Tra i malesseri del nuovo millennio, l’eco-ansia è un disturbo della salute mentale e del benessere psicologico legato ai cambiamenti climatici. Chi ne soffre può sviluppare forte ansia e stress e, nei casi più gravi, arrivare perfino alla depressione.

L’ansia climatica è ormai diffusa nella popolazione mondiale, con alcune sostanziali differenze rispetto alla zona del pianeta dove si abita.

Secondo i dati di La Repubblica, negli ultimi 15 anni si sono verificate metà delle emergenze climatiche delle totali registrate a partire dagli anni ’70, che hanno coinvolto oltre 5 miliardi di persone. Tra queste, sono molti gli individui che hanno sviluppato una sorta di ansia climatica.

I Paesi più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico sono quelli in cui i sintomi dell’eco-ansia sono più forti, mentre nel mondo occidentale i giovani rappresentano la fascia più

colpita dal fenomeno. Ecco che cos’è l’ansia climatica, quali sono le cause, i sintomi e i rimedi.

Che cos’è l’eco-ansia?

Conosciuta anche come ansia climatica, l’eco-ansia è un’eccessiva preoccupazione nei confronti dei cambiamenti climatici che porta a stati depressivi o di eccessiva agitazione.

I soggetti che ne soffrono hanno un’ansia cronica nei confronti del destino del pianeta e guardano con preoccupazione al surriscaldamento globale. Ogni disastro ambientale accresce la paura, la disperazione e il senso di impotenza di chi soffre di eco ansia, e a domandarsi in maniera ossessiva quale sarà il destino del pianeta (e dei suoi abitanti).

Le persone affette da ansia climatica sono quindi molto sensibili a discorsi che riguardano il cambiamento climatico, la deforestazione, lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare. Anche gli eventi metereologici particolarmente violenti possono provocare stati di forte preoccupazione in chi è soggetto a eco ansia.

Età in cui si presenta

Anche se potenzialmente tutti possono essere colpiti dall’ansia climatica, in realtà questo fenomeno è più sentito nelle fasce di età più giovani. In particolare, si manifesta in coloro che seguono assiduamente le notizie riguardo ai cambiamenti climatici in televisione, sui giornali (sia cartacei che online) e sui social.

I membri di associazioni che si impegnano quotidianamente contro l’inquinamento e, in generale, le persone che lavorano in tutti gli ambiti affini alla sostenibilità ambientale, sono più a rischio.

Nell’articolo “L’eco-ansia è un lusso occidentale” di Claudia Bellante, la giornalista offre un interessante punto di vista sulla popolazione più anziana. Secondo lei, questa non soffrirebbe tanto di ansia climatica, quanto di eco lutto, per la consapevolezza di aver perso qualcosa che non tornerà più.

Particolarmente sentito, questo fenomeno si avverte nelle popolazioni che abitano le aree della terra più colpite dai cambiamenti climatici. Come quelle dove si assiste quotidianamente allo scioglimento dei ghiacciai o al prosciugamento di laghi e corsi d’acqua.

Quali sono le cause dell’ansia climatica?

Il continuo rincorrersi di notizie che danno per spacciato il pianeta sta alimentando il fenomeno dell’eco-ansia. Articoli di giornale e notiziari che parlano di aumento di temperature a livello globale, crisi climatica e riduzione della biodiversità, non fanno che alimentare il disagio e lo stress dei soggetti più sensibili alle tematiche ambientali.

Quando si verificano dei disastri ambientali, chi è soggetto ad ansia e stress può soffrire di disturbi post-traumatici che si protraggono a lungo nel tempo.

Lo confermano i dati della Union of Concerned Scientists riportati dal sito dell’Humanitas: fino al 50% delle persone che subiscono questi eventi sono soggette a stati di depressione, stress e ansia.

Inoltre, l’innalzamento delle temperature provoca un aumento incontrollato di attacchi di panico. I sintomi si manifestano principalmente in estate e nelle giornate più calde.

Con quali sintomi si presenta l’eco-ansia?

L’ansia e la paura possono agire in modi molto differenti da soggetto a soggetto. Esistono però dei sintomi particolari che indicano l’insorgenza del fenomeno dell’eco-ansia.

Tra questi, i principali sono:

ansia nell’affrontare temi legati ai cambiamenti climatici e nell’ascoltare notizie legate all’inquinamento
nervosismo in relazione ai propri comportamenti e all’impatto che potrebbero avere sugli ecosistemi
crisi di ansia durante conversazioni legate alla tutela ambientale
continui pensieri e preoccupazioni per l’ambiente
difficoltà di concentrazione, di studio e a prendere sonno
solastalgia, un fenomeno che si manifesta a seguito di cataclismi naturali ed eventi improvvisi. È caratterizzato da un senso di perdita, stress, aggressività e dolore.

Quali sono i rimedi per l’ansia climatica?

Il primo passo per combattere l’eco-ansia è quello di prendere consapevolezza della propria condizione. Quando le preoccupazioni e lo stress ambientale diventano un impedimento verso le attività quotidiane o si trasformano in un’ossessione, è bene parlarne in famiglia o con amici.

Praticare la meditazione, passare più tempo nella natura, fare esercizio fisico e scegliere di informarsi solo da fonti verificate e per pochi minuti al giorno può ridurre gli effetti dell’ansia climatica.

Parlare con terapisti, psicologi e psichiatri può invece aiutare a comprendere l’origine del problema e a contrastarlo in modo efficace.

Chi ha sintomi lievi di eco-ansia potrebbe poi trovare beneficio nel “passare all’azione”. Ovvero attuare una serie di cambiamenti nel proprio stile di vita per ridurre l’impatto ambientale e non sentire quei fastidiosi sensi di colpa.

In America esistono dei veri e propri programmi come “Good Grief Network” che, attraverso 10 step, insegnano alle persone a condividere con gli altri le proprie preoccupazioni, per liberarsi del peso dell’ansia climatica.

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