A un anno dalla decisione annunciata da Eni di chiudere la linea carburanti nella raffineria di Stagno, che ha portato questa primavera alla nascita di un tavolo di confronto tra azienda, Mise, enti locali e sindacati, iniziano a diradarsi le nebbie sul futuro dello stabilimento a cavallo tra i Comuni di Livorno e Collesalvetti.

La multinazionale del cane a sei zampe informa infatti di aver incontrato il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani oltre ai sindaci di Livorno e Collesalvetti – rispettivamente Luca Salvetti ed Adelio Antolini – ai quali ha confermato che è allo studio la possibile realizzazione di una nuova bioraffineria all’interno del sito labronico.

Lo studio di fattibilità prevede «la costruzione di tre nuovi impianti per la produzione di biocarburanti idrogenati: un’unità di pretrattamento delle cariche biogeniche, un impianto Ecofining™ da 500mila tonnellate/anno e un impianto per la produzione di idrogeno da gas metano. La realizzazione della nuova bioraffineria all’interno dell’area industriale, che oggi ospita gli impianti per la produzione di carburanti e lubrificanti, consentirebbe di massimizzare le sinergie con le infrastrutture già disponibili e di assicurare un futuro produttivo e occupazionale al sito».

Una notizia che trova «grande apprezzamento» in Giani, che parla di «scelte lungimiranti, compatibili con il territorio di riferimento», mentre Antolini sottolinea il «bel lavoro di squadra di Eni e Regione Toscana con i Comuni di Livorno e Collesalvetti». Anche Salvetti sottolinea come «gli sforzi di tutte le parti abbiano portato all’individuazione di un percorso virtuoso che ci auguriamo porti alla realizzazione nel nostro sito di una nuova bioraffineria».

Uno scenario che potrebbe realizzarsi a breve: secondo Eni la progettazione dei tre nuovi impianti a Livorno sarà ultimata entro il 2023, mentre la realizzazione potrebbe avvenire entro il 2025.

«La coesistenza di impianti bio e tradizionali è stata proficuamente testata con la recente produzione a Livorno di Eni Biojet, il primo Saf (Sustainable aviation fuel), esclusivamente da materie prime di scarto, grassi animali e oli vegetali esausti grazie alla sinergia con la bioraffineria Eni di Gela. Il nostro obiettivo – argomenta Giuseppe Ricci, dg Energy evolution di Eni – è aumentare la disponibilità di prodotti decarbonizzati e sostenibili ai nostri clienti e di traguardare i target di riduzione delle emissioni scope 3», ovvero quelli che comprendono l’uso dei prodotti/combustibili venduti.

Ad oggi le bioraffinerie Eni di Venezia e Gela trasformano in biocarburanti (biodiesel, bio-Gpl e bio-nafta, anche a uso dell’industria chimica) materie prime di scarto, residui e rifiuti “che derivano da processi di trasformazione di prodotti vegetali o oli da colture non in competizione con la filiera alimentare”, contando che dal 2023 Eni non tratterà più olio di palma per questi scopi.

La sostenibilità ambientale dell’intero processo resta comunque tutt’altro che scontata, dato che non si tratta certo di limitarsi a raccogliere oli alimentari esausti nel circondario per riciclarli in biocarburanti: pochi giorni fa ad esempio un carico di olio vegetale appositamente prodotto per la raffineria Eni di Gela è partito dal porto di Mombasa, in Kenya.

Da dove proverrebbero le materie prime per la bioraffineria di Livorno, al momento non è dato sapere. Da tempo invece si ventila per l’impianto di Stagno l’ipotesi di produrre Hvo (hydrotreated vegetabil oil), come appunto già accade nelle raffinerie Eni di Venezia e Gela: l’Hvo è un carburante che, addizionato al gasolio fossile in una quota pari a circa il 15%, va a comporre Enidiesel+; un carburante ottenuto tramite la tecnologia Ecofining a partire da oli vegetali.

Nessuna dichiarazione invece, né da parte di Eni né dalle istituzioni locali, in merito allo stato d’avanzamento della proposta – pervenuta da Eni rewind alla Regione Toscana, nell’ambito del Piano regionale sull’economia circolare, ancora in fase di completamento – che punta a realizzare nella raffineria di Stagno un impianto di riciclo chimico, in grado di generare prodotti chimici di base a partire da 250mila t/a di rifiuti secchi (Css) non riciclabili meccanicamente.

L’articolo Eni propone una nuova bioraffineria per Livorno al 2025, Regione e Comuni soddisfatti sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.