Il premier Draghi ha nominato ieri i presidenti di Emilia-Romagna e Toscana – rispettivamente Stefano Bonaccini ed Eugenio Giani – come commissari straordinari per l’installazione di due rigassificatori galleggianti che, a questo punto, sembrano ormai indirizzati definitivamente verso Ravenna e Piombino.
Per quest’ultimo sito sembrano valse dunque a poco la netta contrarietà espressa dal sindaco, le perplessità avanzate dall’Autorità portuale e le controargomentazioni messe in campo già da tempo da ambientalisti pragmatici come quelli riuniti in Legambiente Val di Cornia.
«È un incarico di grande responsabilità e delicatezza e ringrazio il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi e il Governo per la fiducia che mi viene accordata – commenta Giani – Si tratterà di svolgere il lavoro – prosegue – con una continua interlocuzione con il Comune di Piombino, con gli Enti locali dell’area, con l’Autorità portuale ed in costante collegamento con Snam. È in gioco una partita strategica fondamentale, per ridurre la dipendenza del nostro Paese dal gas russo».
A fronte delle esigenze manifestate dalla “ragion di Stato”, per il territorio sembra adesso rimasto aperto solo lo spiraglio di controbilanciare gli impatti del rigassificatore con compensazioni locali, dopo anni di plurimi fallimenti (si pensi ad esempio all’Accordo di programma nazionale che nel 2014 stanziò 50 mln di euro per portare avanti le bonifiche al Sin locale, mai arrivati a destinazione).
Adesso Giani torna alla carica, affermando che la partita del rigassificatore dovrà essere giocata «tenendo presente che nella realtà di Piombino, accanto all’individuazione del miglior posizionamento del rigassificatore, sarà necessario considerare anche altri aspetti, come le bonifiche nelle aree limitrofe, gli interventi infrastrutturali stradali necessari per arrivare al porto e la caratterizzazione dello sviluppo del territorio all’insegna delle energie rinnovabili, con la prospettiva, anche, di farne una ‘hydrogen valley’ di rilievo nazionale. C’è un altro aspetto importante – sottolinea il governatore – il rigassificatore si inserisce nella fase più delicata per la rigenerazione e la valorizzazione della siderurgia a Piombino. Al farsi carico di un così forte interesse nazionale, deve accompagnarsi un sostegno da parte del Governo perché Piombino possa venire riconosciuto come polo strategico, capace di attrarre investimenti e creare lavoro e sviluppo nei suoi impianti siderurgici».
Altro tema annoso, sul quale negli ultimi anni si sono registrate grande delusioni a Piombino. Di fatto però anche l’arrivo del nuovo rigassificatore galleggiante – un’infrastruttura che dovrebbe rimanere lungo la costa per 2-3 anni, ma non ci sono ancora certezze nel merito – sembra non riuscire a sganciarsi da politiche di “sviluppo” ancorate al passato, anche se l’operazione nasce dall’emergenza provocata dall’invasione russa in Ucraina.
Il dato di fondo restano i consumi di gas naturale da sostituire: in tutto si tratta di 76 mld di metri cubi nel 2021, pressappoco il dato medio degli ultimi vent’anni. Oltre il 95% di questo fabbisogno è importato, coi flussi dalla Russia che nel 2021 sono arrivati a 29 mld mc. Di fatto, oggi a scarseggiare sono però le forniture alternative di gas più che le infrastrutture – gasdotti o rigassificatori – per riceverlo.
C’è dunque bisogno di nuovi rigassificatori? Potrebbe aver senso discuterne solo all’interno di un approccio di vera transizione ecologica, che individui nei rigassificatori un margine di sicurezza per l’approvvigionamento di gas mentre si installano gli impianti necessari per le rinnovabili, ma il problema è che proprio queste ultime stanno restando al palo, anche a Piombino dove il Comune pervicacemente si batte da anni contro l’installazione di pannelli fotovoltaici sul territorio.
Basti osservare che, nei primi quattro mesi di quest’anno, in tutta Italia sono stati installati solo 0,64GW di nuovi impianti rinnovabili, quando per rispettare i nuovi target europei al 2030 si stima dovrebbero arrivare a +10GW/anno. La più importante associazione confindustriale attiva nel comparto Elettrico, Elettricità futura, assicura che – a fronte di una reale semplificazione amministrativa – il sistema industriale italiano è pronto ad installare fino a 20GW l’anno di rinnovabili. Per farlo però aveva chiesto al Governo di nominare commissari straordinari per sbloccare gli impianti arenati lungo l’interminabile iter di permitting, ma la richiesta è stata sonoramente bocciata dal ministro Cingolani. In compenso i commissari per i rigassificatori sono arrivati.
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