Il 2022 sta per volgere al termine e come ad ogni fine d’anno che si rispetti è tempo di bilanci e prospettive. Sotto il profilo ambientale, il 2022 è stato indubbiamente caratterizzato da luci e ombre che hanno visto protagonista anche la nostra Maremma, terra che da trentaquattro anni dà casa a Festambiente, il festival nazionale della nostra associazione. Dei dodici mesi che ci stiamo lasciando alle spalle dobbiamo in prima battuta ricordare l’approvazione della legge sul biologico. Un dispositivo che aspettavamo da più di un decennio e che per troppo tempo è stato parcheggiato nelle aule parlamentari. Questa legge ha rappresentato senza dubbio alcuno un nuovo input all’intero settore anche se ha, sin da subito, dato prova della necessità di una serie di norme attuative attraverso le quali riuscire a dare i propri frutti. E qua arriviamo alla prima ombra: come al solito, il nostro Paese se la prende comoda. Il Pianeta e la salute dei cittadini, però, non hanno molto tempo a disposizione e tra le battaglie da fare sin dai primissimi giorni del 2023 ci sarà proprio quella attraverso cui dare respiro ad una legge che, altrimenti, rischia di diventare l’ennesima medaglietta al merito sul petto senza ricadute concrete. Il 2022 non è stato però solo l’anno dell’approvazione della legge sul biologico: è finita l’emergenza sanitaria; è scoppiata la tremenda guerra in Ucraina a causa dell’invasione da parte russa; l’ambiente è stato inserito finalmente in Costituzione; come specie umana abbiamo raggiunto gli 8 miliardi di persone; la Cop27 di Sharm el-Sheikh si è rivelata al di sotto delle aspettative. Tutti elementi, questi, che, in un modo o nell’altro, hanno generato ricadute dirette sui territori e, pertanto, anche sulla nostra amata Maremma. Ma se è vero com’è vero che “Il passato è passato”, ora più che mai serve guardare al futuro puntando dritti verso giusti – e raggiungibili – obiettivi amici dell’ambiente. Ecco i principali dodici secondo noi:
1 Corridoio tirrenico. Anche il 2022 si è rivelato un anno dell’ennesimo nulla di fatto sul fronte del Corridoio tirrenico. Nonostante la competenza sia passata da SAT ad ANAS e si sia finalmente approdati al progetto della messa in sicurezza dell’Aurelia, ancora non c’è aria di cantieri. L’auspicio è che il governo celermente individui le risorse per avviare i lavori a partire dai tratti più pericolosi e a sole due corsie come quello di Capalbio. Il tempo è scaduto da troppo, occorrono al più presto risposte.
2 Legge sul biologico. Come anticipato in introduzione, la legge sul biologico ha rappresentato un grande traguardo, ma da sola non basterà ad avviare la transizione ecologica di cui il settore agricolo e il Paese hanno bisogno. Servono risorse e piani attraverso cui rendere la legge davvero utile. Servono formazione, informazione, capacità di coinvolgimento dei consumatori, meccanismi incentivanti e norme specifiche. La Maremma, che vanta già gran parte della superficie agricola coltivata con il metodo biologico, può divenire un modello a livello nazionale. Serve però che venga dato avvio concretamente al distretto biologico.
3 Ecoeventi. Il 2023 dovrà, ancora più dei 12 mesi precedenti, essere portatore di eventi green e a ridotto o azzerato impatto ambientale. Con Ecoevents, la nostra associazione ha esportato il modello Festambiente in tutto lo Stivale, dimostrando che gli eventi possono essere davvero amici dell’ambiente. L’auspicio è che, da una parte, gli organizzatori si sensibilizzino sempre di più e che, dall’altra, l’Italia e l’Europa lavorino a eco-incentivi destinati a un settore tra i più colpiti dalla pandemia. In Maremma, eventi sportivi, sagre, eventi culturali ed enogastronoimici siano sempre più all’insegna dell’ecologia.
4 Informazione e sensibilizzazione delle cittadine e dei cittadini. Il 2023 dovrà vedere, ancora e più di sempre, una comunicazione capace di spiegare le criticità generate dalla crisi climatica e le azioni da mettere in pratica per adattarsi ai cambiamenti e cercare di limitare le conseguenze. Social media, eventi, TV, radio, stampa, prodotti per il cinema e il piccolo schermo: ogni supporto sarà utile per far capire – e non solo alle giovani generazioni – che il tempo che abbiamo a disposizione per fare qualcosa è davvero poco. Molto passerà anche dalle amministrazioni locali. Ci auguriamo che la Maremma sappia essere, anche quest’anno, modello.
