Si è chiuso con oltre 500 presenze complessive il ciclo di tre incontri svoltosi al Palazzo delle esposizioni di Empoli, per il confronto aperto alla cittadinanza sul progetto del Distretto circolare che potrebbe nascere al Terrafino.

Dopo il primo incontro dedicato al processo produttivo e il secondo incentrato sulla tecnologia NextChem (qui e qui sono consultabili i materiali presentati), il 10 novembre il focus si è spostato sulla progettazione architettonica e l’inserimento paesaggistico dell’impianto waste-to-chemicals:  di fronte ad una platea di circa 300 persone, dopo i saluti istituzionali della sindaca Brenda Barnini si sono svolte le relazioni di Marco Casamonti – architetto e docente all’Università di Genova – e di Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale in forze all’Ateneo fiorentino, oltre a quelle di referenti pubblici per gli aspetti autorizzativi (Carla Chiodini, responsabile Via-Vas della Regione Toscana) e sanitari (Dimitri Fattore dell’Usl Empolese Valdarno inferiore e Antongiulio Barbaro dell’Arpat).

«Il progetto architettonico relativo al distretto circolare del Terrafino a Empoli costituisce un’opportunità – ha spiegato Casamonti – per individuare una rinnovata relazione tra paesaggio e industria con modalità e visioni che il nostro studio ha già affrontato in altri interventi. L’idea che grandi manufatti industriali e ambiente naturale debbano coesistere in maniera armonica e integrata è presupposto fondamentale di una progettazione sostenibile che ponga al centro del proprio agire il rispetto e la valorizzazione dell’ecosistema nel quale viviamo».

Secondo la filosofia che sta muovendo la progettazione il nuovo impianto, che potrebbe sorgere nell’area industriale del Terrafino, sarà integrato nell’ambiente esterno e valorizzato dalla vegetazione, circondato da un imponente parco urbano di circa 7 ettari, composto da oltre 1.300 alberi e 90.000 piante.

Una progettazione innovativa, con spazi a uso pubblico e aree verdi, a cui il costituendo Rab – Resident advisory board, ovvero la consulta dei cittadini che accompagnerà in questa fase il ciclo di valutazione dell’impianto, dovrà trovare destinazioni e utilizzi scelti direttamente dalla collettività.

Una parte dei cittadini – riunitasi nel neonato comitato Trasparenza per Empoli, ma che trova voce anche in Csa Intifada o nell’Assemblea permanente no keu – resta comunque scettica verso questo approccio partecipativo e soprattutto verso la proposta impiantistica, nonostante anche la stessa Ue guardi con sempre maggior interesse alle possibilità offerte dal riciclo chimico.

A fronte delle proteste, gli organizzatori hanno mantenuto un approccio dialogico: da Trasparenza per Empoli segnalano «il pregevole gesto di consentire ad un rappresentante dei comitati cittadini di poter intervenire a seguito degli interventi dei relatori principali» durante l’incontro del 10 novembre, ribadendo comunque le proprie richieste, formalizzate dal comitato a valle di una riunione tenuta presso il circolo Arci di Marcignana.

Il punto principale, inserito in una lettera firmata da 160 cittadini e inviata al Comune, verte sulla richiesta di costituire «un comitato scientifico composto da idonee figure professionali, in relazione all’argomento da trattare, scelte dalla cittadinanza».

Nel merito, l’Alleanza circolare che propone il Distretto di Empoli ha fatto già sapere la propria posizione nel merito: «Se il Resident advisory board (Rab) lo deciderà, potrà proporre di avvalersi di un comitato scientifico terzo». Rab che, di per sé, rappresenta già un comitato consultivo formato da rappresentanti indicati dalle istituzioni locali e dai cittadini, con il compito di promuovere un dialogo costante con la cittadinanza in merito al Distretto circolare.

Nel frattempo, l’Alleanza circolare ha già raccolto le principali domande arrivate dai cittadini nel corso dei tre incontri al Palazzo delle esposizioni, rendendo le risposte – oltre 80, su ogni aspetto del progetto – pubblicamente disponibili tra le Faq del proprio sito internet.

«Questi tre incontri – aggiungono da Alia, il gestore interamente pubblico dei servizi d’igiene urbana dell’Ato centro e capofila dell’Alleanza – non esauriscono le occasioni di partecipazione, considerati gli ulteriori appuntamenti già in programmazione e non si sostituiscono a tutte le ulteriori fasi di verifica e contradditorio previste dal procedimento autorizzativo che, una volta presentato il progetto, si svilupperà per un periodo stimato di almeno un anno».

Intanto, il 29 novembre alle 21 – proprio al circolo Arci di Marcignana – è prevista la prima tappa del percorso di nascita e organizzazione del Rab.

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