Manca solo la delibera della Giunta regionale, che prossimamente sarà portata al voto dall’assessora all’Ambiente Monia Monni, e poi i lavori per il nuovo Polo integrato di economia circolare di Scarlino potranno iniziare.
Ieri si è infatti conclusa positivamente l’ultima Conferenza dei servizi prevista nell’iter di Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur), come annuncia oggi il Comune di Follonica, dopo il via libera alla necessaria variante urbanistica già arrivato nei giorni scorsi dal Comune di Scarlino.
«Questa soluzione – spiegano il sindaco di Follonica, Andrea Benini, e l’assessora all’Ambiente Mirjam Giorgieri – non dà soltanto una risposta concreta al problema dei rifiuti ma porta anche molti posti di lavoro nel nostro territorio. Crediamo fortemente in un sistema industriale che sottrae rifiuti alle discariche e li lavora fino a renderli adatti a tornare sul mercato come nuovi prodotti».
Il progetto del Polo è stato elaborato da Iren ambiente e presentato ai sindaci del territorio oltre un anno fa: vale investimenti per circa 150 mln di euro e 118 posti di lavoro, volti a valorizzare 300mila tonnellate di rifiuti l’anno all’interno di un polo per l’economia circolare dalle caratteristiche uniche in Toscana.
Come ricordano dal Comune, Iren prevede la realizzazione di quattro impianti con procedimenti differenti: trattamento di legno, fanghi, pulper e rifiuti liquidi.
Più nel dettaglio, si parla di un impianto per il riciclo del legno che trasformerà 110mila ton/a di rifiuti derivanti da mobilio, demolizioni e imballaggi in 750mila pallet per il trasporto di merci e 135mila metri cubi di blocchetti distanziatori per pallet.
Un impianto per riciclo di pulper (scarti del riciclo della carta, contenenti le impurità della relativa raccolta differenziata) e plasmix (quelle plastiche eterogenee difficili se non impossibili da riciclare meccanicamente, che arrivano a rappresentare il 70% della raccolta differenziata di settore) punta invece, attraverso la tecnologia I.Blu, a valorizzare 90mila ton/a di rifiuti in ingresso per produrre circa 65mila ton/anno di polimeri termoplastici.
Guardando invece alla depurazione delle acque del processo industriale (108mila tonnellate/anno) e di percolato, è prevista la realizzazione di un impianto di depurazione dedicato.
Il progetto prevede infine un impianto di carbonizzazione idrotermale (Htc), che mira a trasformare 100mila ton/a di fanghi di depurazione e Forsu (l’organico della raccolta differenziata) in bio-carbone utilizzabile sia come combustibile, sia come materia prima in altri cicli industriali, sia come fertilizzante.
«Dopo la vicenda lunga e annosa dell’inceneritore – aggiunge Benini – abbiamo sempre voluto guardare al futuro del nostro territorio senza preconcetti, e per farlo abbiamo aperto un dialogo con il gruppo Iren Ambiente. Alcuni mesi fa abbiamo fatto una visita all’impianto di trattamento fanghi con tecnologia Htc di Valencia, in modo da guardare da vicino le possibilità dell’azienda. Volevamo un modello di sviluppo alternativo e legato all’economia circolare. Nei prossimi mesi potremo seguire questo nuovo progetto che porterà al nostro territorio un’offerta di lavoro importante».
Il primo step sarà la demolizione del vecchio impianto di incenerimento di Scarlino energia, fermo dal 2015, e la bonifica conclusiva del sito; dopodiché potrà essere realizzato il nuovo impianto, che potrà trattare i rifiuti puntando a massimizzare il recupero di materia.
«Il nuovo sistema – osserva Giorgieri – non prevede l’uso di combustione e questo limita fortemente l’impatto in atmosfera, ma ovviamente sarà nostro compito, insieme agli organismi preposti continuare a vigilare a massima tutela dei nostri concittadini e concittadine».
Anche l’assessora Monni, commentando oggi su l’edizione locale de Il Tirreno la positiva conclusione del Paur, esprime «grande soddisfazione» affermando che «questa piattaforma impiantistica è un passo fondamentale verso la creazione di un modello più circolare».
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