È stato un momento di confronto molto partecipato quello offerto nei giorni scorsi da Aisa impianti – la partecipata pubblica che gestisce il Polo di San Zeno (AR) “Zero spreco” per la valorizzazione dei rifiuti urbani – con il corso di formazione Il problema rifiuti: è possibile una terza via?, nel corso del quale è stato fatto il punto sullo scenario rifiuti in Toscana, sulle specificità di gestione nel territorio aretino attraverso il polo tecnologico, e il relativo lo sviluppo impiantistico previsto.

«È un impianto per il quale è previsto un ampliamento per quanto riguarda la nuova linea dell’organico, che ci consentirà di produrre in maniera cospicua biometano a vantaggio anche dei cittadini di Arezzo – spiega il sindaco Alessandro Ghinelli – È poi un impianto di recupero integrale, tutto quello che arriva ai cancelli viene selezionato e riciclato e riutilizzato e solo ciò che non può essere riutilizzato e immesso nel mercato viene termo valorizzato: è la risposta corretta al sistema di gestione dei rifiuti, che sono sempre più da considerarsi una risorsa e sempre meno come un problema».

Ad oggi i rifiuti in arrivo a San Zeno  possono essere gestiti tramite compostaggio (che trasforma i rifiuti organici in compost), trattamento meccanico-biologico (che seleziona i rifiuti urbani indifferenziati) e termovalorizzatore (che ricava energia dai rifiuti non riciclabili meccanicamente). Un apporto all’economia circolare che peraltro è destinato ad aumentare in modo deciso, grazie al piano industriale da 37 mln di euro autorizzato due anni fa dalla Regione Toscana.

A seguito di questi investimenti, per valorizzare ulteriormente la frazione organica dei rifiuti differenziati verrà realizzato un biodigestore anaerobico in grado di produrre biometano, che verrà fornito in maniera prioritaria ai cittadini locali in regola con la Tari; cresceranno anche il trattamento meccanico-biologico (Tmb) – secondo criteri di selezione rifiuti più moderni che daranno vita alla cosiddetta “fabbrica dei materiali” – e la termovalorizzazione, attivando una nuova linea in grado di recuperare energia da 75mila ton/anno di rifiuti (è in corso un’interlocuzione sull’opportunità di mantenere attiva o meno anche l’attuale linea da 45mila ton/anno).

«Triplica solo la capacità di generare energia. Questo impianto non è un inceneritore – argomenta il presidente di Aisa impianti, Giacomo Cherici – La differenza tra una centrale a recupero totale R1 e un impianto di smaltimento è sostanziale: quando si affronta un tema cosi complesso bisogna stare molto attenti a inquadrarlo correttamente sul piano tecnico. È nostro compito come azienda restituire al territorio ogni forma di energia recuperata, e destinare ai cittadini i vantaggi economici e ambientali derivanti da tutti i possibili potenziamenti dell’impianto, compresa la produzione di biometano».

Per far conoscere questa realtà industriale di grande rilievo per l’economia circolare locale, “Zero spreco” continua a coltivare anche iniziative collaterali che stanno riscuotendo grande successo: da ultimo la IX edizione di Green trail, che ieri ha visto partecipare 160 atleti da tutta Italia per affrontare un percorso podistico intorno al polo di San Zeno: partenza, tratto sul crinale che separa Agazzi da San Zeno, zona Poggiolini, area industriale e traguardo.

La dieci chilometri, valevole per il Grand prix e destinata agli adulti, sia competitiva che non, ha preceduto le gare del settore giovanile a cui hanno partecipato bambini e ragazzi a partire dai tre anni di età.

«La Green trail è una delle molte occasioni per conoscere l’importanza degli impianti a servizio della gestione dei rifiuti – conclude Cherici – Impianti essenziali senza i quali saremo costretti a portare altrove la propria spazzatura senza avere energia sul posto grazie ai rifiuti “nati qui”. Già oggi i cittadini possono ricaricare gratuitamente le proprie auto elettriche presso la nostra stazione “Zero spreco” cui vogliamo affiancare il distributore di biometano prodotto con la raccolta differenziata dell’organico. Deve essere chiaro che alla centrale di recupero di San Zeno si lavorano e si lavoreranno sempre di più scarti di rifiuti non recuperabili: dipendere dal trasporto e dagli impianti altrui significa solamente indebolire il tessuto produttivo e civile cittadino».

L. A.

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