Manca solo il via libera definitivo da parte della Giunta regionale ma, con la positiva chiusura della Conferenza dei servizi, lo sviluppo del nuovo Polo dell’economia circolare proposto a Scarlino da Iren ambiente è ormai deciso. Sorgerà al posto del vecchio inceneritore, fermo dal 2015, dopo aver bonificato l’area (nella foto, ndr).
A seguito di una lunga fase di approfondimento, il Consiglio comunale di Scarlino ha assicurato già una settimana fa l’approvazione della necessaria variante urbanistica, con l’unico voto contrario del consigliere di FdI Paolo Raspanti.
Secondo Raspanti e il coordinatore comunale dei Fratelli d’Italia di Scarlino, Salvatore Aurigemma, il territorio avrebbe dovuto puntare su alternative, che però la fazione politica non ha dettagliato: «Dopo la vera e propria guerra contro l’inceneritore, a nostro avviso si doveva parlare della bonifica di un territorio compromesso dal punto di vista ambientale, piuttosto che di un altro mega impianto per il trattamento dei rifiuti, del quale sappiamo ben poco, se non le scarne informazioni fornite dalla stessa Iren».
Per un ripasso sulle «scarse informazioni» è possibile consultare liberamente le migliaia di pagine accumulate nel corso del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur), conclusosi a un anno di distanza dalla prima presentazione del progetto Iren al territorio.
«Scarlino da sempre rappresenta un modello virtuoso di convivenza tra industria e turismo, a qualcuno questo sfugge o, forse, non è così, ma pensa che questo possa garantirgli una rendita di posizione, al netto di atteggiamenti demagogici che sanno molto di sindrome Nimby», commenta nel merito la sindaca Francesca Travison, facendo riferimento all’acronimo Not in my backyard (non nel mio cortile, ndr).
«Tutti sanno – aggiunge la prima cittadina – che il turismo rappresenta per Scarlino, e per tutto il territorio, una fetta importante dell’economia, ma non si può negare che da sempre l’elemento trainante sia la manifattura. Abbiamo toccato drammaticamente con mano quanto il settore turistico abbia sofferto durante la pandemia».
Per quanto diffuso, è inoltre utile ricordare che – come testimonia anche l’ultima ricerca condotta in materia dall’Istituto regionale per la programmazione economica (Irpet) – il turismo è associato sì a posti di lavoro, ma in genere poveri e a bassa qualifica.
«Le aree del turismo balneare – si legge nel merito nel report Irpet – mostrano l’evoluzione attesa di una crescita di peso delle occupazioni meno complesse e a minore resa salariale, legata alla loro specializzazione produttiva».
L’articolo FdI contro il Polo dell’economia circolare a Scarlino, la sindaca replica: «Sindrome Nimby» sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.