La raccolta differenziata è una sana abitudine di sostenibilità e attenzione all’ambiente che, per fortuna, va diffondendosi sempre di più. Tuttavia, ci sono ancora dei dubbi anche fra coloro che prestano attenzione a dove buttano ogni loro rifiuto – o meglio, degli oggetti che possono trarre in inganno anche i “differenziatori” più esperti.
Uno di questi rifiuti è certamente rappresentato dallo scontrino fiscale che riceviamo dopo ogni acquisto. Sembrerebbe fatto di carta e magari molti di noi sono abituati a gettarlo insieme a scatole e vecchi giornali, ma sicuri di stare facendo bene?
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In realtà, la questione degli scontrini è piuttosto complessa. Non esiste un solo tipo di scontrino e non tutti gli scontrini vanno gettati nel contenitore della carta proprio in virtù del materiale di cui sono fatti. Cerchiamo di fare chiarezza in modo da non commettere più errori.
La maggior parte degli scontrini, infatti, è realizzata in carta termica che non può essere riciclata. Si tratta di una carta speciale, arricchita con sostanze chimiche che reagiscono al calore. Questo tipo di scontrino va smaltito nel secco indifferenziato.
Le componenti chimiche presenti nella carta termica si scuriscono in presenza di una fonte di calore. Un trucchetto molto semplice per capire se uno scontrino è realizzato in carta termica non riciclabile nella carta consiste nel riscaldare lo scontrino con un accendino (senza dargli fuoco): se diventa nero, va gettato nell’indifferenziato.
Esiste però un nuovo tipo di carta termica, sviluppata con una tecnologia diversa e senza l’utilizzo di componenti di sostanze chimiche dannose. Questo tipo di carta per scontrini è di colore grigio/bluastro e può essere riciclata nella carta (controlliamo sempre la presenza della dicitura Riciclabile nella carta).
L’unico tipo di fattura fiscale che possiamo buttare nel cassonetto della carta anche a occhi chiusi è quella stampata direttamente su carta normale da una stampante e non da un ricevitore di cassa.
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Fonti: Comieco
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