionando».

Tutta la vicina zona industriale, compresi i materiali, è stata evacuata, ma il ministero ammette che «Attualmente la situazione nella Base de Supertanqueros de Matanzas è molto complessa. Le esplosioni continuano a verificarsi. Il luogo non è accessibile».

Osvaldo Cuesta Santos del  Centro de Contaminación y Química de la Atmósfera (Cecont), dell’Instituto de Meteorología ha detto che «Finché durerà la combustione del carburante alla Base de Supertanqueros de Matanzas con essa l’emissione nell’atmosfera della densa colonna di fumo generata dall’incidente, dovremmo aspettarci che si verifichi un aumento delle piogge acide nelle zone interessate dalla nube di inquinanti. Il greggio nazionale ha un alto contenuto di zolfo, uno dei componenti che sale, convertito in anidride solforosa, e reagisce con l’umidità dell’aria, insieme all’ossido di azoto, dando origine alle piogge acide. A Cuba, le indagini svolte a Cecont rivelano che questo fenomeno è più frequente nella zona mineraria-metallurgica di Moa e Nicaro, Pinares de Mayarí, Nuevitas, Cienfuegos, Palo Seco, a Camagüey, e nel tratto Mariel-Havana. La pioggia registrata sabato, in punti specifici del nord della regione occidentale, ha trascinato in superficie questi acidificanti, particelle di fuliggine e altri inquinanti, quindi, durante la raccolta dell’acqua piovana, alcune persone noteranno una tonalità scura all’interno dei contenitori. Sebbene le concentrazioni più elevate di biossido di zolfo, biossido di azoto, monossido di carbonio e di azoto, particelle sospese e composti organici volatili si registrino nelle aree più vicine all’incendio, a causa della spinta della colonna di fumo verso ovest, a causa dei venti componenti tra l’est e il nord-est, questi indicatori possono sorgere anche nella parte settentrionale di Mayabeque, L’Avana e persino ad Artemisa».

Ma il ministero della scienza, tecnologia e ambiente di Cuba tranquillizza: «Non c’è aumento delle malattie respiratorie nell’ Occidente del Paese a causa delle emissioni di gas». E il Citma spiega che «Questo è dovuto al fatto che le concentrazioni più elevate sono alte tra i 4 e i 6 chilometri e sono meno significative in superficie». Comunqu, la Citma ha raccomandato «L’uso delle mascherine, oltre ad evitare l’esposizione alla pioggia, che nei punti in cui coincide con il passaggio della nuvola di fumo, può avere colori scuri».

Fin dalla notte del 5 agosto, il Primer Secretario del Comité Central del Partido Comunista de Cuba, Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, è a Matanzas con diversi dei sui ministri – uno dei quali è tra i feriti –  e fa visita ai parenti dei dispersi e delle vittime. Díaz-Canel  ha ringraziato gli altri Paesi latinoamericani per il solidale aiuto: «Grazie mille per questo sostegno, che ha molto a che fare con le relazioni storiche tra i nostri paesi». Il sito internet della presidenza di Cuba evidenzia che «Oltre al personale specializzato, queste delegazioni hanno portato con loro i materiali e i rifornimenti necessari per sedare l’incidente e, dopo il necessario consenso tecnico, hanno aderito, sotto il coordinamento della parte cubana, ai compiti di controllo ed estinzione. Per più di 48 ore hanno lavorato senza interruzioni anche i vigili del fuoco, le brigate speciali delle Fuerzas Armadas Revolucionarias (FAR), la Croce Rossa e altri gruppi addestrati a questi compiti. Sono uomini e donne come Yudit Rodríguez, capo del Grupo Especializado de Operaciones y Socorro de Matanzas, che ha lasciato a casa il figlio di nove anni e si occupa dei soccorritori che non si sono riposati da quando è avvenuto l’incidente, perché per lei – Come ha detto a Radio Rebelde, salvare una vita è la cosa più umana che una persona possa fare».

Alle azioni di salvataggio e soccorso si erano uniti anche i membri della Comisión Nacional de Espeleosocorro e il loro presidente, Esteban Grau, ha dichiarato che «Circa 14 specialisti hanno aderito alle azioni, alcuni di loro hanno riportato lievi ustioni durante l’esplosione di sabato mattina, e anche così non si sono ritirati dai loro compiti per aiutare in caso di necessità».

Nell’ambito dell’aiuto offerto dal governo di sinistra messicano per far fronte agli effetti causati dall’incendio, domenica sono arrivati anche 10 operatori sanitari del Ministero della Difesa nazionale messicano e il ministro cubano della sanità pubblica, José Angel Portal Miranda, ha detto: «Sono venuti qui per mostrare solidarietà e aiutare a prendersi cura delle persone danneggiate dal fuoco».

L’articolo Disastro petrolifero a Cuba: esplosioni a catena, un morto, 16 dispersi e più di 121 feriti (VIDEO) sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.