5 Moda sostenibile. La lotta al fast-fashion è tra le più attuali e particolarmente sentite dalla Generazione Z. Abiti che costano meno di un panino e che vengono prodotti in quantità industriale, inquinando e sfruttando il lavoro – soprattutto di donne e bambini – in angoli del mondo in cui per i produttori è economicamente più vantaggioso. Serve un cambio di rotta. Farà bene al Pianeta e alle economie dei commercianti che corrono il rischio di essere cannibalizzate dalle grandi catene nemiche dell’ambiente che hanno come unica politica quella di prezzo.
6 Mense “buone”. Nei prossimi 12 mesi, la Maremma dovrà farsi carico di una rivoluzione anche nell’ambito delle mense, da quelle universitarie e scolastiche a quelle pubbliche. Consumo di carne ridotto al minimo, frutta, verdura, prodotti di stagione e a km 0: la ricetta per l’agroecologia passa dal campo alla tavola e le mense sono i luoghi per antonomasia in cui dare il buon esempio. Ottimo sarebbe che anche le mense private intraprendessero il medesimo percorso, velocizzando il processo di rivoluzione.
7 Mobilità sostenibile. La Maremma ha bisogno di più piste ciclabili, più zone 30, più zone “in sicurezza” per i pedoni. Senza dubbio, in questi anni molto è stato fatto ma molto ancora deve essere messo in cantiere sia nel Capoluogo che negli altri Comuni, a partire da quelli costieri, che in estate fanno i conti con una pressione antropica nettamente maggiore rispetto a quella dei mesi invernali e che non possono permettersi alcun genere di mobilità che non sia pienamente sostenibile.
8 Raccolta differenziata. Quella della raccolta differenziata è una faccenda che deve continuare a vedere tutte e tutti protagonisti di azioni di sensibilizzazione. Le cittadine e di cittadini ce la stanno mettendo tutta ma serve una sempre più massiccia operazione di coinvolgimento, oltre a aree destinate alla raccolta facilmente fruibili e raggiungibili non solo nelle zone iper-urbanizzate ma anche nei comprensori più piccoli. Dobbiamo lavorare per evitare il fenomeno della macchia di leopardo.
9 Diritti dei lavoratori in agricoltura. Lo abbiamo detto moltissime volte: non esiste transizione che non sia anche sociale. Per questo, la Maremma deve tenere gli occhi aperti sui diritti delle lavoratrici e dei lavoratori in agricoltura. In questa epoca storica, non esistono territori che pienamente liberi dai fenomeni legati all’illegalità. Attivare un osservatorio zonale potrebbe essere una soluzione attraverso cui lavorare sulla prevenzione.
10 Turismo sostenibile. Il 2023 dovrà essere un anno di ulteriore crescita del turismo sostenibile in Maremma. Da tempo, le nostre coste hanno dato prova di avere le carte in regola per diventare modello di buone pratiche green. Castiglione della Pescaia, Marina di Grosseto e Follonica sono solo alcune delle perle verdi del nostro litorale. L’auspicio, in questo caso, è che tutte le località marittime si attivino per rendere il loro turismo meno impattante, avviando percorsi finalizzati alla sostenibilità. Servono inoltre una sempre maggiore tutela della fascia dunale e delle zone costiere pinetate.
11 Più rinnovabili, agrivoltaico e comunità energetiche. Anche la Maremma deve puntare con sempre più determinazione sulle energie rinnovabili, vera alternativa per contrastare la febbre del Pianeta e fare fronte al ricatto del gas. Eolico e fotovoltaico sui tetti siano priorità dei decisori politici e possano finalmente contare su iter autorizzativi rapidi. Riflettori accesi anche sull’agrivoltaico, tecnologia attraverso la quale è possibile generare una sinergia positiva tra produzione di energia e coltivazione agricola. Anche in questo ambito la Maremma ha le carte in regola per divenire modello virtuoso. Da mettere al centro dell’azione politica anche le comunità energetiche, preziose alleate del contrasto alla crisi climatica e alla povertà energetica. Qualche passo in avanti da parte di alcune amministrazioni è stato fatto, serve fare ancora di più.
12 Festambiente 2023. L’ultimo auspicio riguarda noi: ci auguriamo che la prossima Festambiente possa essere, ancora una volta, punto di riferimento per l’intero dibattito sulla sostenibilità del Paese e che dalla nostra cittadella ecologica possano prendere il volo iniziative istituzionali, progetti e percorsi capaci di cambiare il corso della storia e intimidire la crisi climatica.
di Angelo Gentili
coordinatore Festambiente e responsabile agricoltura Legambiente
L’articolo Festambiente Legambiente: bilancio del 2022 e prospettive per il 2023 sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.